Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese (in giapp. Rissho ankoku ron) è uno degli scritti più importanti del Daishonin. Contiene istruzioni pratiche che costituiscono la base del suo insegnamento, che si dice inizi e finisca con questo trattato. Si potrebbe affermare che la vita stessa di Nichiren Daishonin, piena di avversità e dedita interamente alla salvezza delle persone, sia stata volta alla realizzazione del principio di "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese".
Rissho, "adottare l'insegnamento corretto", significa consolidare la Legge corretta nel cuore delle persone, mentre ankoku, "pace nel paese", indica la realizzazione di una società pacifica dove le persone possano esprimere al massimo la propria condizione vitale di umanità. Corrisponde a una condizione di sicurezza, tranquillità e pace di tutte le persone, ed equivale in definitiva a una società capace di costruire la pace. Inoltre, poiché la parola "paese" contenuta nel termine ankoku non indica un particolare Stato ma si riferisce al territorio dove vivono le persone, denota il pianeta intero.
La nostra pratica mira ad approfondire la comprensione del principio di "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese" e a realizzare questo principio in modo concreto. Tale pratica rappresenta il più importante punto di partenza per la costruzione della pace e della felicità di tutte le persone.
Inoltre il messaggio contenuto in questo scritto riveste un'importanza sempre maggiore a livello globale: le persone di tutto il mondo sono alla ricerca di una profonda filosofia umanistica e molti desiderano che avvenga un cambiamento nella società. Spesso inoltre proprio questo è il motivo che spinge molte di loro a entrare nella Soka Gakkai. Ecco l'importanza di approfondire la filosofia del Buddismo esposta in questo scritto, che pone il dialogo cuore a cuore alla base di ogni possibile cambiamento rivoluzionario nella società.
Questo trattato (RSND, 1, 6-27) venne sottoposto il 16 luglio 1260 da Nichiren Daishonin a Hojo Tokiyori, una delle figure più influenti del governo militare di Kamakura, come ammonimento all'autorità del paese.
Articolato in dieci domande e nove risposte, è un dialogo tra un padrone di casa (Nichiren Daishonin) e un ospite (Hojo Tokiyori) non consapevole di cosa sia corretto e cosa sia errato alla luce del Buddismo. Riportando vari sutra come prove documentarie, il padrone di casa spiega all'ospite il punto di vista corretto sulla base della Legge. Pur mostrando irritazione e a volte collera l'ospite, approfondendo il dialogo con il padrone di casa, inizia a rendersi conto della propria ignoranza e alla fine decide di scartare le dottrine errate e prendere fede nell'insegnamento corretto.
Il trattato inizia così: «Una volta un viaggiatore si lamentava così [con colui che lo ospitava]: "Negli ultimi anni si sono manifestate insolite perturbazioni nel cielo e strani fenomeni sulla terra. Carestie e pestilenze affliggono ogni angolo dell'impero e si diffondono in tutto il paese. Buoi e cavalli cadono morti per la strada e le loro ossa ricoprono le vie maestre. Più della metà della popolazione è stata falciata dalla morte e non c'è una persona che non pianga almeno un lutto in famiglia"» (RSND, 1, 7).
Si pensa che il Daishonin vivesse in una zona di Kamakura molto popolata e che avesse visto con i suoi occhi i terribili effetti sulla gente causati dai disastri che si stavano susseguendo da lungo tempo. Di fronte a questo spettacolo raccapricciante e privo di speranza l'ospite manifesta la volontà di salvare le persone che stavano sprofondando nella sofferenza più assoluta.
Il padrone di casa risponde: «Fino a oggi mi sono preoccupato da solo, angustiato nel profondo del cuore» (Ibidem). E prosegue: «Ma ora che voi siete qui possiamo lamentarci insieme e discutere a fondo questi problemi». Il dialogo ha inizio da questa "preoccupazione condivisa" dal padrone di casa e dal suo ospite.
Prima di tutto gli esseri umani
Mentre nel Giappone di allora la maggior parte delle scuole buddiste rivolgeva il suo interesse verso lo Stato e le autorità politiche, il Daishonin poneva costantemente al centro le persone. Anzi, esortava le autorità politiche e il clero a occuparsi delle persone comuni e ad agire in base ai loro bisogni.
Se non si assume lo stesso punto di vista del Daishonin, secondo cui le persone comuni sono il pilastro e la base della società, non si può comprendere il vero significato di questo trattato.
Anche alla base della Soka Gakkai c'è sempre lo schierarsi dalla parte delle persone comuni. Scrive a proposito il presidente Ikeda: «Quello che conta sono le persone. È necessario costruire una società in cui tutti possano godere di una vita pacifica e sicura e a questo scopo dobbiamo fermamente adottare i princìpi del rispetto per la vita e la dignità umana. Ogni vita è enormemente preziosa. Non dobbiamo permettere che prevalga la tendenza a sminuire il valore della vita e degli esseri umani, anzi è vitale impegnarsi per creare una società che dia valore alla vita e alla felicità di ciascun individuo. Questa è la pratica di adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese nel XXI secolo. [...] "Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese" è la realizzazione del sogno dell'umanità, il raggiungimento del grande desiderio di tutti: quello della pace. Spero che voi, miei giovani amici, continuiate ad avanzare con successo verso questo sogno, giorno dopo giorno. Quando vi dedicate sinceramente ad adottare l'insegnamento corretto per la pace del paese avete modo di manifestare il potere del Budda e di tirare fuori la vostra più grande forza come individui. Vi invito a continuare a sfidarvi nella vostra rivoluzione umana espandendo nella società e nel mondo la nostra grande rete dedicata alla vittoria del bene» ("I giovani e gli scritti di Nichiren Daishonin", BS, 143, 62-65).
Gli dèi benevolenti abbandonano il paese | sezione 1
Il Daishonin, all'inizio del trattato, rivela la causa fondamentale dei disastri e delle calamità1.
«Il mondo in genere oggi volta le spalle a ciò che è giusto e tutti indistintamente seguono ciò che è male. Questa è la ragione per cui le divinità benevolenti hanno abbandonato il paese e i santi se ne vanno e non ritornano. Al loro posto arrivano demoni e diavoli e si verificano calamità e disastri» (RSND, 1, 7).
Gli dèi benevolenti sono gli shoten zenjin, ovvero le funzioni della vita e dell'universo che proteggono le persone e la terra in cui vivono, mentre i santi sono le guide spirituali che, basandosi sulla Legge corretta, conducono le persone e la società nella giusta direzione. Quando la Legge corretta declina, essi rinunciano al loro ruolo e abbandonano il paese, e le persone e l'intera società finiscono per perdere di vista la direzione corretta. Così il vuoto lasciato dalle divinità protettrici e dalle persone sagge viene riempito dai demoni e dagli spiriti maligni che tentano di distruggere il paese sconvolgendo il cuore delle persone, e si verificano calamità e disastri.
Ne La nuova rivoluzione umana, (vol. 4, cap. "Rissho Ankoku") il presidente Ikeda spiega che questi demoni sono prima di tutto il modo di pensare della gente e le idee errate. Quando una società perde la bussola, le prime cose a confondersi sono le idee e i processi mentali, si distorcono i giudizi e si genera caos e disarmonia nella società.
La disarmonia fra società umana e ambiente naturale | Sezione 2
Per rispondere all'ospite che chiede quali siano le basi per le argomentazioni precedenti, qui il padrone di casa cita brani da quattro sutra2 dove si legge che i sette disastri e le tre calamità si verificano a causa delle offese all'insegnamento corretto commesse dalle persone.
Nell'antichità e nel Medioevo era normale ritenere che i disastri fossero collegati al modo di vivere della gente, mentre oggi la scienza adduce altri motivi per dar conto del verificarsi dei disastri naturali. Ma non bisogna dimenticare che in ogni caso il fattore umano svolge un ruolo determinante nella limitazione dei danni provocati dalle calamità naturali.
