Il vero beneficio, nella pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin, è il conseguimento della Buddità nella forma presente, che si manifesta attraverso uno splendore umano che tocca il cuore degli altri. A questa meravigliosa condizione vitale il Daishonin vuole aprirci gli occhi quando dichiara il suo grande voto di realizzare la felicità di ogni essere umano, che è la promessa di tutti i Budda e il desiderio originale della vita.
Solo una comunità di discepoli in perfetto accordo con l'intento del Budda e pervasa da una profonda armonia è in grado di ereditare e trasmettere all'umanità la Legge per l'ottenimento dell'Illuminazione in questa vita. Non c'è altro modo.
Questi sono gli argomenti trattati durante il Corso europeo di studio che si è svolto nel luglio scorso a Milano e che ha visto la partecipazione di Katsuji Saito, responsabile del Dipartimento di studio della Soka Gakkai Internazionale.
Nelle pagine seguenti riportiamo ampi estratti e rielaborazioni delle varie lezioni.

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Lo splendore umano

La dottrina dei benefici

L'apertura degli occhi

Ereditare la Legge

Come possiamo incoraggiare le persone che stanno praticando e soffrendo per gli stessi problemi da tanti anni?

Se una persona pratica da tanto tempo per realizzare uno scopo e questo non si realizza, non è detto che nel frattempo non stia sperimentando i benefici della Legge mistica. Il fatto che continui a lottare è di per sé un beneficio. Nel Buddismo ci sono benefici visibili e invisibili. Il beneficio invisibile è l'ottenimento della Buddità in questa esistenza, ed è il vero beneficio della nostra pratica buddista. Se una persona non riesce a risolvere e per questo continua a soffrire, allora c'è un problema nel suo atteggiamento nella fede che potrebbe portarla addirittura a smettere di praticare. Questa sofferenza probabilmente deriva dal fatto che non riesce a vedere il risultato dei suoi sforzi.
Nella vita ci sono sempre problemi da superare, e bisogna continuare ad affrontarli. La vera trasformazione da fare è arrivare a pensare: «Sto conducendo questa sfida per mostrare agli altri come lottare. Posso essere utile alle persone con questa mia lotta per mostrare come si può vincere». Questo è l'atteggiamento forte da avere, continuare a sfidarci nelle situazioni difficili che ci mettono alla prova con questo senso di missione, senza sentirci esausti.
Ognuno di noi ha dei punti deboli nella sua vita, aspetti che non riesce facilmente a risolvere: problemi familiari, ostacoli alla pratica da parte della famiglia, malattie da cui non riesce a guarire, problemi economici... Il Daishonin afferma che gli ostacoli e le avversità ci assalgono in maniera disorientante affinché, grazie alla Legge mistica, possiamo superarli e mostrare la prova concreta dell'insegnamento che abbiamo abbracciato. Possiamo portare a termine la nostra missione proprio grazie a questi problemi. La cosa importante è continuare a sfidarsi, a lottare, e il risultato sarà sbalorditivo, al di là di ogni aspettativa. Infatti il vero beneficio, nel Buddismo del Daishonin, è la trasformazione del veleno in medicina.
A volte ci vuole del tempo, per risolvere un problema, e dovremmo incoraggiare così: «Sei sulla strada giusta, stai lottando, stai rivoluzionando la tua vita». Dare incoraggiamenti simili, offrendo parole di lode, è davvero importante.
Ma a volte qualcuno non riesce a risolvere un problema che non sembra neanche tanto grave, e continua a soffrire. Forse non sta veramente guardando in faccia questo problema, oppure lo sta evitando, e per questo motivo non riesce a ottenere un risultato. Bisogna allora far notare che questa passività non è vincente.
Oppure ci si chiede: perché se questa persona affronta e lotta non riesce ad avere un risultato? Dobbiamo anche considerare l'atteggiamento nella fede. Avere fede nel Sutra del Loto è credere che possiamo rivoluzionare noi stessi, che possiamo davvero trasformare il veleno in medicina. Chi non riesce a credere che sia possibile il cambiamento personale recita Daimoku in modo rassegnato pensando: «Anche se lotto non ce la farò». Ciò rispecchia un atteggiamento di non voler risolvere fino in fondo, e la recitazione del Daimoku diventa così un rifugio.
È importante insegnare che tipo di determinazione bisogna avere. Questo non significa rimproverare, ma far capire come dovrebbe essere l'ichinen, l'atteggiamento nella fede. Il fatto di credere nella Legge mistica ha il potere di cambiare in modo anche sbalorditivo e radicale la nostra vita: persino quando siamo nel mondo di Inferno siamo in grado di manifestare la Buddità, così funziona il principio del mutuo possesso dei dieci mondi nella nostra vita. Questo significa trasformare il veleno in medicina. Quando lottiamo per disperdere la nuvola nera dell'oscurità, naturalmente si manifesta il mondo della Buddità che esiste dentro di noi.
Per incoraggiare una persona che sta evitando di affrontare un problema, che sta scappando dalla lotta, è importante aiutarla a rafforzare la sua fede, la sua determinazione, il suo ichinen.

