«Vorrei esprimere con chiarezza i miei sentimenti e la mia posizione riguardo alla sperimentazione delle armi nucleari, argomento aspramente dibattuto a livello sociale. Spero che, come miei discepoli, farete vostra questa mia dichiarazione e che diffonderete il suo scopo nel mondo intero, al meglio delle vostre possibilità. [...] È mio desiderio andare oltre, attaccare il problema alla radice. Voglio denudare e strappare gli artigli che si celano nelle estreme profondità di simili ordigni. Perché dico questo? Perché noi, cittadini del mondo, abbiamo il diritto inviolabile di vivere. Chiunque metta in pericolo questo diritto è un demone, un mostro» (Josei Toda, 8 settembre 1957).

Una dichiarazione potente e quanto mai attuale oggi, a 65 anni da allora, in giorni in cui l'impiego di armi nucleari viene minacciato sempre più spesso.
Ma i popoli del pianeta si stanno muovendo in un'altra direzione.
Nelle pagine seguenti un ampio servizio sul movimento mondiale per l'abolizione delle armi nucleari.

Disarmo Nucleare - Un mondo in movimento

Dal 18 al 23 giugno si è tenuta a Vienna la “Settimana per l’abolizione delle armi nucleari” (Nuclear Ban Week). In queste pagine il racconto dei momenti salienti, a cura di Carlo Abrate, Irene Bazzechi, Sole Becagli, Alice Ferrario, Ginevra Geracitano, Alessio Indraccolo, Andrea Plati, Daniele Santi e Alessja Trama, del Comitato Senzatomica

Una settimana di incontri e conferenze a livello internazionale per proseguire il percorso inaugurato dall’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw), il primo trattato internazionale a dichiarare illegali le armi nucleari (vedi box sotto).
A chiusura dell’iniziativa, la Prima Conferenza degli Stati Parti (First Meeting of States Parties, 1MSP) ha visto riuniti in forma ufficiale i paesi aderenti al Trattato con lo scopo di approfondirne il funzionamento, delineare i passi per implementarlo, metterlo in azione e far sì che molti altri Stati vi aderiscano.
Il mondo delle organizzazioni della società civile impegnate per il disarmo nucleare è accorso a questo storico appuntamento: i sopravvissuti, gli scienziati, le organizzazioni non governative, le organizzazioni religiose, i giovani hanno rinnovato il loro contributo al fianco di parlamentari e ministri per realizzare un mondo libero da armi nucleari attraverso la diffusione del Tpnw.
Si sono succeduti, come in un crescendo:

&gt; il Nuclear Ban Forum, un forum della società civile organizzato dalla Campagna Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, Ican);
&gt; la Conferenza sull’impatto umanitario delle armi nucleari, organizzata dal governo austriaco;
&gt; la Conferenza dei Parlamentari;
&gt; la Conferenza dei Giovani per il Tpnw;
&gt; la Prima Conferenza degli Stati Parti (1MSP).

A questa storica settimana siamo stati presenti anche noi del Comitato Senzatomica: un evento senza precedenti, che sempre di più ci avvicina all’obiettivo per cui lottiamo da anni. Siamo ancora più convinti che la nostra campagna abbia la missione di diffondere consapevolezza su tutta la crudele verità che si cela dietro l’astrattezza delle teorie di deterrenza nucleare.

(Le dichiarazioni citate negli articoli sono disponibili in italiano sul sito <a href="https://senzatomica.it/">senzatomica.it</a>)

[box type="bio"] IL TRATTATO SULLA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI Storico accordo adottato dalle Nazioni Unite il 7 luglio 2017 con il consenso pressoché unanime della comunità internazionale, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw) è il primo strumento legislativo applicabile su scala mondiale che mette categoricamente al bando gli strumenti di guerra più distruttivi e disumani che siano mai stati creati e fornisce una cornice giuridica per eliminare in maniera verificabile e irreversibile le armi nucleari e fornire assistenza alle vittime del loro uso o sperimentazione. Scaturisce dalla profonda preoccupazione dei governi mondiali di fronte alla crescente minaccia che le armi nucleari costituiscono per la sopravvivenza umana, la protezione dell’ambiente, lo sviluppo socioeconomico, l’economia mondiale, la sicurezza alimentare, la salute e il benessere delle generazioni presenti e future. I governi hanno così deciso di collaborare per sovvertire questo pericoloso stato di cose e chiudere definitivamente l’era delle armi nucleari. A seguito della cinquantesima ratifica il Trattato è entrato in vigore il 22 gennaio 2021. Attualmente sono 66 gli Stati che lo hanno ratificato e 89 quelli che lo hanno firmato.[/box]