Ne Il mondo del Gosho il presidente Ikeda scrive: «I disastri naturali sorgono dalla disarmonia fra società umana e ambiente naturale. Quando fra le persone abbondano odio e disprezzo e la società è tormentata dai conflitti, anche la minima perturbazione naturale può creare un'ingente calamità. In un certo senso è la forza vitale collettiva degli esseri umani e della società che determina la portata e l'intensità dei disastri» (MDG, 126).
L'unico male è allontanarsi dall'umanesimo del Sutra del Loto | Sezioni 3 e 4
L'ospite si oppone alle argomentazioni del padrone di casa sostenendo che il Buddismo in Giappone gode di ottima salute mentre il padrone di casa, attraverso vari passi dei sutra, spiega che i monaci buddisti di allora sono in realtà preti malvagi che hanno voltato le spalle all'insegnamento corretto, e che dunque non si può dire che il Buddismo stia prosperando.
«Se non ammoniamo i cattivi monaci, come possiamo fare del bene?» (RSND, 1, 12). Di fronte a questa opinione l'ospite si indigna ancora di più e domanda al padrone di casa a chi si riferisca quando parla di monaci malvagi. Questi risponde che si tratta di un prete di nome Honen, e chiarisce che proprio il trattato Preferire il Nembutsu a qualsiasi altra cosa, da lui scritto, riporta le posizioni erronee che offendono l'insegnamento corretto.
A proposito di questo passaggio il presidente Ikeda commenta: «L'insegnamento del Sutra del Loto vede la natura di Budda, infinitamente degna di rispetto, nella vita di ogni persona. In base a questo metro di valutazione, ogni altro sistema di pensiero che insegni la dignità della vita merita il nostro rispetto. D'altro canto non potremmo mai accettare una filosofia che neghi la dignità della vita. Questo è il vero spirito della tolleranza e della compassione.
In questo trattato il Daishonin non fa rimostranze alle autorità del paese per chiedere di eliminare tutti gli insegnamenti tranne il Sutra del Loto, insiste piuttosto sul fatto che devono accantonare le dottrine intolleranti ed esclusiviste che incitano le persone ad abbandonare il Sutra del Loto, nel quale si insegna la suprema dignità e il valore della vita. [...]
L'insegnamento Nembutsu, assai in voga a quel tempo, in realtà esortava i fedeli ad abbandonare ogni sforzo per realizzare la felicità nella vita presente e a ricercare invece una fuga da questo mondo di sofferenza implorando un essere onnipotente e trascendente [il Budda Amida] di rinascere in una terra pura e tranquilla dopo la morte. Questo è l'esatto opposto dell'insegnamento del Sutra del Loto, che ci incoraggia a rivelare qui e ora il supremo stato vitale che esiste dentro di noi, a purificare il mondo reale in cui viviamo e a costruirvi un regno di pace e felicità» (BS, 175, 52).
Cosa significa per noi adottare l'insegnamento corretto?
Prima di tutto non comporta un atteggiamento esclusivista. L'"insegnamento corretto" è la dottrina del Sutra del Loto, che insegna il conseguimento della Buddità da parte di tutti e permette a ciascuno di manifestare il proprio potenziale innato, cioè la natura di Budda.
Il presidente Ikeda spiega che "adottare l'insegnamento corretto a livello individuale" significa stabilire una forte fede nel Sutra del Loto, e ciò comporta che ogni persona si prefigga lo scopo di conseguire la Buddità per sé e per gli altri. Mentre "adottare l'insegnamento corretto a livello sociale" significa stabilire che la società si basi su una filosofia ispirata alla visione del Sutra del Loto, fondata sul rispetto per gli esseri umani e la dignità della vita.
Guardando le cose da questo punto di vista possiamo comprendere che per "adottare l'insegnamento corretto" non è possibile assumere posizioni esclusiviste, ma occorre collaborare in armonia con persone che abbracciano filosofie basate sul rispetto per gli esseri umani e la dignità della vita, approfondendo il dialogo e il rispetto reciproco con lo scopo di risolvere i problemi dell'umanità. Proprio di questo trattano il dialogo interculturale e il dialogo interreligioso che la Soka Gakkai sta conducendo su scala mondiale. Ciò significa promuovere la solidarietà del bene, che comprende ogni forma di saggezza rispettando gli esseri umani e la dignità della vita.
Tuttavia non c'è tolleranza per l'offesa alla Legge, cioè per atteggiamenti ostili all'insegnamento corretto. Le altre religioni non vengono considerate "entità dell'offesa alla Legge" se non quando agiscono contro il Sutra del Loto.
All'epoca del Daishonin diverse scuole buddiste si opponevano al Sutra del Loto e lo diffamavano, a partire dall'insegnamento Nembutsu fondato da Honen e simboleggiato dal suo principio "scartare, chiudere, ignorare e abbandonare (il Sutra del Loto)". Il Daishonin combatté quelle funzioni negative.
Lo stesso è accaduto nel periodo pionieristico della Soka Gakkai, che ha combattuto contro le forze che minacciavano la dignità della gente comune e contro le autorità religiose dalla visione distorta, diffondendo lo spirito del rispetto per gli esseri umani.
Per non tradire l'insegnamento buddista | Sezioni 5 e 6
Il dialogo prosegue: «Questa volta l'ospite si adirò veramente e disse [...] Dovrei prendere il mio bastone e andarmene!» (RSND, 1, 16). Ma di fronte a questa reazione «il padrone di casa, sorridendo, trattenne l'ospite e disse...» (cfr. il contenuto delle singole sezioni a p. 20).
A quel punto l'ospite addolcisce un po' il suo atteggiamento. Tuttavia ribatte che, fino ad allora, nessuna autorità buddista aveva argomentato di proibire l'insegnamento Nembutsu; dunque tanto meno lo può fare una persona di umile posizione come lui.
Ma il padrone di casa ribatte: «Anche se sono una persona di scarsa abilità, mi sono riverentemente dedicato allo studio del Mahayana. Una mosca blu, se si posa sulla coda di un buon cavallo, può viaggiare diecimila miglia, e la verde edera che si abbarbica intorno al possente pino può crescere fino a mille piedi. Io sono nato come figlio dell'unico Budda, Shakyamuni, e servo il re delle scritture, il Sutra del Loto. Come potrei osservare il declino della Legge buddista e non essere colmo di pietà e rammarico? Inoltre il Sutra del Nirvana afferma: "Se un buon monaco vede qualcuno distruggere l'insegnamento e non se ne cura, non lo rimprovera, lo espelle e lo punisce per la sua offesa, quel monaco sta tradendo l'insegnamento del Budda. Ma se espelle il distruttore della Legge, lo rimprovera o lo punisce, allora questi è un mio discepolo, un vero ascoltatore della voce". Quantunque io possa non essere un "buon monaco", per evitare l'accusa di stare "tradendo l'insegnamento del Budda" ho citato una spiegazione approssimativa» (RSND, 1, 18-19).
Illuminare la coscienza della gente comune | sezioni 7 e 8
L'ospite chiede quale sia il mezzo concreto per porre fine alle calamità e gli viene risposto, citando il Sutra del Nirvana e il Sutra dei Re benevolenti, che se vengono ammoniti coloro che offendono la Legge e rispettati coloro che propagano l'insegnamento corretto si ripristinerà la stabilità nel paese.
Poi domanda se per sbarazzarsi di coloro che offendono la Legge sia necessario condannarli a morte come descritto nei sutra, e se ciò non sia contrario agli insegnamenti buddisti. Sebbene il Sutra del Nirvana ne parli - gli spiega il padrone di casa - ciò si riferisce a insegnamenti precedenti al Buddismo e che dal tempo di Shakyamuni "condannare a morte" i preti malvagi corrisponde a smettere di offrire loro elemosine.
Questo è un punto molto importante: smettere di sostenere coloro che offendono l'insegnamento corretto equivale a mettere fine all'offesa alla Legge.
Dal punto di vista odierno, si tratta dell'azione di illuminare la coscienza della gente comune. Se la visione e i valori delle persone cambiano, la società si trasforma nel profondo e, di conseguenza, si muove nella direzione giusta.
