Dopo il lungo viaggio da Echi Nichiren Daishōnin1 fu scortato a Teradomari, dove restò per diversi giorni in attesa dei venti favorevoli per compiere la traversata in barca fino al luogo definitivo del suo esilio, l’isola di Sado. Durante quel soggiorno scrisse una lettera a Toki Jōnin, affidandola al prete laico che questi aveva inviato per accompagnarlo. Nichiren racconta che, sebbene le difficoltà incontrate durante il percorso fossero state peggiori di quanto non avesse immaginato, ne era «preparato fin dalla partenza» (Lettera da Teradomari, RSND, 1, 179).
Prosegue affermando che tali avversità corrispondevano a quelle descritte nei sutra del Loto e del Nirvana. Cita la dottrina dei “gioielli preziosi che riscattano la vita”, contenuta nel Sutra del Nirvana, e la conclusione di Tiantai, secondo il quale “vita”, in questa espressione, indica il Sutra del Loto. Tutti gli altri sutra, dunque, possono essere considerati come gioielli che aiutano le persone ad abbracciare il Sutra del Loto. Nichiren evidenzia poi gli errori degli eruditi delle altre scuole che non riconoscevano la superiorità del Sutra del Loto. Critica in particolare le affermazioni della scuola della Vera Parola, secondo cui il Sutra di Mahāvairochana, con le sue pratiche di mudra e mantra,2 è superiore al Sutra del Loto.
Scrive inoltre che per quanto le persone potessero criticarlo, la sua pratica è corretta perché sta incontrando “i tre potenti nemici”3 descritti nel tredicesimo capitolo del Sutra del Loto Esortazione alla devozione. A tale proposito afferma che, in quanto persona che sta diffondendo il Sutra del Loto nel tempo indicato dal sutra, l’Ultimo giorno della Legge, è proprio lui che sta facendo emergere tali avversari.
BS 258 / 1 luglio 2025