IL NUCLEAR BAN FORUM
Un’immensa occasione di confronto per le organizzazioni della società civile impegnate nel disarmo nucleare con un variegato corpo di esperti costituito da sopravvissuti, accademici, attivisti e artisti provenienti da tutto il mondo. Di fronte all’inefficacia e all’assoluta fragilità della deterrenza nucleare come mezzo per mantenere la pace, è stata evidenziata la crescente necessità di valorizzare il diritto internazionale come strumento per regolare i comportamenti e le relazioni tra i paesi. In questo senso, il Tpnw rappresenta un modello di riferimento e la strada maestra per la completa eliminazione delle armi nucleari.
Dopo aver ascoltato le voci di tanti esperti, in particolare le testimonianze dei sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki e ai test nucleari, nonché le esperienze delle vittime dei territori contaminati dall’estrazione dell’uranio, è emersa ancora più chiara la responsabilità di trasmetterle alle generazioni future.

LA CONFERENZA DEI PARLAMENTARI
Anche la rete dei Parlamentari per il Tpnw era presente a Vienna. Riconoscendo il peso del loro ruolo di legislatori e rappresentanti del popolo, i circa trenta politici a sostegno del Trattato, provenienti da sedici paesi del mondo, hanno adottato un piano d'azione e una dichiarazione finale nella quale si afferma: «Finché queste armi esisteranno, tutti noi vivremo con un rischio intollerabile e terribile. Sosteniamo una rinnovata attenzione all’impatto di genere e razziale delle armi nucleari. Insieme al cambiamento climatico, le armi nucleari rappresentano un rischio esistenziale per l’umanità, minacciando di distruggere il tessuto sociale delle nostre società». Tra le altre iniziative discusse per far avanzare l'agenda del Tpnw nei rispettivi Parlamenti, è nata la proposta di organizzare audizioni con le comunità colpite e invitare altri parlamentari ad aderire al Parliamentary Pledge promosso da Ican (e in Italia da Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo).

I GIOVANI PER IL TPNW (YOUTH4TPNW)
Nel 2021 è nato un movimento internazionale di giovani a supporto del Tpnw, denominato Youth for Tpnw, con lo scopo di aggregare ragazzi e ragazze da tutto il mondo per creare una visione condivisa di un mondo libero da armi nucleari. Come giovani di Senzatomica abbiamo sostenuto il movimento partecipando alle riunioni pre1MSP, dalle quali è risultato il documento “Rivendicare il nostro futuro: priorità dei giovani per il Tpnw”. Durante la conferenza sono state discusse diverse proposte su come costruire una società più giusta e umana a tutto campo, che a partire dal disarmo nucleare investa anche altri problemi globali come il cambiamento climatico e la giustizia sociale. È emerso chiaramente come la radice di tutti questi problemi sia la stessa, l’oscurità fondamentale presente in ogni essere umano, e che l’approccio basato sulla “speranza attiva” promosso dalla SgI e da Senzatomica sia quello più duraturo e risolutivo. A conferma di ciò, congiuntamente alla delegazione della SgI abbiamo organizzato un laboratorio basato sul capitolo “La sfida della costruzione” della Proposta di pace 2020 di Daisaku Ikeda. I partecipanti erano entusiasti per aver potuto dialogare e condividere la propria visione di un mondo pacifico e libero da armi nucleari.