Consideriamo la questione del terrorismo: in questo caso significa capire come spezzare la catena dell'odio. Finché ci escludiamo a vicenda, invece di eliminare la catena dell'odio le ritorsioni aumenteranno sempre di più.
Proprio perché viviamo in un'epoca di divisione, la solidarietà del bene che stiamo realizzando attraverso la nostra rivoluzione umana sta gettando le basi di una nuova era di coesistenza pacifica. Dobbiamo approfondire la consapevolezza del movimento di cui siamo parte e continuare senza sosta ad avanzare.
Dobbiamo assolutamente evitare la guerra | Sezione 9 prima parte
Qui il sospetto e il dubbio che albergavano nel cuore dell'ospite scompaiono, ed egli decide di smettere di sostenere gli insegnamenti errati e di rispettare i preti che propagano l'insegnamento corretto.
Il padrone di casa è felice della dichiarazione dell'ospite e lo incoraggia a mettere velocemente in atto questa determinazione, per prevenire i due disastri che ancora non si erano manifestati: l'invasione straniera e la rivolta interna al paese. «Sebbene in questo momento diciate di credere nelle mie parole, ho paura che poi finirete per dimenticarle. Ora, se prima di tutto vogliamo garantire la sicurezza del paese e pregare per le nostre esistenze, presenti e future, dobbiamo affrettarci a esaminare la situazione e porvi rimedio il più presto possibile. Perché dico ciò? Perché, dei sette disastri descritti nel Sutra del Maestro della Medicina, cinque si sono già verificati. Solo due devono ancora apparire: l'invasione da parte di paesi stranieri e la rivolta all'interno del paese» (RSND, 1, 24).
I due disastri che ancora non si erano verificati erano entrambi forme di guerra. Dobbiamo assolutamente evitare la guerra: questo è l'ammonimento fondamentale di Nichiren Daishonin nei confronti dell'autorità.
Scrive in proposito il presidente Ikeda: «In Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese Nichiren Daishonin dichiara che se "vogliamo garantire la sicurezza del paese e pregare per le nostre esistenze, presenti e future, dobbiamo affrettarci a esaminare la situazione e porvi rimedio il più presto possibile" (RSND, 1, 23). L'appassionata protesta del Daishonin contro le autorità era motivata dal suo profondo desiderio della pace e della felicità delle persone. La guerra può distruggere l'umanità nella sua più intima profondità. In particolare le armi nucleari, che in un singolo istante possono annientare la vita di centinaia di migliaia di persone o farle sprofondare in uno stato di agonia infernale, sono il prodotto della natura diabolica intrinseca alla vita. [...] Questa oscurità fondamentale porta a non credere nella dignità e nel valore dell'esistenza umana e all'indifferenza per la vita degli altri. La più grande minaccia alla pace è proprio questa ignoranza fondamentale. La grande filosofia della Legge mistica, che insegna il rispetto universale per la vita, è il mezzo per superare questa tendenza distruttiva. Diffondere questo ideale e farne lo spirito dei giorni nostri è il modo per creare una pace duratura» (cfr. BS, 143, 65).
Se vi preoccupate anche solo un po' della vostra sicurezza personale...
Continua il padrone di casa: «Se, per punire l'adesione alle cattive dottrine, i restanti disastri si susseguiranno facendo a gara per colpirci, non sarà troppo tardi allora per intervenire? [...] Se arrivano dei banditi da un altro paese e invadono il paese, o se scoppia una ribellione interna e le terre del popolo vengono saccheggiate, cosa potrà esserci se non terrore e confusione? Se il paese viene distrutto e le famiglie sterminate, dove ci si potrà rifugiare? Se vi preoccupate anche solo un po' della vostra sicurezza personale, dovreste prima di tutto pregare per l'ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese» (RSND, 1, 24-25).
I quattro quadranti indicano l'est, l'ovest, il sud e il nord: ciò sta a significare l'ordine e la tranquillità di una nazione, ma anche la pace mondiale.
Se dovesse scoppiare una guerra verrebbero distrutte le basi della vita quotidiana. Per questa ragione il Daishonin afferma che non solo è necessario pregare per la propria sicurezza, ma anche per la pace del mondo intero.
Durante la seconda guerra mondiale il maestro Makiguchi dichiarò: «Adesso è il momento di confutare il governo e trasmettere l'insegnamento corretto». E rimanendo coerente allo spirito di Adottare l'insegnamento per la pace nel paese lottò contro il governo militarista dell'epoca e sacrificò la vita in carcere. Il maestro Toda riuscì a sopravvivere a due anni di prigionia e decise di alzarsi da solo nonostante la devastazione del paese.
La Soka Gakkai è nata fra persone che hanno sperimentato le sofferenze della guerra. Ora si sta evolvendo come religione mondiale e vive in un periodo in cui la globalizzazione e l'interdipendenza fanno sì che qualsiasi cosa accada nel mondo influenzi immediatamente la nostra vita. Il presidente Ikeda, nella Proposta di pace del 2012, a proposito del passo: «Se vi preoccupate anche solo un po' della vostra sicurezza personale, dovreste prima di tutto pregare per l'ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese» commenta: «Esprime il concetto che, così come non possiamo sperimentare felicità e sicurezza in isolamento - godendone anche se gli altri soffrono della loro mancanza - allo stesso modo non possiamo vivere al riparo dall'infelicità e dalle minacce che affliggono gli altri» (BS, 152, 15).
Il nostro movimento basato su Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese ha lo scopo di trasformare la società dalle fondamenta.
Costruire una terra del Budda è nostra responsabilità | Sezione 9 seconda parte
Il passo seguente è tra i più importanti del trattato, giunto al termine, ed esprime in modo diretto il principio di "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese":
«Perciò affrettatevi a cambiare i princìpi su cui si basa il vostro cuore e ad abbracciare l'unico vero veicolo, la sola buona dottrina [del Sutra del Loto]. Se lo farete, il triplice mondo diverrà la terra del Budda, e come potrà mai declinare una terra del Budda? Tutte le regioni nelle dieci direzioni diventeranno terre preziose, e come potrà mai essere distrutta una terra preziosa? In un paese che non conosce declino, in una terra che non conosce distruzione, il vostro corpo troverà pace e sicurezza e la vostra mente sarà calma e indisturbata. Dovete credere alle mie parole e rispettarle» (RSND, 1, 26).
Adottare l'insegnamento corretto è la condizione fondamentale per la pace nel paese, e la pace nel paese è l'obiettivo fondamentale dell'adozione dell'insegnamento corretto. Se "pace nel paese" equivale a "terra del Budda", il Daishonin ci sta dicendo che costruire la terra del Budda è nostra responsabilità.
L'espressione «affrettatevi a cambiare i princìpi su cui si basa il vostro cuore» riguarda il cuore, o la fede, di ogni singolo essere umano. Se non c'è una trasformazione a questo livello non vi potrà essere adozione dell'insegnamento corretto per la pace nel paese. Tutto inizia dalla rivoluzione umana di un singolo individuo, nel far sì che ogni singola persona stabilisca la "pace nel cuore".
Non si tratta della riforma di una struttura o della rivoluzione realizzata da un gruppo, ma di una rivoluzione che inizia dal singolo. Poi è fondamentale riuscire a risvegliare il maggior numero di persone affinché decidano a loro volta di realizzare la stessa rivoluzione.
L'espressione contenuta nella prefazione del romanzo La rivoluzione umana: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l'umanità» esprime in termini moderni il principio di "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese".
«Lo scopo del Buddismo di Nichiren Daishonin - scrive il presidente Ikeda - è creare pace e prosperità dando alla gente comune, principale forza motrice della società e dei tempi, gli strumenti interiori per trionfare su qualsiasi circostanza. Il Rissho ankoku ron rivela il principio di base per ottenere questo risultato. Il Buddismo considera tutti gli esseri umani come dei Budda. In ogni persona esiste una dignità assoluta e un potenziale illimitato. Questi stessi princìpi costituiscono le incrollabili basi filosofiche della democrazia. Inoltre manifestando la nostra Buddità sviluppiamo compassione per gli altri. "Abbracciare il vero veicolo, l'unica buona dottrina" significa abbandonare ogni pregiudizio, ogni visione parziale, e tornare al rispetto della suprema dignità della vita. Significa eliminare l'egoismo e vivere sulla base dei dettami di un autentico umanesimo. In questo scritto troviamo il principio universale che fornisce la chiave per la prosperità del genere umano e la pace universale» (La nuova rivoluzione umana, vol. 4, pp. 194-195).
