SUPPLEMENTO AL NUMERO 122

I riconoscimenti a Palermo e a Firenze
23-25 marzo 2007

PALERMO, 23 MARZO 2007
«La laurea in Scienze della Comunicazione che oggi conferiamo a Daisaku Ikeda [...] può servire a sottolineare come questo grand'uomo, questo maestro, sia anche (cosa che di per sé non è scontata) un grande comunicatore. Non solo perché viene ascoltato dai milioni di aderenti alla Soka Gakkai e da altri milioni di persone che non vi aderiscono, ma anche perché, oltre a sapere come farsi ascoltare, ci ha detto cose decisive per il miglioramento delle condizioni del genere umano e del pianeta, e ce le ha dette rispettando le posizioni altrui e ottenendo visibilità e risultati senza bisogno di gridare, di andare sopra le righe, di esagerare. Nell'impartirci i suoi insegnamenti di vita ci ha dato così anche una lezione di stile comunicativo, di cui, credo, v'è ai giorni nostri un certo bisogno».
(Antonio La Spina, presidente del Corso di laurea in Scienze della Comunicazione)

FIRENZE, 24 MARZO 2007
«Ogni nazione, piccola o grande, ha subìto il fascino di personaggi [...] che con le loro azioni riescono a far esprimere quella solidarietà tra i popoli che è il vero collante per imprimere sentimenti che uniscono e non dividono, e quindi trasmettere la speranza di vedere realizzato un mondo più coeso e meno ingiusto.
Mi riferisco al presidente Ikeda, che ha saputo sviluppare prima nel suo paese e poi nel mondo sentimenti di solidarietà, suscitando interessi culturali, accrescendo di conseguenza quel circolo che dovrebbe e deve coinvolgere le persone di buona volontà indipendentemente dalla razza, dal colore della pelle, dalla fede religiosa e dalla condizione economica».
(Luigi Lonfernini, ex Capitano reggente della Repubblica di San Marino)

FIRENZE, 25 MARZO 2007
«Ritengo che il rapporto di Firenze con Ikeda [...] si basi sul comune riconoscimento della profondità dei valori dell'umanesimo, valori che ci ispirano in modo condiviso, ai quali siamo arrivati per strade diverse [...] ma che si fondano sulla comune esigenza di riconoscere la radice dell'umanesimo che deve ispirare le nostre azioni, le nostre iniziative, la nostra vita quotidiana.
Con la consegna simbolica di quel Sigillo della pace della Repubblica fiorentina, che noi riteniamo essere un riferimento spirituale, etico e morale di particolare importanza, mi auguro che Hiromasa Ikeda voglia accogliere il nostro saluto e lo possa trasmettere a Daisaku Ikeda».
(Leonardo Domenici, sindaco di Firenze)

Questi tre estratti sono solo brevi cenni delle manifestazioni di apprezzamento e di stima tributate al presidente Ikeda nei tre giorni della visita di suo figlio Hiromasa, venuto in Italia in sua rappresentanza per ricevere la laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione dall'Università di Palermo e il Sigillo della pace dalla città di Firenze. E per conferire la laurea ad honorem della Soka University a Fabio Berardi e Luigi Lonfernini, ex Capitani reggenti della Repubblica di San Marino.
In queste pagine riportiamo i testi integrali dei discorsi pronunciati dai protagonisti dei diversi eventi, e un racconto per immagini che testimonia la straordinaria partecipazione dei membri dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai nella preparazione e nello svolgimento di questi avvenimenti. A tutti loro è dedicato questo numero speciale di Buddismo e società, come ringraziamento per l'impegno e l'affetto dimostrato verso il nostro maestro.

UNA NUOVA ALBA

In Italia
è sorta
una nuova alba:
bagliori
di nuove vittorie
e benefici

Pregando con tutto il cuore per la felicità e la lunga vita di tutti i compagni di fede in Italia
Daisaku Ikeda, 23 marzo 2007

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Daisaku Ikeda, uomo di pace

SUPPLEMENTO AL NUMERO 122

Palermo, 23 marzo 2007

Palermo, 23 marzo 2007

Ci sono dei momenti in cui si butta giù un muro e tutto cambia in pochi istanti. È quello che succede quando, dopo lunghi periodi di lotta e di sforzi quasi al buio, assistiamo al concretizzarsi di un sogno.
Qualcosa di simile è accaduto negli ultimi mesi a Palermo. Da molti anni, dal 2001 per esattezza, il capoluogo siciliano dimostrava stima e apprezzamento per Daisaku Ikeda, a cominciare dall'assegnazione della cittadinanza onoraria della città di Palermo in occasione della mostra I diritti umani nel mondo contemporaneo.
Nel 2002 sulle pagine di questo giornale il Rettore dell'Università di Palermo Giuseppe Silvestri annunciava la decisione dell'ateneo di conferire a Ikeda la laureahonoris causain Scienze della Comunicazione. Più volte la cerimonia sembrava imminente ma poi, per motivi "procedurali", non si realizzava mai.
Fino a poco tempo fa, quando l'università ha deciso di consegnare l'onorificenza a un rappresentante di Ikeda e si è arrivati in qualche mese alla conclusione: il 23 marzo scorso, in un'aula magna affollata e commossa, il Rettore Silvestri ha consegnato a Hiromasa Ikeda, primogenito del nostro maestro e suo rappresentante per l'occasione, la laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione «per la sua attività di comunicatore per la pace, per la sua opera spirituale e morale».
«Sembrava che si dovesse laureare uno studente fuori corso - ha detto Patrizia Lendinara, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, durante la cerimonia di conferimento - i parenti si fanno più volte il vestito per l'occasione, organizzano la festa, sono in attesa. Tante persone, in questi anni, sia all'università che fuori, anche alla spiaggia, mi chiedevano notizie di questo evento. C'è stata una lunga preparazione, da parte di tutti».
E la città ha salutato l'evento con un doppio arcobaleno.