Qual è il significato dell'espressione "senza inizio" all'interno del brano: «I nove mondi sono presenti nella Buddità senza inizio e la Buddità è intrinsecamente presente nei nove mondi senza inizio. Questo è il vero mutuo possesso dei dieci mondi, i veri cento mondi e mille fattori, i veri tremila regni in un singolo istante di vita» (L'apertura degli occhi, RSND, 1, 208)?

L'espressione "senza inizio" è contenuta nel sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, Durata della vita, e si riferisce all'ottenimento della Buddità di Shakyamuni. In India, secondo il concetto della trasmigrazione, l'espressione temporale "senza inizio" era molto comune e aveva il significato di "eterno". Quando il Buddismo fu introdotto in Cina, per indicare l'epoca dell'Illuminazione di Shakyamuni fu adottata invece l'espressione gohyaku jintengo - un tempo remoto tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi di mondi - con però la premessa che il Budda eterno si reincarna eternamente. Nichiren Daishonin usa l'espressione "Buddità senza inizio" e "nove mondi senza inizio" per permettere di comprendere questa dimensione temporale eterna, una condizione che esiste da sempre e per sempre.
Apparentemente, secondo la lettura del Sutra del Loto "sulla superficie del testo", sembra che Shakyamuni abbia ottenuto la Buddità in un momento specifico del passato. Mentre il Daishonin, per descrivere il Budda eterno del capitolo Durata della vita, afferma che il Budda ha ottenuto l'Illuminazione nel tempo senza inizio, come dice nel brano seguente che costituisce la lettura del Sutra del Loto "nella profondità del testo": «Il Budda Shakyamuni dentro la nostra vita è il Budda eterno dal tempo senza inizio che ottenne i tre corpi ancor prima di un tempo remoto tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi di mondi (gohyaku jintengo)» (L'oggetto di culto per l'osservazione della mente, RSND, 1, 325).
Bisogna notare che con l'espressione "tempo senza inizio" il Daishonin sta parlando del momento presente, e in generale di un momento qualunque. Infatti, come nello spazio infinito dell'universo ogni punto è centrale, anche nel tempo infinito ogni momento è centrale, non esiste un prima e un dopo. Questo luogo e questo tempo, qui e ora, sono al centro della vita.
Se affermiamo che Shakyamuni ottenne l'Illuminazione nel remoto passato, fra lui e noi esseri comuni c'è una separazione, perché quel passato così remoto è pur sempre un momento preciso, molto lontano da ora; se affermiamo invece che Shakyamuni è stato sempre illuminato, o illuminato dal tempo senza inizio, intendiamo che tutte le persone possono conseguire la Buddità, perché quel tempo può essere anche ora.
Non dovremmo intendere qui una dimensione temporale orizzontale, cioè immaginare un riferimento cronologico situato nel passato; ma piuttosto considerare una dimensione verticale, da cercare nell'istante presente profondamente dentro la vita. Noi siamo originariamente Budda: questo è il significato dell'ottenimento della Buddità senza inizio. Ciò che viene spiegato nel capitolo Durata della vita va inteso in questa prospettiva, in una dimensione verticale. Non si deve cercare nel passato ma in profondità, nel Budda che siamo sempre stati. Questo è il significato profondo del capitolo Durata della vita. Noi siamo la manifestazione del mutuo possesso dei dieci mondi, siamo la manifestazione della Buddità.
In passato, riguardo a questi concetti, la Nichiren Shoshu spiegava che il Daishonin , il Budda originale del tempo senza inizio, era il maestro di Shakyamuni che si era illuminato nel remoto passato, e che quest'ultimo aveva ottenuto la Buddità grazie al Daishonin. Ma vedere le cose in questa prospettiva non permette di comprendere il vero significato dell'espressione "tempo senza inizio". Il significato più importante è quello della dimensione verticale.
Nel Sutra del Loto Shakyamuni è il Budda eterno, che ha predicato e predica da sempre. Inoltre, secondo il Sutra del Loto, "senza inizio" vale per tutte le persone, per tutte le vite. Ciascuno di noi esiste ed esisterà sempre, nell'eternità.