«Mi impegnerò ad avvisare anche gli altri dei loro errori» | Sezione 10
In realtà l'ultimo discorso dell'ospite non è una domanda ma la dichiarazione della sua determinazione:
«Grazie al vostro compassionevole insegnamento ho potuto a poco a poco dissipare l'ignoranza della mia mente. Adesso bisogna prendere immediate contromisure [nei confronti di queste offese alla Legge] e portare subito la pace, in modo da poter vivere tranquillamente in questa vita e assicurarci la fortuna nella prossima. Non basta che soltanto io creda nelle vostre parole, ma mi impegnerò ad avvisare anche gli altri dei loro errori» (RSND, 1, 26).
Nella Proposta di pace 2012, riferendosi a questo scritto, il presidente Ikeda osserva che, nello scambio di domande e risposte fra il visitatore e il padrone di casa, è la comune preoccupazione per la serie ininterrotta di disastri che hanno colpito il paese e la determinazione di riuscire a riportare sotto controllo la situazione che permette loro di guardare oltre le differenze fra le rispettive posizioni e iniziare un dialogo.
«Attraverso questo drammatico incontro-scontro cuore a cuore, l'ospite infine si convince pienamente della correttezza delle affermazioni del padrone di casa ed esprime il voto emerso dalla loro preoccupazione comune. [...]
La conclusione che infine raggiungono grazie a questo processo dialogico è un potente riconoscimento della necessità di credere nelle possibilità illimitate dell'essere umano. Ed è proprio questo il messaggio del Sutra del Loto che costituisce l'essenza degli insegnamenti buddisti: la fede nell'asserzione che ogni persona possiede un potenziale infinito e ha la capacità di far emergere la propria unica ed essenziale dignità.
Risvegliarsi a tale dignità può riaccendere la fiamma della speranza in una persona immersa nella più profonda disperazione, la quale, a sua volta, può accendere la speranza in un'altra. L'impeto di rinnovamento umano che ne risulta ha il potere di disperdere la confusione e l'oscurità che avvolgono la società» (BS, 152, 17-18).
Ikeda qui spiega che il dialogo tra l'ospite e il padrone di casa passa dalla condivisione di una preoccupazione alla condivisione di una promessa.
La potenza creatrice del dialogo
Infine il presidente Ikeda fa notare che «il trattato si conclude con l'ospite che esprime con forza la sua determinazione. Quello che possiamo imparare da ciò è che la fine di un dialogo diventa il punto di partenza di un altro.
Il Buddismo proclama il potere del dialogo. Anche se può sembrare che non abbiano un effetto immediato, le nostre discussioni attivano la natura di Budda della persona con cui stiamo parlando. [...] Più parliamo e condividiamo la verità come praticanti della Legge mistica, più aiutiamo le persone a creare un legame con il Buddismo di Nichiren Daishonin.
Mentre ci sfidiamo con coraggio nella nostra rivoluzione umana, creiamo un'ondata di dialogo cercando occasioni di scambio con una persona dopo l'altra per cambiare la società e portare pace e felicità a tutti.
"Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese" equivale a lavorare per la pace mondiale. Continuiamo a espandere la nostra rete rivolta al bene attraverso il mezzo pacifico del dialogo.
I nostri dialoghi sono battaglie per far rivivere il potere degli esseri umani. Cambiano la società, uniscono il mondo e determinano il futuro. I nostri dialoghi infondono speranza. Hanno il potere di rivitalizzare gli altri e risvegliarli al loro potenziale interiore, e contengono il coraggio, la convinzione e la causa per la vittoria.
I nostri dialoghi per "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese" costruiranno un'epoca della gente comune grazie al potere della fede nell'essere umano» (BS, 175, 58).
LE 10 SEZIONI DEL TRATTATO
Per facilitarne lo studio, questo lungo trattato è stato suddiviso in dieci sezioni.
Sezione 1 (RSND, 1, 6-7)
L’ospite si lamenta delle condizioni di un mondo in cui le persone stanno soffrendo e, non avendo alcuna idea di cosa fare di fronte ai disastri naturali e alle epidemie che si susseguono, chiede al padrone di casa spiegazioni sulla causa fondamentale di queste sciagure. Il padrone di casa rivela che tutto ciò sta accadendo perché le divinità benevolenti hanno abbandonato il paese. Poiché le persone hanno accettato gli insegnamenti malvagi, voltando le spalle all’insegnamento corretto, le divinità protettrici hanno abbandonato il paese e di conseguenza demoni malvagi e litigiosi sono giunti in loro vece provocando disastri.
Sezione 2 (RSND, 1, 7-9)
Per suffragare le sue affermazioni, il padrone di casa riporta brani da quattro scritture: il Sutra della Luce Dorata, il Sutra della Grande Raccolta, il Sutra dei Re benevolenti e il Sutra del Maestro della Medicina.
Sezione 3 (RSND, 1, 11-12)
Di fronte alla posizione espressa dal padrone di casa l'ospite ribatte che il Buddismo sta prosperando in Giappone (è il periodo Kamakura).
In risposta il padrone di casa spiega, attraverso vari passi dei sutra, che i monaci buddisti dell'epoca hanno abbandonato l'insegnamento corretto.
Sezione 4 (RSND, 1, 12-16)
L’ospite domanda chi siano i "preti malvagi" e il padrone di casa menziona chiaramente Honen, dichiarando che è proprio il suo scritto "Preferire il Nembutsu a qualsiasi altra cosa" la dottrina distorta che offende l’insegnamento corretto.
Sezione 5 (RSND, 1, 16-18)
L’ospite si infuria con il padrone di casa, che ha giudicato Honen un prete malvagio, affermando che la pratica del Nembutsu deriva dagli insegnamenti di Shakyamuni e che è il padrone di casa ad aver voltato le spalle agli insegnamenti del Budda. Detto ciò cerca di andarsene. Il padrone di casa sorridendo lo trattiene e continua il dialogo. Prima di tutto sottolinea il grave errore di onorare gli insegnamenti provvisori riportando come prove concrete la situazione sociale in Cina e in Giappone, chiarendo che l’offesa di Honen è quella di aver scartato il Sutra del Loto.
Sezione 6 (RSND, 1, 18-19)
L’ospite ascolta le parole del padrone di casa e si addolcisce. Tuttavia prosegue dicendo che mentre nessuna delle autorità buddiste ha mai chiesto che il Nembutsu venisse bandito, gli sembra presuntuoso che lo faccia lui, persona di umile posizione. Ma questi fa riferimento a insegnamenti che confutano le offese alla Legge e afferma che la propagazione del Nembutsu è stata già proibita in passato.
Sezione 7 (RSND, 1, 19-23)
L’ospite chiede se esista un modo per porre fine alle calamità. Sulla base delle scritture, il padrone di casa risponde che, ammonendo chi offende la Legge e rispettando chi la propaga, tornerà la stabilità nel paese.
Sezione 8 (RSND, 1, 23)
L’ospite domanda se condannare a morte le persone che offendono la Legge sia contrario agli insegnamenti buddisti. Il padrone di casa risponde che ciò riguarda insegnamenti precedenti e spiega che attualmente smettere di offrire elemosine ai preti malvagi equivale a "condannarli a morte".
Sezione 9 (RSND, 1, 23-26)
L'ospite smette di dubitare e decide di non seguire più gli insegnamenti errati ma di sostenere i preti che propagano l’insegnamento corretto. Felice della risposta dell’ospite, il padrone di casa lo invita a passare all'azione per prevenire i due disastri che non si sono ancora manifestati.
