È nella fede la chiave d’accesso alla protezione dell’ambiente. «Più forte è la fede, maggiore è la protezione degli dèi» (RSND, 1, 546).
Quando recitiamo Daimoku per manifestare la natura illuminata e ci sforziamo per kosen-rufu, proprio in quel momento, la Buddità si manifesta anche nel nostro ambiente.
L’azione interna produce una protezione esterna.
Accade sempre. Anche quando non sembra sia così.
Accade in accordo con il principio di non dualità fra individuo e ambiente.
Che ne siamo consapevoli o meno, le persone e le situazioni intorno a noi cominciano a lavorare per aiutare la nostra crescita e proteggere ogni nostro sforzo.
Questa funzione protettiva nel Buddismo è personificata dagli dèi celesti. Tutto il nostro ambiente, il sole, la luna, le stelle, la terra, l’intero universo, comprese le persone che ci circondano, sono parte dell’armonia cosmica, che è anch’essa manifestazione di Nam-myoho-renge-kyo. Proprio come la nostra vita. Per questo pregare con fede muove la realtà. Perché queste energie non esistono indipendentemente da noi, anzi sono un riflesso del nostro atteggiamento.
La protezione può assumere varie forme. In alcuni casi possono essere fatti evidenti, come scampare a un incidente o ricevere un aiuto inaspettato proprio nell’istante in cui serve.
Ma l’azione delle funzioni protettive non è sempre così eclatante.
Può nascondersi, a volte, dentro le parole gentili di chi ci incoraggia quando sembra abbandonarci la fiducia. Può nascondersi anche in una stasi apparente, può essere dover aspettare il momento giusto perché una cosa accada proprio quando abbiamo maturato la capacità per goderne.
La cosa che resta salda è che ogni singolo Daimoku, ogni azione per kosen-rufu, muove le funzioni protettive.
Nel capitolo Dharani del Sutra del Loto «c’è una scena emozionante in cui i bodhisattva, gli dèi buddisti e persino i demoni, con grande entusiasmo giurano, l’uno dopo l’altro, di difendere e proteggere chi si impegna in questa grande lotta» (D. Ikeda, SSDL, 3, 332).
Persino i demoni. Le energie negative che ostacolano l’Illuminazione si impegnano anch’esse a proteggerci. Diventano alleate. Dèi celesti e demoni esercitano su di noi una influenza positiva o negativa a seconda del nostro atteggiamento.
Gli shoten zenjin sono la forza della nostra vita stessa.
L’azione continua di rafforzare la fede avrà come effetto quello di mantenere attivi gli dèi celesti e i demoni facendoli lavorare entrambi a nostro beneficio. Quando recitiamo un forte Daimoku, «forza e compassione emergono e la nostra vita risplende di gioia e saggezza. Tutti i Budda e le divinità buddiste dell’universo ci vengono in aiuto. La vita diventa divertente» (D. Ikeda, Giorno per giorno, Esperia, 14 giugno).
Noi, la comunità buddista tutta, siamo la protezione reciproca. Questo è uno dei punti più importanti. Io posso ricevere protezione e anche offrirla, in una giostra di gioia che trasforma la società. Nella nostra cultura si immagina la protezione come qualcosa di esterno. «Proteggimi, fammi sentire al sicuro».
Per il Buddismo non è così.
Niente e nessuno può proteggerci quanto la nostra fede.
Bibliografia:
Il dizionario del Buddismo, Esperia.
Daisaku Ikeda, La saggezza del Sutra del Loto, Esperia, vol. 3, cap. 26, Dharani.