[box] «Come ultima generazione che ha avuto l’opportunità di ascoltare direttamente le storie degli hibakusha, è nostra responsabilità abolire le armi nucleari, mantenere l’impegno per la pace e costruire un mondo più equo attraverso la nostra solidarietà. Come esempi di resilienza e compassione, le loro testimonianze ci incoraggiano ad agire per l’abolizione. Dobbiamo ricordare il passato per imparare da esso, affrontare e fare i conti con la nostra storia per andare avanti» (dalla Dichiarazione di Youth for Tpnw)[/box] 


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<h1>Quando la bomba esplode non ci sono distinzioni</h1>

LA CONFERENZA SULL'IMPATTO UMANITARIO DELLE ARMI NUCLEARI
In ognuna delle tre sessioni in cui si è sviluppata la conferenza, si è partiti dalle conoscenze consolidate per arrivare alle frontiere della ricerca attuale. Due i filoni tematici: il rischio che un’esplosione o una guerra nucleare possano verificarsi al giorno d’oggi e l’impatto sulla società umana e sull’ambiente. Centrale nella prima sessione il tema dell’incertezza a cui ci espone la dottrina della deterrenza. Guardando alla storia, dal dopoguerra a oggi, è emerso chiaramente come l’aver evitato catastrofi nucleari sia stata la conseguenza più di buona fortuna che di buona gestione. Solo la prospettiva umanitaria ci riporta a contatto con la vita delle persone, mentre sostenere l’idea di una sicurezza basata sulle armi nucleari necessita di un salto di astrazione.
Nella seconda sessione sono stati discussi gli effetti di esplosioni di bombe nucleari “piccole” e di conflitti nucleari regionali. Nonostante la terminologia tenda a nasconderlo, un’arma nucleare tattica da un kilotone (quindici volte più piccola di quella fatta esplodere su Hiroshima) sarebbe abbastanza potente da indurre una ricaduta radioattiva (fallout) a lungo raggio, dagli effetti imprevedibili se enfatizzati dalle condizioni meteorologiche. Inoltre le polveri sollevate dall’esplosione oscurerebbero per mesi il cielo impedendo la fotosintesi clorofilliana e causando l’abbassamento della temperatura globale, provocando di conseguenza una crisi alimentare mondiale ancora per diversi anni dopo il conflitto in questione.
Infine, nella terza sessione sono stati evidenziati i possibili eventi scatenanti di una escalation nucleare nell’attuale situazione internazionale. Se nelle precedenti edizioni della
conferenza si sottolineava che molti di questi scenari erano dovuti a errori gestionali, ora si ricomincia a parlare di uso consapevole da parte degli Stati detentori.
Alla domanda: «Quali sono i reali ostacoli che i governi incontrano nell'abolire le armi nucleari?» i relatori hanno risposto: illusione di controllo, incomprensione dei rischi, mancanza di dialogo. Anche la struttura di potere degli Stati moderni rappresenta un ostacolo, poiché porta avanti un’idea di sicurezza nazionale basata sulla capacità bellica a scapito della sicurezza umana, che invece si fonda sulla capacità di uno Stato di assicurare ai propri abitanti un’esistenza in cui i diritti e i bisogni fondamentali vengono tutelati.
Come ha fatto notare Izumi Nakamitsu, Alta rappresentante delle Nazioni Unite per il disarmo, grazie a questo tipo di conferenze si stanno affermando due verità fondamentali: le conseguenze umanitarie delle armi nucleari sono catastrofiche e indiscriminate, non restano confinate nello spazio di una nazione e non si esauriscono nel tempo di un conflitto; nessuno Stato è sufficientemente preparato ad affrontare l'emergenza umanitaria immediata o le conseguenze a lungo termine della detonazione di un'arma nucleare in un'area popolata, né a fornire assistenza adeguata alle persone colpite.
L’approccio umanitario e ambientale rappresenta dunque un elemento propulsivo, poiché le conseguenze di un conflitto nucleare mettono tutti sullo stesso piano: diversi Stati possono avere diverse capacità offensive e difensive ma una volta che una bomba nucleare esplode non vi sono più distinzioni.