Sezione 10 (RSND, 1, 26)
L’ospite prende la decisione di rimediare rapidamente alle offese alla Legge e fa voto di risvegliare molti altri che come lui sono stati sviati dagli insegnamenti erronei.
Rissho, "adottare l'insegnamento corretto", significa consolidare la Legge corretta nel cuore delle persone, mentre ankoku, "pace nel paese", indica la realizzazione di una società pacifica dove le persone possano esprimere al massimo la propria condizione vitale di umanità. Corrisponde a una condizione di sicurezza, tranquillità e pace di tutte le persone, ed equivale in definitiva a una società capace di costruire la pace. Inoltre, poiché la parola "paese" contenuta nel termine ankoku non indica un particolare Stato ma si riferisce al territorio dove vivono le persone, denota il pianeta intero.
La nostra pratica mira ad approfondire la comprensione del principio di "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese" e a realizzare questo principio in modo concreto. Tale pratica rappresenta il più importante punto di partenza per la costruzione della pace e della felicità di tutte le persone.
Inoltre il messaggio contenuto in questo scritto riveste un'importanza sempre maggiore a livello globale: le persone di tutto il mondo sono alla ricerca di una profonda filosofia umanistica e molti desiderano che avvenga un cambiamento nella società. Spesso inoltre proprio questo è il motivo che spinge molte di loro a entrare nella Soka Gakkai. Ecco l'importanza di approfondire la filosofia del Buddismo esposta in questo scritto, che pone il dialogo cuore a cuore alla base di ogni possibile cambiamento rivoluzionario nella società.
Questo trattato (RSND, 1, 6-27) venne sottoposto il 16 luglio 1260 da Nichiren Daishonin a Hojo Tokiyori, una delle figure più influenti del governo militare di Kamakura, come ammonimento all'autorità del paese.
Articolato in dieci domande e nove risposte, è un dialogo tra un padrone di casa (Nichiren Daishonin) e un ospite (Hojo Tokiyori) non consapevole di cosa sia corretto e cosa sia errato alla luce del Buddismo. Riportando vari sutra come prove documentarie, il padrone di casa spiega all'ospite il punto di vista corretto sulla base della Legge. Pur mostrando irritazione e a volte collera l'ospite, approfondendo il dialogo con il padrone di casa, inizia a rendersi conto della propria ignoranza e alla fine decide di scartare le dottrine errate e prendere fede nell'insegnamento corretto.
Il trattato inizia così: «Una volta un viaggiatore si lamentava così [con colui che lo ospitava]: "Negli ultimi anni si sono manifestate insolite perturbazioni nel cielo e strani fenomeni sulla terra. Carestie e pestilenze affliggono ogni angolo dell'impero e si diffondono in tutto il paese. Buoi e cavalli cadono morti per la strada e le loro ossa ricoprono le vie maestre. Più della metà della popolazione è stata falciata dalla morte e non c'è una persona che non pianga almeno un lutto in famiglia"» (RSND, 1, 7).
Si pensa che il Daishonin vivesse in una zona di Kamakura molto popolata e che avesse visto con i suoi occhi i terribili effetti sulla gente causati dai disastri che si stavano susseguendo da lungo tempo. Di fronte a questo spettacolo raccapricciante e privo di speranza l'ospite manifesta la volontà di salvare le persone che stavano sprofondando nella sofferenza più assoluta.
Il padrone di casa risponde: «Fino a oggi mi sono preoccupato da solo, angustiato nel profondo del cuore» (Ibidem). E prosegue: «Ma ora che voi siete qui possiamo lamentarci insieme e discutere a fondo questi problemi». Il dialogo ha inizio da questa "preoccupazione condivisa" dal padrone di casa e dal suo ospite.
Prima di tutto gli esseri umani
Mentre nel Giappone di allora la maggior parte delle scuole buddiste rivolgeva il suo interesse verso lo Stato e le autorità politiche, il Daishonin poneva costantemente al centro le persone. Anzi, esortava le autorità politiche e il clero a occuparsi delle persone comuni e ad agire in base ai loro bisogni.
Se non si assume lo stesso punto di vista del Daishonin, secondo cui le persone comuni sono il pilastro e la base della società, non si può comprendere il vero significato di questo trattato.
Anche alla base della Soka Gakkai c'è sempre lo schierarsi dalla parte delle persone comuni. Scrive a proposito il presidente Ikeda: «Quello che conta sono le persone. È necessario costruire una società in cui tutti possano godere di una vita pacifica e sicura e a questo scopo dobbiamo fermamente adottare i princìpi del rispetto per la vita e la dignità umana. Ogni vita è enormemente preziosa. Non dobbiamo permettere che prevalga la tendenza a sminuire il valore della vita e degli esseri umani, anzi è vitale impegnarsi per creare una società che dia valore alla vita e alla felicità di ciascun individuo. Questa è la pratica di adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese nel XXI secolo. [...] "Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese" è la realizzazione del sogno dell'umanità, il raggiungimento del grande desiderio di tutti: quello della pace. Spero che voi, miei giovani amici, continuiate ad avanzare con successo verso questo sogno, giorno dopo giorno. Quando vi dedicate sinceramente ad adottare l'insegnamento corretto per la pace del paese avete modo di manifestare il potere del Budda e di tirare fuori la vostra più grande forza come individui. Vi invito a continuare a sfidarvi nella vostra rivoluzione umana espandendo nella società e nel mondo la nostra grande rete dedicata alla vittoria del bene» ("I giovani e gli scritti di Nichiren Daishonin", BS, 143, 62-65).
Gli dèi benevolenti abbandonano il paese | sezione 1
Il Daishonin, all'inizio del trattato, rivela la causa fondamentale dei disastri e delle calamità1.
«Il mondo in genere oggi volta le spalle a ciò che è giusto e tutti indistintamente seguono ciò che è male. Questa è la ragione per cui le divinità benevolenti hanno abbandonato il paese e i santi se ne vanno e non ritornano. Al loro posto arrivano demoni e diavoli e si verificano calamità e disastri» (RSND, 1, 7).
Gli dèi benevolenti sono gli shoten zenjin, ovvero le funzioni della vita e dell'universo che proteggono le persone e la terra in cui vivono, mentre i santi sono le guide spirituali che, basandosi sulla Legge corretta, conducono le persone e la società nella giusta direzione. Quando la Legge corretta declina, essi rinunciano al loro ruolo e abbandonano il paese, e le persone e l'intera società finiscono per perdere di vista la direzione corretta. Così il vuoto lasciato dalle divinità protettrici e dalle persone sagge viene riempito dai demoni e dagli spiriti maligni che tentano di distruggere il paese sconvolgendo il cuore delle persone, e si verificano calamità e disastri.
Ne La nuova rivoluzione umana, (vol. 4, cap. "Rissho Ankoku") il presidente Ikeda spiega che questi demoni sono prima di tutto il modo di pensare della gente e le idee errate. Quando una società perde la bussola, le prime cose a confondersi sono le idee e i processi mentali, si distorcono i giudizi e si genera caos e disarmonia nella società.
La disarmonia fra società umana e ambiente naturale | Sezione 2
Per rispondere all'ospite che chiede quali siano le basi per le argomentazioni precedenti, qui il padrone di casa cita brani da quattro sutra2 dove si legge che i sette disastri e le tre calamità si verificano a causa delle offese all'insegnamento corretto commesse dalle persone.
Nell'antichità e nel Medioevo era normale ritenere che i disastri fossero collegati al modo di vivere della gente, mentre oggi la scienza adduce altri motivi per dar conto del verificarsi dei disastri naturali. Ma non bisogna dimenticare che in ogni caso il fattore umano svolge un ruolo determinante nella limitazione dei danni provocati dalle calamità naturali.
Ne Il mondo del Gosho il presidente Ikeda scrive: «I disastri naturali sorgono dalla disarmonia fra società umana e ambiente naturale. Quando fra le persone abbondano odio e disprezzo e la società è tormentata dai conflitti, anche la minima perturbazione naturale può creare un'ingente calamità. In un certo senso è la forza vitale collettiva degli esseri umani e della società che determina la portata e l'intensità dei disastri» (MDG, 126).