Nel Gosho Lettera ai fratelli c'è scritto che questo mondo è il regno del demone del sesto cielo e possiamo quindi affermare che la guerra fa parte della natura umana. Qual è la visione della pace che tratteggia il presidente Ikeda? Non ci sarà più violenza o ce ne sarà di meno? Come possiamo risolvere tutti i conflitti esistenti attraverso il dialogo?

Daisaku Ikeda non ha mai descritto una futura società ideale. Dice spesso che il suo grande desiderio - affinché l'umanità possa cambiare il suo karma - è vedere la filosofia della dignità della vita messa in pratica. Quando questa filosofia si radicherà nella società ci saranno meno violenza e meno guerre, perché queste derivano dall'ignoranza innata.
La nostra vita è la manifestazione dei dieci mondi, quindi esisterà sempre qualcuno che vive nei mondi bassi. Tuttavia ci saranno meno guerre e violenze se sempre più persone rispetteranno la dignità della vita. Quando questa trasformazione spirituale diventerà la corrente principale della società, tutto cambierà. Questo è l'obiettivo di Ikeda.
Le proposte di pace che Ikeda scrive ogni anno sono divise in due parti. La prima parte riguarda la filosofia della dignità della vita, la seconda riguarda invece gli aspetti più tecnici e concreti. Quando Ikeda scrive queste proposte di pace, vuole incoraggiare la trasformazione spirituale delle persone. La sua priorità è stabilire la filosofia della dignità della vita, e su questa base realizzare delle proposte concrete. La visione della pace che ha Ikeda si può cogliere guardando a come egli si concentra sul cambiamento di una persona, una visione molto chiara che si evince dalla prefazione del romanzo La rivoluzione umana: «La rivoluzione umana di un singolo individuo [...] condurrà infine al cambiamento di tutta l'umanità».
Nichiren Daishonin afferma che la tendenza al conflitto è tipica dell'epoca di Mappo, in cui le persone sono illuse, ma non ha mai detto che la guerra fa parte della natura umana. La visione buddista della vita e dell'universo è quella dei tremila regni in un singolo istante di vita e del principio del vero aspetto di tutti i fenomeni, secondo cui all'origine di tutto c'è l'armonia. È la manifestazione della nostra oscurità fondamentale ciò che genera conflitti e violenze e non ci permette di manifestare questa armonia. Il nostro obiettivo non è quindi costruire ex-novo una società pacifica futura, ma ristabilire la condizione originale, restaurare, curare l'armonia ferita.
Il Sutra del Loto spiega che la pura terra del Budda è già presente, ma noi non riusciamo a manifestarla a causa delle illusioni. L'obiettivo è realizzare la pura terra dove siamo ora. Non c'è un mondo ideale o un modo stabilito in cui la società dovrebbe essere. Ognuno deve lottare al massimo dentro di sé per manifestare e rispettare la dignità della vita.
Ogni persona, ogni individuo, può creare la pace, questo intende Ikeda quando parla di pace nel mondo.

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Lo splendore umano

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