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<h1>Si può fare: il trattato in azione</h1>
LA PRIMA CONFERENZA DEGLI STATI PARTI DEL TPNW (1MSP)
Una vasta partecipazione: non solo della maggioranza degli Stati Parti e firmatari, ma anche di oltre trenta Stati osservatori che, pur non avendo ancora aderito al Trattato, con la loro presenza hanno dimostrato interesse e – forse – un appoggio, seppur indiretto, alla missione del Tpnw.
Purtroppo però l’Italia non era tra questi, l’unico Stato naTo dell’Unione Europea che ospita nel proprio territorio testate nucleari statunitensi a non essere presente – al contrario di Germania, Belgio e Paesi Bassi.
Ma la partecipazione più coinvolgente è stata quella della società civile, con ben 85 organizzazioni non governative di tutto il mondo. E tra queste c’eravamo anche noi del Comitato Senzatomica: un evento storico senza precedenti, che sempre di più ci avvicina all’obiettivo per cui lottiamo da anni. I lavori si sono aperti con le dichiarazioni dei partecipanti – Stati Parti e non – sul totale rifiuto delle armi nucleari e della deterrenza, che non preserva in nessun modo la pace ma pone a rischio l’umanità intera. È stato inoltre enfatizzato che, per realizzare gli obiettivi del Tpnw, è necessaria la collaborazione di tutte le nazioni del mondo.
Questo punto chiave è stato oggetto centrale della discussione iniziale: ogni Stato che aderisce al Tpnw rafforza la delegittimazione delle armi nucleari, rafforzando di conseguenza la norma globale che le rende inaccettabili, per cui tutti gli Stati e le organizzazioni non governative devono lavorare insieme verso la realizzazione di questo obiettivo.
In seguito si sono affrontati i temi riguardanti le tempistiche per lo smantellamento degli arsenali e le scadenze imposte agli Stati che ospitano testate nucleari per riconsegnarle agli Stati cui appartengono. A questo dibattito hanno contribuito numerosi esponenti della comunità scientifica, con suggerimenti pratici per l’applicazione di queste scadenze. Anche gli organi di controllo per l’implementazione del Trattato, l’assistenza alle vittime di Hiroshima e Nagasaki e dei test nucleari (oltre 2.000 condotti in tutto il mondo) e gli impatti ambientali sono stati oggetto di analisi. L’ultima giornata è stata dedicata a perfezionare l’operatività del Trattato e alla programmazione della 2MSP, presieduta dal Messico e fissata per la fine del 2023 presso la sede centrale delle Nazioni Unite a New York, mentre il Kazakistan presiederà la 3MSP.
Il grande lavoro condotto durante i tre giorni ha portato alla stesura della Dichiarazione di Vienna e di un Piano d’azione che evidenzia i passi concreti da intraprendere per impedire agli Stati possessori di usare le armi nucleari e procedere alla loro eliminazione.
Questa prima Conferenza ha lanciato un forte segnale, dimostrando che il Tpnw può raggiungere i suoi obiettivi in modo concreto. Vedere il Trattato all’opera sta ispirando altri Stati ad avvicinarsi al processo della sua ratifica. Durante la 1MSP, 8 paesi hanno annunciato che stanno lavorando per ratificare il Tpnw: il Brasile, la Repubblica Democratica del Congo, la Repubblica Dominicana, il Ghana, l'Indonesia, il Mozambico, il Nepal e il Niger.

[box] «Non ci fermeremo finché l'ultimo Stato non avrà aderito al Trattato, l'ultima testata non sarà smantellata e distrutta e le armi nucleari totalmente eliminate dalla Terra» (dalla Dichiarazione di Vienna 2022)[/box]

Sette giorni per salvare il mondo

Si inaugurerà nei prossimi mesi la nuova mostra Senzatomica, in una versione completamente aggiornata che ha come asse portante il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Come è già avvenuto nelle edizioni precedenti, grazie al contributo cruciale di volontari e volontarie si vuole realizzare un grande movimento di sensibilizzazione al disarmo nucleare che porti anche il nostro paese a ratificare il Trattato

Finalmente sta per ripartire l’attività che ha sempre caratterizzato la nostra campagna per il disarmo nucleare: la mostra “Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari”.
Quest’anno, grazie ai fondi dell’8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, abbiamo lavorato alla progettazione e alla realizzazione di una sua nuova versione, che sarà inaugurata a Roma nei prossimi mesi per poi essere ospitata a Brescia e Bergamo, capitali della cultura italiana nel 2023.