L'unico male è allontanarsi dall'umanesimo del Sutra del Loto | Sezioni 3 e 4
L'ospite si oppone alle argomentazioni del padrone di casa sostenendo che il Buddismo in Giappone gode di ottima salute mentre il padrone di casa, attraverso vari passi dei sutra, spiega che i monaci buddisti di allora sono in realtà preti malvagi che hanno voltato le spalle all'insegnamento corretto, e che dunque non si può dire che il Buddismo stia prosperando.
«Se non ammoniamo i cattivi monaci, come possiamo fare del bene?» (RSND, 1, 12). Di fronte a questa opinione l'ospite si indigna ancora di più e domanda al padrone di casa a chi si riferisca quando parla di monaci malvagi. Questi risponde che si tratta di un prete di nome Honen, e chiarisce che proprio il trattato Preferire il Nembutsu a qualsiasi altra cosa, da lui scritto, riporta le posizioni erronee che offendono l'insegnamento corretto.
A proposito di questo passaggio il presidente Ikeda commenta: «L'insegnamento del Sutra del Loto vede la natura di Budda, infinitamente degna di rispetto, nella vita di ogni persona. In base a questo metro di valutazione, ogni altro sistema di pensiero che insegni la dignità della vita merita il nostro rispetto. D'altro canto non potremmo mai accettare una filosofia che neghi la dignità della vita. Questo è il vero spirito della tolleranza e della compassione.
In questo trattato il Daishonin non fa rimostranze alle autorità del paese per chiedere di eliminare tutti gli insegnamenti tranne il Sutra del Loto, insiste piuttosto sul fatto che devono accantonare le dottrine intolleranti ed esclusiviste che incitano le persone ad abbandonare il Sutra del Loto, nel quale si insegna la suprema dignità e il valore della vita. [...]
L'insegnamento Nembutsu, assai in voga a quel tempo, in realtà esortava i fedeli ad abbandonare ogni sforzo per realizzare la felicità nella vita presente e a ricercare invece una fuga da questo mondo di sofferenza implorando un essere onnipotente e trascendente [il Budda Amida] di rinascere in una terra pura e tranquilla dopo la morte. Questo è l'esatto opposto dell'insegnamento del Sutra del Loto, che ci incoraggia a rivelare qui e ora il supremo stato vitale che esiste dentro di noi, a purificare il mondo reale in cui viviamo e a costruirvi un regno di pace e felicità» (BS, 175, 52).
Cosa significa per noi adottare l'insegnamento corretto?
Prima di tutto non comporta un atteggiamento esclusivista. L'"insegnamento corretto" è la dottrina del Sutra del Loto, che insegna il conseguimento della Buddità da parte di tutti e permette a ciascuno di manifestare il proprio potenziale innato, cioè la natura di Budda.
Il presidente Ikeda spiega che "adottare l'insegnamento corretto a livello individuale" significa stabilire una forte fede nel Sutra del Loto, e ciò comporta che ogni persona si prefigga lo scopo di conseguire la Buddità per sé e per gli altri. Mentre "adottare l'insegnamento corretto a livello sociale" significa stabilire che la società si basi su una filosofia ispirata alla visione del Sutra del Loto, fondata sul rispetto per gli esseri umani e la dignità della vita.
Guardando le cose da questo punto di vista possiamo comprendere che per "adottare l'insegnamento corretto" non è possibile assumere posizioni esclusiviste, ma occorre collaborare in armonia con persone che abbracciano filosofie basate sul rispetto per gli esseri umani e la dignità della vita, approfondendo il dialogo e il rispetto reciproco con lo scopo di risolvere i problemi dell'umanità. Proprio di questo trattano il dialogo interculturale e il dialogo interreligioso che la Soka Gakkai sta conducendo su scala mondiale. Ciò significa promuovere la solidarietà del bene, che comprende ogni forma di saggezza rispettando gli esseri umani e la dignità della vita.
Tuttavia non c'è tolleranza per l'offesa alla Legge, cioè per atteggiamenti ostili all'insegnamento corretto. Le altre religioni non vengono considerate "entità dell'offesa alla Legge" se non quando agiscono contro il Sutra del Loto.
All'epoca del Daishonin diverse scuole buddiste si opponevano al Sutra del Loto e lo diffamavano, a partire dall'insegnamento Nembutsu fondato da Honen e simboleggiato dal suo principio "scartare, chiudere, ignorare e abbandonare (il Sutra del Loto)". Il Daishonin combatté quelle funzioni negative.
Lo stesso è accaduto nel periodo pionieristico della Soka Gakkai, che ha combattuto contro le forze che minacciavano la dignità della gente comune e contro le autorità religiose dalla visione distorta, diffondendo lo spirito del rispetto per gli esseri umani.
Per non tradire l'insegnamento buddista | Sezioni 5 e 6
Il dialogo prosegue: «Questa volta l'ospite si adirò veramente e disse [...] Dovrei prendere il mio bastone e andarmene!» (RSND, 1, 16). Ma di fronte a questa reazione «il padrone di casa, sorridendo, trattenne l'ospite e disse...» (cfr. il contenuto delle singole sezioni a p. 20).
A quel punto l'ospite addolcisce un po' il suo atteggiamento. Tuttavia ribatte che, fino ad allora, nessuna autorità buddista aveva argomentato di proibire l'insegnamento Nembutsu; dunque tanto meno lo può fare una persona di umile posizione come lui.
Ma il padrone di casa ribatte: «Anche se sono una persona di scarsa abilità, mi sono riverentemente dedicato allo studio del Mahayana. Una mosca blu, se si posa sulla coda di un buon cavallo, può viaggiare diecimila miglia, e la verde edera che si abbarbica intorno al possente pino può crescere fino a mille piedi. Io sono nato come figlio dell'unico Budda, Shakyamuni, e servo il re delle scritture, il Sutra del Loto. Come potrei osservare il declino della Legge buddista e non essere colmo di pietà e rammarico? Inoltre il Sutra del Nirvana afferma: "Se un buon monaco vede qualcuno distruggere l'insegnamento e non se ne cura, non lo rimprovera, lo espelle e lo punisce per la sua offesa, quel monaco sta tradendo l'insegnamento del Budda. Ma se espelle il distruttore della Legge, lo rimprovera o lo punisce, allora questi è un mio discepolo, un vero ascoltatore della voce". Quantunque io possa non essere un "buon monaco", per evitare l'accusa di stare "tradendo l'insegnamento del Budda" ho citato una spiegazione approssimativa» (RSND, 1, 18-19).
Illuminare la coscienza della gente comune | sezioni 7 e 8
L'ospite chiede quale sia il mezzo concreto per porre fine alle calamità e gli viene risposto, citando il Sutra del Nirvana e il Sutra dei Re benevolenti, che se vengono ammoniti coloro che offendono la Legge e rispettati coloro che propagano l'insegnamento corretto si ripristinerà la stabilità nel paese.
Poi domanda se per sbarazzarsi di coloro che offendono la Legge sia necessario condannarli a morte come descritto nei sutra, e se ciò non sia contrario agli insegnamenti buddisti. Sebbene il Sutra del Nirvana ne parli - gli spiega il padrone di casa - ciò si riferisce a insegnamenti precedenti al Buddismo e che dal tempo di Shakyamuni "condannare a morte" i preti malvagi corrisponde a smettere di offrire loro elemosine.
Questo è un punto molto importante: smettere di sostenere coloro che offendono l'insegnamento corretto equivale a mettere fine all'offesa alla Legge.
Dal punto di vista odierno, si tratta dell'azione di illuminare la coscienza della gente comune. Se la visione e i valori delle persone cambiano, la società si trasforma nel profondo e, di conseguenza, si muove nella direzione giusta.
Consideriamo la questione del terrorismo: in questo caso significa capire come spezzare la catena dell'odio. Finché ci escludiamo a vicenda, invece di eliminare la catena dell'odio le ritorsioni aumenteranno sempre di più.
