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di Daisaku Ikeda

Questo articolo fa parte di un libro dal titolo From the Ashes a Spiritual Response to the Attack on America. Experience, Strength, and Hope from Spiritual Leaders and Extraordinary Citizens (Dalle ceneri una risposta spirituale all’attacco all’America. Esperienze, forza e speranza dai leader spirituali e da cittadini straordinari), edito dalla Rodale Book nell’ottobre 2001. In queste pagine capi spirituali di tutto il mondo di ogni fede e tradizione, tra i quali il Dalai Lama e il reverendo Desmond Tutu, hanno unito le loro voci per aiutare i lettori a confrontarsi con il complesso di emozioni, domande e problematiche generate da questa terribile tragedia.
I fondi ricavati dalla vendita del libro saranno devoluti ai familiari delle vittime degli attentati

22 settembre 2001
All’indomani del terribile shock provocato dai tragici eventi dell’11 settembre, esprimo le mie più sentite condoglianze a tutti coloro che sono stati direttamente colpiti. Dal più profondo del mio cuore prego per le vittime e perché le loro famiglie trovino forza interiore, sollievo e alla fine una rinnovata felicità.
È impossibile non essere indignati di fronte a questa assurda perdita di vite umane. E tuttavia non sono i numeri che rendono questa tragedia così orrenda. Ogni singola persona perduta è insostituibile ed enormemente preziosa – una sorella amata, un padre, un figlio, una madre o un amico. Ciascuna vita contiene infinite possibilità che attendono di essere realizzate. Nel modo più terribile che si possa immaginare, questa tragedia ci riconduce all’immenso valore della vita umana.
In tutti i suoi insegnamenti il Buddismo sottolinea la sacralità e il valore supremo della vita, soprattutto della vita umana. In una scrittura è detto: «Un singolo giorno di vita è più prezioso di tutti i tesori dell’universo». Il terrorismo, che così crudelmente sottrae la vita alle persone, non potrà mai essere scusato o giustificato in nessuna circostanza e per nessun movente particolare. È un male in senso assoluto. E quando atti del genere vengono perpetrati in nome della religione, si dimostra il totale fallimento spirituale dei protagonisti.
In quanto esseri umani che condividono una stessa casa, siamo stati tutti colpiti da questo terribile evento. Per usare le parole di Martin Luther King: «L’ingiustizia commessa in un luogo qualunque è una minaccia alla giustizia ovunque». Dobbiamo unirci tra diverse nazionalità e fedi religiose per creare un mondo libero dalle ingiustizie, dalla violenza e dal terrore. Faccio appello alla creazione di un tribunale internazionale giusto ed equo per provare la colpevolezza di questi atti di terrorismo e di altri crimini contro l’umanità.
Ma la lotta al terrorismo richiede più di una cooperazione internazionale a breve termine. Richiede un profondo riesame della natura della civiltà umana. Per la maggior parte della sua storia l’umanità è stata infatti intrappolata dentro circoli viziosi di odio e rappresaglie. Oggi dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per spezzare questo ciclo e trasformare la sfiducia in fiducia. Credo che questo sia il più efficace e fondamentale antidoto contro il terrorismo e il suo disgustoso culto della violenza.
La funzione del male è quella di dividere, di alienare le persone le une dalle altre e di opporre una nazione a un’altra. L’universo, questo mondo e le nostre stesse vite sono teatro di una continua lotta tra odio e compassione, tra gli aspetti distruttivi e costruttivi della vita. Non bisogna mai smettere di confrontarsi con il male, a ogni occasione.
Questo attacco è stata una manifestazione fondamentale del male e ci dimostra la profonda vigliaccheria della quale la natura umana è capace. In definitiva, il male sul quale ognuno di noi deve trionfare è l’impulso verso l’odio e la distruzione che risiede in ciascuno di noi.
Se non riusciremo a ottenere una sostanziale trasformazione all’interno della nostra stessa vita, tale da percepire la profonda connessione che esiste tra noi e tutti gli altri esseri umani, e sentire le loro sofferenze come le nostre, non potremo mai liberarci dai conflitti e dalle guerre. In questo senso, ritengo che un approccio attraverso il “potere duro”, basato sulla forza militare, non porterà a nessuna reale soluzione a lungo termine.
Ritengo piuttosto che il dialogo rappresenti la chiave per qualsiasi soluzione che duri nel tempo. Ora, più che mai, dobbiamo mettere in atto uno sforzo ulteriore per comprenderci gli uni con gli altri e impegnarci in un dialogo sincero. Le parole dette con il cuore hanno il potere di cambiare la vita di una persona. Esse possono anche sciogliere le pareti di ghiaccio create dalla sfiducia che separa i popoli e le nazioni. Dobbiamo estendere il nostro sforzo per promuovere il dialogo tra le diverse culture e all’interno di ciascuna di esse.
Sono fermamente convinto che non siamo nati su questa Terra per odiarci e distruggerci reciprocamente. Occorre restaurare e rinnovare la nostra fiducia nell’umanità e nei nostri simili. Non dobbiamo mai perdere di vista il fatto che possiamo ancora fare del XXI secolo un’epoca dove non divampino guerre e violenza, un’epoca nella quale tutte le persone possano vivere in pace. Per raggiungere tale obiettivo dobbiamo impegnarci affinché il profondo rispetto della vita diventi lo spirito che guida i nostri tempi e l’intero pianeta. Credo che questo sia il modo più grandioso e duraturo per onorare la memoria delle vittime di questa immensa tragedia.