GLI OBIETTIVI
L’idea di progettare una nuova mostra parte dalla necessità di aggiornarne gli argomenti e i temi, poiché molto è successo nel campo del disarmo nucleare e nel mondo da quando sono state lanciate le due versioni precedenti, il cui obiettivo era creare un movimento di opinione per stabilire una norma che bandisse le armi nucleari. Ora che, con l’entrata in vigore dal 22 gennaio 2021 del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw) questo scopo è stato raggiunto, tra i principali obiettivi della nuova mostra vi è diffonderne l’importanza e portare anche l’Italia alla ratifica. Tale trattato, primo strumento legalmente vincolante che va a colmare un vuoto legislativo sull’abolizione delle armi nucleari, è centrale nella nuova mostra. Abbiamo voluto dar forza al Tpnw perché ci siamo resi conto, anche dallo scoppio del recente conflitto in Ucraina, quanto sia attuale ed essenziale far conoscere tale importante strumento che può, in modo concreto, mettere al bando le armi nucleari. Per questo il file rouge che attraversa il percorso della mostra è costituito dai passi del Preambolo del Trattato. Proprio come il filo di Arianna salva Teseo dalla violenza del Minotauro, così il Tpnw è l’elemento di speranza che guida l’umanità alla salvezza.
Una luce di speranza ben presente nelle parole di Setsuko Thurlow, sopravvissuta alla bomba di Hiroshima ed esponente di Ican, nel suo discorso per il ricevimento del Nobel per la pace nel dicembre 2017: «Quando avevo 13 anni ed ero intrappolata sotto le macerie in fiamme della mia scuola, ho continuato a spingere. Ho continuato a muovermi per raggiungere la luce. E sono sopravvissuta. Oggi la nostra luce è il Trattato. [...] Non importa quali ostacoli ci attendono, noi continueremo a muoverci, continueremo a spingere e continueremo a condividere questa luce con gli altri. Questa è la nostra passione e questo è il nostro impegno perché il prezioso mondo, l’unico che abbiamo, possa continuare a esistere».

IL PERCORSO
Il percorso si compone di cinque aree.
Si inizia con l’Atrio: attraverso la visione di video sulle testimonianze di sopravvissuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaki si entra in contatto diretto con le atroci sofferenze vissute dal popolo giapponese in quel periodo. Segue l’Atmosfera della memoria, dove si ripercorre la storia dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki con le conseguenze che perdurano ancora oggi per i sopravvissuti. Sono presenti alcune postazioni di realtà virtuale mediante le quali si invita a sperimentare momenti di immersione e di immedesimazione, rivivendo in prima persona la crudeltà delle armi nucleari e i loro effetti devastanti sul genere umano e sul pianeta.
Si passa poi alla Libreria delle voci, dove si affrontano i temi della deterrenza nucleare, del significato della sicurezza, del confronto tra le spese militari e quelle per gli obiettivi di sviluppo sostenibile, per spostare gradualmente l’attenzione su come potrebbe essere un mondo senza armi nucleari e presentare gli sforzi che la società civile ha compiuto al fine dell’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.
Nell’area conclusiva si mira a far riflettere sulla responsabilità che ci si può assumere in prima persona per realizzare un mondo libero da armi nucleari: oltre ad alcuni pannelli vi è uno spazio dedicato ai laboratori con la presenza di un tavolo – il Tavolo delle genti – dove si possono approfondire temi specifici della mostra in modo interattivo. Intorno al Tavolo delle genti si possono realizzare attività dedicate a studenti e studentesse delle scuole che generino partecipazione, riflessione, interazione, allo scopo di far vivere un’esperienza in cui possano sentirsi artefici del cambiamento.
Infine, visitatori e visitatrici lasciano la mostra passando attraverso il Tunnel dell’intenzione, dove possono esprimere il proprio impegno o determinazione verso un cambiamento che desiderano vedere, e attuare, nella società.