Proprio perché viviamo in un'epoca di divisione, la solidarietà del bene che stiamo realizzando attraverso la nostra rivoluzione umana sta gettando le basi di una nuova era di coesistenza pacifica. Dobbiamo approfondire la consapevolezza del movimento di cui siamo parte e continuare senza sosta ad avanzare.
Dobbiamo assolutamente evitare la guerra | Sezione 9 prima parte
Qui il sospetto e il dubbio che albergavano nel cuore dell'ospite scompaiono, ed egli decide di smettere di sostenere gli insegnamenti errati e di rispettare i preti che propagano l'insegnamento corretto.
Il padrone di casa è felice della dichiarazione dell'ospite e lo incoraggia a mettere velocemente in atto questa determinazione, per prevenire i due disastri che ancora non si erano manifestati: l'invasione straniera e la rivolta interna al paese. «Sebbene in questo momento diciate di credere nelle mie parole, ho paura che poi finirete per dimenticarle. Ora, se prima di tutto vogliamo garantire la sicurezza del paese e pregare per le nostre esistenze, presenti e future, dobbiamo affrettarci a esaminare la situazione e porvi rimedio il più presto possibile. Perché dico ciò? Perché, dei sette disastri descritti nel Sutra del Maestro della Medicina, cinque si sono già verificati. Solo due devono ancora apparire: l'invasione da parte di paesi stranieri e la rivolta all'interno del paese» (RSND, 1, 24).
I due disastri che ancora non si erano verificati erano entrambi forme di guerra. Dobbiamo assolutamente evitare la guerra: questo è l'ammonimento fondamentale di Nichiren Daishonin nei confronti dell'autorità.
Scrive in proposito il presidente Ikeda: «In Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese Nichiren Daishonin dichiara che se "vogliamo garantire la sicurezza del paese e pregare per le nostre esistenze, presenti e future, dobbiamo affrettarci a esaminare la situazione e porvi rimedio il più presto possibile" (RSND, 1, 23). L'appassionata protesta del Daishonin contro le autorità era motivata dal suo profondo desiderio della pace e della felicità delle persone. La guerra può distruggere l'umanità nella sua più intima profondità. In particolare le armi nucleari, che in un singolo istante possono annientare la vita di centinaia di migliaia di persone o farle sprofondare in uno stato di agonia infernale, sono il prodotto della natura diabolica intrinseca alla vita. [...] Questa oscurità fondamentale porta a non credere nella dignità e nel valore dell'esistenza umana e all'indifferenza per la vita degli altri. La più grande minaccia alla pace è proprio questa ignoranza fondamentale. La grande filosofia della Legge mistica, che insegna il rispetto universale per la vita, è il mezzo per superare questa tendenza distruttiva. Diffondere questo ideale e farne lo spirito dei giorni nostri è il modo per creare una pace duratura» (cfr. BS, 143, 65).
Se vi preoccupate anche solo un po' della vostra sicurezza personale...
Continua il padrone di casa: «Se, per punire l'adesione alle cattive dottrine, i restanti disastri si susseguiranno facendo a gara per colpirci, non sarà troppo tardi allora per intervenire? [...] Se arrivano dei banditi da un altro paese e invadono il paese, o se scoppia una ribellione interna e le terre del popolo vengono saccheggiate, cosa potrà esserci se non terrore e confusione? Se il paese viene distrutto e le famiglie sterminate, dove ci si potrà rifugiare? Se vi preoccupate anche solo un po' della vostra sicurezza personale, dovreste prima di tutto pregare per l'ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese» (RSND, 1, 24-25).
I quattro quadranti indicano l'est, l'ovest, il sud e il nord: ciò sta a significare l'ordine e la tranquillità di una nazione, ma anche la pace mondiale.
Se dovesse scoppiare una guerra verrebbero distrutte le basi della vita quotidiana. Per questa ragione il Daishonin afferma che non solo è necessario pregare per la propria sicurezza, ma anche per la pace del mondo intero.
Durante la seconda guerra mondiale il maestro Makiguchi dichiarò: «Adesso è il momento di confutare il governo e trasmettere l'insegnamento corretto». E rimanendo coerente allo spirito di Adottare l'insegnamento per la pace nel paese lottò contro il governo militarista dell'epoca e sacrificò la vita in carcere. Il maestro Toda riuscì a sopravvivere a due anni di prigionia e decise di alzarsi da solo nonostante la devastazione del paese.
La Soka Gakkai è nata fra persone che hanno sperimentato le sofferenze della guerra. Ora si sta evolvendo come religione mondiale e vive in un periodo in cui la globalizzazione e l'interdipendenza fanno sì che qualsiasi cosa accada nel mondo influenzi immediatamente la nostra vita. Il presidente Ikeda, nella Proposta di pace del 2012, a proposito del passo: «Se vi preoccupate anche solo un po' della vostra sicurezza personale, dovreste prima di tutto pregare per l'ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese» commenta: «Esprime il concetto che, così come non possiamo sperimentare felicità e sicurezza in isolamento - godendone anche se gli altri soffrono della loro mancanza - allo stesso modo non possiamo vivere al riparo dall'infelicità e dalle minacce che affliggono gli altri» (BS, 152, 15).
Il nostro movimento basato su Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese ha lo scopo di trasformare la società dalle fondamenta.
Costruire una terra del Budda è nostra responsabilità | Sezione 9 seconda parte
Il passo seguente è tra i più importanti del trattato, giunto al termine, ed esprime in modo diretto il principio di "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese":
«Perciò affrettatevi a cambiare i princìpi su cui si basa il vostro cuore e ad abbracciare l'unico vero veicolo, la sola buona dottrina [del Sutra del Loto]. Se lo farete, il triplice mondo diverrà la terra del Budda, e come potrà mai declinare una terra del Budda? Tutte le regioni nelle dieci direzioni diventeranno terre preziose, e come potrà mai essere distrutta una terra preziosa? In un paese che non conosce declino, in una terra che non conosce distruzione, il vostro corpo troverà pace e sicurezza e la vostra mente sarà calma e indisturbata. Dovete credere alle mie parole e rispettarle» (RSND, 1, 26).
Adottare l'insegnamento corretto è la condizione fondamentale per la pace nel paese, e la pace nel paese è l'obiettivo fondamentale dell'adozione dell'insegnamento corretto. Se "pace nel paese" equivale a "terra del Budda", il Daishonin ci sta dicendo che costruire la terra del Budda è nostra responsabilità.
L'espressione «affrettatevi a cambiare i princìpi su cui si basa il vostro cuore» riguarda il cuore, o la fede, di ogni singolo essere umano. Se non c'è una trasformazione a questo livello non vi potrà essere adozione dell'insegnamento corretto per la pace nel paese. Tutto inizia dalla rivoluzione umana di un singolo individuo, nel far sì che ogni singola persona stabilisca la "pace nel cuore".
Non si tratta della riforma di una struttura o della rivoluzione realizzata da un gruppo, ma di una rivoluzione che inizia dal singolo. Poi è fondamentale riuscire a risvegliare il maggior numero di persone affinché decidano a loro volta di realizzare la stessa rivoluzione.
L'espressione contenuta nella prefazione del romanzo La rivoluzione umana: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l'umanità» esprime in termini moderni il principio di "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese".
«Lo scopo del Buddismo di Nichiren Daishonin - scrive il presidente Ikeda - è creare pace e prosperità dando alla gente comune, principale forza motrice della società e dei tempi, gli strumenti interiori per trionfare su qualsiasi circostanza. Il Rissho ankoku ron rivela il principio di base per ottenere questo risultato. Il Buddismo considera tutti gli esseri umani come dei Budda. In ogni persona esiste una dignità assoluta e un potenziale illimitato. Questi stessi princìpi costituiscono le incrollabili basi filosofiche della democrazia. Inoltre manifestando la nostra Buddità sviluppiamo compassione per gli altri. "Abbracciare il vero veicolo, l'unica buona dottrina" significa abbandonare ogni pregiudizio, ogni visione parziale, e tornare al rispetto della suprema dignità della vita. Significa eliminare l'egoismo e vivere sulla base dei dettami di un autentico umanesimo. In questo scritto troviamo il principio universale che fornisce la chiave per la prosperità del genere umano e la pace universale» (La nuova rivoluzione umana, vol. 4, pp. 194-195).
«Mi impegnerò ad avvisare anche gli altri dei loro errori» | Sezione 10
In realtà l'ultimo discorso dell'ospite non è una domanda ma la dichiarazione della sua determinazione:
«Grazie al vostro compassionevole insegnamento ho potuto a poco a poco dissipare l'ignoranza della mia mente. Adesso bisogna prendere immediate contromisure [nei confronti di queste offese alla Legge] e portare subito la pace, in modo da poter vivere tranquillamente in questa vita e assicurarci la fortuna nella prossima. Non basta che soltanto io creda nelle vostre parole, ma mi impegnerò ad avvisare anche gli altri dei loro errori» (RSND, 1, 26).
Nella Proposta di pace 2012, riferendosi a questo scritto, il presidente Ikeda osserva che, nello scambio di domande e risposte fra il visitatore e il padrone di casa, è la comune preoccupazione per la serie ininterrotta di disastri che hanno colpito il paese e la determinazione di riuscire a riportare sotto controllo la situazione che permette loro di guardare oltre le differenze fra le rispettive posizioni e iniziare un dialogo.
«Attraverso questo drammatico incontro-scontro cuore a cuore, l'ospite infine si convince pienamente della correttezza delle affermazioni del padrone di casa ed esprime il voto emerso dalla loro preoccupazione comune. [...]
La conclusione che infine raggiungono grazie a questo processo dialogico è un potente riconoscimento della necessità di credere nelle possibilità illimitate dell'essere umano. Ed è proprio questo il messaggio del Sutra del Loto che costituisce l'essenza degli insegnamenti buddisti: la fede nell'asserzione che ogni persona possiede un potenziale infinito e ha la capacità di far emergere la propria unica ed essenziale dignità.
Risvegliarsi a tale dignità può riaccendere la fiamma della speranza in una persona immersa nella più profonda disperazione, la quale, a sua volta, può accendere la speranza in un'altra. L'impeto di rinnovamento umano che ne risulta ha il potere di disperdere la confusione e l'oscurità che avvolgono la società» (BS, 152, 17-18).
Ikeda qui spiega che il dialogo tra l'ospite e il padrone di casa passa dalla condivisione di una preoccupazione alla condivisione di una promessa.
La potenza creatrice del dialogo
Infine il presidente Ikeda fa notare che «il trattato si conclude con l'ospite che esprime con forza la sua determinazione. Quello che possiamo imparare da ciò è che la fine di un dialogo diventa il punto di partenza di un altro.
Il Buddismo proclama il potere del dialogo. Anche se può sembrare che non abbiano un effetto immediato, le nostre discussioni attivano la natura di Budda della persona con cui stiamo parlando. [...] Più parliamo e condividiamo la verità come praticanti della Legge mistica, più aiutiamo le persone a creare un legame con il Buddismo di Nichiren Daishonin.
Mentre ci sfidiamo con coraggio nella nostra rivoluzione umana, creiamo un'ondata di dialogo cercando occasioni di scambio con una persona dopo l'altra per cambiare la società e portare pace e felicità a tutti.
"Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese" equivale a lavorare per la pace mondiale. Continuiamo a espandere la nostra rete rivolta al bene attraverso il mezzo pacifico del dialogo.
I nostri dialoghi sono battaglie per far rivivere il potere degli esseri umani. Cambiano la società, uniscono il mondo e determinano il futuro. I nostri dialoghi infondono speranza. Hanno il potere di rivitalizzare gli altri e risvegliarli al loro potenziale interiore, e contengono il coraggio, la convinzione e la causa per la vittoria.
I nostri dialoghi per "adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese" costruiranno un'epoca della gente comune grazie al potere della fede nell'essere umano» (BS, 175, 58).
LE 10 SEZIONI DEL TRATTATO
Per facilitarne lo studio, questo lungo trattato è stato suddiviso in dieci sezioni.
Sezione 1 (RSND, 1, 6-7)
L’ospite si lamenta delle condizioni di un mondo in cui le persone stanno soffrendo e, non avendo alcuna idea di cosa fare di fronte ai disastri naturali e alle epidemie che si susseguono, chiede al padrone di casa spiegazioni sulla causa fondamentale di queste sciagure. Il padrone di casa rivela che tutto ciò sta accadendo perché le divinità benevolenti hanno abbandonato il paese. Poiché le persone hanno accettato gli insegnamenti malvagi, voltando le spalle all’insegnamento corretto, le divinità protettrici hanno abbandonato il paese e di conseguenza demoni malvagi e litigiosi sono giunti in loro vece provocando disastri.
Sezione 2 (RSND, 1, 7-9)
Per suffragare le sue affermazioni, il padrone di casa riporta brani da quattro scritture: il Sutra della Luce Dorata, il Sutra della Grande Raccolta, il Sutra dei Re benevolenti e il Sutra del Maestro della Medicina.
Sezione 3 (RSND, 1, 11-12)
Di fronte alla posizione espressa dal padrone di casa l'ospite ribatte che il Buddismo sta prosperando in Giappone (è il periodo Kamakura).
In risposta il padrone di casa spiega, attraverso vari passi dei sutra, che i monaci buddisti dell'epoca hanno abbandonato l'insegnamento corretto.
Sezione 4 (RSND, 1, 12-16)
L’ospite domanda chi siano i "preti malvagi" e il padrone di casa menziona chiaramente Honen, dichiarando che è proprio il suo scritto "Preferire il Nembutsu a qualsiasi altra cosa" la dottrina distorta che offende l’insegnamento corretto.
Sezione 5 (RSND, 1, 16-18)
L’ospite si infuria con il padrone di casa, che ha giudicato Honen un prete malvagio, affermando che la pratica del Nembutsu deriva dagli insegnamenti di Shakyamuni e che è il padrone di casa ad aver voltato le spalle agli insegnamenti del Budda. Detto ciò cerca di andarsene. Il padrone di casa sorridendo lo trattiene e continua il dialogo. Prima di tutto sottolinea il grave errore di onorare gli insegnamenti provvisori riportando come prove concrete la situazione sociale in Cina e in Giappone, chiarendo che l’offesa di Honen è quella di aver scartato il Sutra del Loto.
Sezione 6 (RSND, 1, 18-19)
L’ospite ascolta le parole del padrone di casa e si addolcisce. Tuttavia prosegue dicendo che mentre nessuna delle autorità buddiste ha mai chiesto che il Nembutsu venisse bandito, gli sembra presuntuoso che lo faccia lui, persona di umile posizione. Ma questi fa riferimento a insegnamenti che confutano le offese alla Legge e afferma che la propagazione del Nembutsu è stata già proibita in passato.
Sezione 7 (RSND, 1, 19-23)
L’ospite chiede se esista un modo per porre fine alle calamità. Sulla base delle scritture, il padrone di casa risponde che, ammonendo chi offende la Legge e rispettando chi la propaga, tornerà la stabilità nel paese.
Sezione 8 (RSND, 1, 23)
L’ospite domanda se condannare a morte le persone che offendono la Legge sia contrario agli insegnamenti buddisti. Il padrone di casa risponde che ciò riguarda insegnamenti precedenti e spiega che attualmente smettere di offrire elemosine ai preti malvagi equivale a "condannarli a morte".
Sezione 9 (RSND, 1, 23-26)
L'ospite smette di dubitare e decide di non seguire più gli insegnamenti errati ma di sostenere i preti che propagano l’insegnamento corretto. Felice della risposta dell’ospite, il padrone di casa lo invita a passare all'azione per prevenire i due disastri che non si sono ancora manifestati.
Sezione 10 (RSND, 1, 26)
L’ospite prende la decisione di rimediare rapidamente alle offese alla Legge e fa voto di risvegliare molti altri che come lui sono stati sviati dagli insegnamenti erronei.