CONCLUSIONI
Nella Proposta di pace 2022 il presidente Ikeda descrive gli elementi che ritiene essenziali per superare le crisi attuali e «aprire un capitolo nuovo nella storia dell’umanità». Tra questi il primo è «ricucire il tessuto sociale affinché possa sostenere la vita delle persone negli anni e nei decenni a venire». E continua: «C’è il rischio che la necessità di proteggerci abbia prodotto una sorta di “lockdown di consapevolezza” che renderà più difficile impegnarsi in iniziative che vadano al di là del nostro ambiente più prossimo» (Allegato a BS, 220). È nostro sincero desiderio mettere la mostra al servizio della società e renderla un’occasione per riportare le persone a unirsi per una causa comune, a riscoprire il desiderio di essere in relazione con gli altri e per gli altri superando il senso di chiusura indotto dalla pandemia. Per ritrovare la gioia di impegnarsi nel dialogo e costruire una rete sempre più vasta di amicizia e solidarietà nella società.

Senzatomica - Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari

Alla vigilia della Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione nucleare (Npt), il presidente della Sgi ha rilasciato una dichiarazione in cui chiede l’adozione del principio di “Non Primo Uso” delle armi nucleari, secondo il quale una potenza nucleare si impegna a non utilizzare armi nucleari come mezzo di guerra a meno che non venga prima attaccata con armi nucleari da un altro paese

Sono trascorsi settantasette anni dai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki e non solo non c’è stato alcun progresso concreto in direzione dell’abolizione delle armi nucleari, ma il rischio che siano effettivamente impiegate è cresciuto ai massimi livelli dalla fine della guerra fredda. Le armi nucleari non devono mai essere usate ed è necessario che si prendano misure concrete per prevenire questa tragica eventualità.
Il 3 gennaio di quest’anno i leader dei cinque Stati detentori di armi nucleari (Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina) hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per la prevenzione di una guerra nucleare ed evitare la corsa agli armamenti, dove affermano che «una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta». In un mondo lacerato da divisioni sempre più profonde è essenziale che tutti gli Stati possessori di armi nucleari dichiarino la loro intenzione di mantenere una posizione di astensione da una guerra nucleare. In base a ciò devono prendere misure tempestive per eliminare la possibilità che vengano impiegate armi nucleari nei conflitti in corso – una miccia che potrebbe scatenare orrori catastrofici – e garantire che la minaccia del loro uso non sia contemplata nei conflitti futuri.
Chiedo con estrema urgenza che nel Documento finale della Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, che si aprirà il primo agosto presso la sede delle Nazioni Unite, vengano inclusi i seguenti punti:

&gt; che i cinque Stati possessori di armi nucleari si impegnino a continuare a rispettare la loro Dichiarazione congiunta di gennaio, prendendo misure immediate per ridurre i rischi posti dalle armi nucleari secondo gli impegni per il disarmo nucleare sanciti nell’Articolo VI;
&gt; che i cinque Stati possessori di armi nucleari diano la massima priorità al dichiarare, in una data più vicina possibile, il loro impegno a rispettare il principio di “Non Primo Uso”;
&gt; che allo scopo di dare una forma concreta alla dichiarazione congiunta secondo cui essi «non useranno mai armi nucleari gli uni contro gli altri o contro qualsiasi altro Stato», il principio di Non Primo Uso venga universalizzato come politica di sicurezza di tutti gli Stati possessori di armi nucleari e di tutti gli Stati dipendenti dal nucleare.
Tale urgente invito a inserire il principio di Non Primo Uso nel quadro del Npt è motivato dal fatto che, se l’obiettivo di prevenire una guerra nucleare verrà perseguito attraverso le attuali politiche di deterrenza, qualsiasi riduzione del rischio che si riesca a realizzare a breve scadenza non modificherà comunque il quadro di scontri e minacce reciproche. L’adozione di una politica di Non Primo Uso può migliorare in maniera significativa il clima di sicurezza globale. Per fare un esempio, quando nel giugno 2020 Cina e India ebbero scontri a livello di confine che provocarono dozzine di vittime, i loro impegni al Non Primo Uso contribuirono a contenere le tensioni e a porre un freno alla degenerazione del conflitto. Man mano che sempre più Stati adotteranno il principio di Non Primo Uso si rafforzerà ulteriormente la norma secondo cui le armi nucleari non devono mai essere impiegate, riducendo l’incentivo a costruire arsenali nucleari. In aggiunta, ciò potrebbe contribuire a spezzare il circolo vizioso della proliferazione nucleare, in cui l’accresciuta minaccia induce sempre più Stati a voler sviluppare i propri arsenali. L’effetto positivo generato dall’adozione del Non Primo Uso non sarebbe limitato all’ambito della sicurezza. Disinnescare il sistema di minacce nucleari reciproche, che ha esacerbato le tensioni e le divisioni a livello globale, libererebbe risorse attualmente indirizzate alla competizione nucleare da impiegare invece per proteggere la vita, i mezzi di sussistenza e la dignità delle persone in ambiti come la pandemia da Covid-19 e il cambiamento climatico. Mi appello energicamente agli Stati Parti affinché colgano l’opportunità di questa conferenza di revisione del Npt per includere nel Documento finale l’impegno a una politica di Non Primo Uso da parte degli Stati nucleari, il sostegno di tutti gli Stati Parti a questo principio e l’estensione delle garanzie di sicurezza a tutti gli Stati non nucleari, promuovendo così la transizione a un nuovo paradigma di sicurezza.

[box]IL TRATTATO DI NON PROLIFERAZIONE NUCLEARE (Npt), entrato in vigore
nel 1970, è un trattato internazionale sulle armi nucleari che si basa su tre princìpi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare. Vi aderiscono 191 Stati.[/box]

Una massima orientale afferma: «Una persona caduta al suolo si rialza appoggiandosi al suolo stesso» (La cura delle malattie karmiche, RSND, 1, 563). Allo stesso modo possiamo rivelare la nostra vera forza come esseri umani quando andiamo oltre la semplice risoluzione di una crisi immediata e usiamo quell’esperienza per creare qualcosa di totalmente nuovo.
Dobbiamo ricordare che lo scopo del Npt non è mai stato quello di mantenere per sempre la minaccia di un possibile scontro nucleare come destino ineluttabile dell’umanità.
È fondamentale imparare dall’esempio degli hibakusha – le vittime delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki e coloro che hanno subìto gli effetti nefasti derivati dalla produzione e dai test di armi nucleari – i quali hanno continuato a esprimere a gran voce la loro determinazione affinché nessuno debba mai più soffrire quanto loro hanno sofferto. Finora l’obiettivo primario della politica di deterrenza nucleare è stato dissuadere gli avversari dall’impiegare armi nucleari, uno scopo perseguito espandendo gli arsenali. Gli Stati dovrebbero fare un passo indietro e rivolgere quello sguardo severo, che ora è puntato sulle minacce poste dagli altri Stati, verso le minacce insite nelle loro stesse dottrine nucleari. Invito tutti gli Stati a concentrarsi seriamente sul contributo che ciascuno può dare alla prevenzione di una guerra nucleare e alla riduzione drastica del rischio dell’uso di armi nucleari. Stabilire il principio di Non Primo Uso è un primo passo essenziale verso questo fine.

Stabilire il principio di "Non Primo Uso": un passo essenziale per liberare il mondo dalla paura

«Voglio denudare e strappare gli artigli che si celano nelle estreme profondità di simili ordigni. Perché dico questo? Perché noi, cittadini del mondo, abbiamo il diritto inviolabile di vivere. Chiunque metta in pericolo questo diritto è un demone, un mostro» (Josei Toda, 8 settembre 1957). Una dichiarazione quanto mai attuale oggi, in giorni in cui l'impiego di armi nucleari viene minacciato sempre più spesso. 

Disarmo nucleare

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