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Quando si apre una nuova strada

SUPPLEMENTO AL NUMERO 122

del Magnifico Rettore
Giuseppe Silvestri

del Magnifico Rettore
Giuseppe Silvestri

Oggi conferiamo la Laurea honoris causa a una personalità che sta dando un'impronta culturale al secolo che inizia, e che ha dato un'impronta culturale importante anche alla seconda metà del secolo scorso. Daisaku Ikeda non ha incontrato solo eminenti personaggi della politica e della cultura della contemporaneità, ma anche la gente comune, intavolando dialoghi su un tema che vede tutti noi direttamente impegnati: il tema della pace e del rispetto dei diritti di tutti gli uomini e le donne che hanno bisogno dell'attenzione della collettività. Uomini e donne che spesso si trovano incolpevolmente coinvolti in situazioni terribili. Uomini e donne che hanno bisogno dell'attenzione dei politici, ma hanno bisogno anche di sentire il sostegno dell'intera collettività mondiale.
Daisaku Ikeda ha pubblicato molte opere importanti: vorrei leggere una breve citazione tratta da Dialoghi sulla pace, un libro di grandissimo interesse che Ikeda scrisse con Joseph Rotblat, un premio Nobel per la pace che è stato uno degli scienziati che avevano lavorato alla bomba atomica e che aveva vissuto una profonda, drammatica rimeditazione sul ruolo dello scienziato e su come la scienza talvolta possa portare distruzione e morte e non pace e benessere. Il dialogo fu completato poco prima che Rotblat morisse e quindi oggi diventa una sorta di testamento spirituale di questo grande scienziato. Ikeda manifesta a Rotblat la sua angoscia, la sua perplessità, e insiste sulla necessità di approfondire il tema del ruolo della scienza, della conoscenza e della differenza tra conoscenza e saggezza: «Il punto nodale - afferma Ikeda - è che bisognerebbe pensare a come si possa usare la conoscenza che possediamo per fare la felicità di tutti gli esseri umani. Va da sé che dovremmo cercare diligentemente la saggezza che ci permetterà di conseguire questo risultato. La conoscenza e la saggezza possono sembrare simili, ma derivano da sfere diverse. In altre parole, abbiamo aumentato il volume della nostra conoscenza, ma non possiamo dire di essere necessariamente più saggi per questo».1
Sono parole che, naturalmente, si rivolgono a tutti, ma in particolare si rivolgono a noi professori universitari, che facciamo ricerca e che ci adoperiamo per l'ampliamento della conoscenza. Noi non possiamo e non dobbiamo mai perdere di vista la necessità di coniugare conoscenza e saggezza. La conoscenza diventa saggezza nel momento in cui si rivolge all'essere umano, e all'essere umano dà aiuto e sostegno, all'essere umano dà quella sensazione forte di solidarietà che è necessaria per affrontare la vita di tutti i giorni.
Noi assistiamo ancora adesso, nella nostra contemporaneità, tutti i giorni, ad avvenimenti terribili. Li vediamo quotidianamente sui telegiornali, li leggiamo sui mezzi di informazione: sentiamo cose terribili che ogni giorno succedono in qualche parte del mondo. In questo momento qualcuno viene ucciso, viene torturato, viene vilipeso nei suoi diritti umani. A tutte queste persone la scienza può dire poco, perché la voce della scienza è debole, ma ognuno di noi, che lavora nell'ambito scientifico, sa che se non vòlta, se non curva le sue attività verso il rispetto dei diritti umani a poco serve la sua ricerca.
Questo è un monito che ci viene da Daisaku Ikeda e che tutti noi raccogliamo: è un monito che ci ripetiamo spesso, perché spesso facciamo queste riflessioni.
E direi che una laurea in Scienze della Comunicazione è una laurea che indica la strada giusta. Dobbiamo comunicare e informare, bisogna che tutti sappiano cosa succede, che tutti provino quello stesso moto di repulsione e di orrore che Daisaku Ikeda provò quando gli vennero raccontate le disgrazie, gli orrori, le miserie morali di cui i suoi contemporanei erano stati protagonisti nella guerra cino-giapponese.
Era solo una delle tante guerre che agitavano il pianeta, orrori uguali ancora adesso pervadono la nostra contemporaneità.
Dobbiamo adoperarci tutti, non solo i ricercatori, non solo chi fa scienza, tutti noi siamo direttamente chiamati a reagire, a far sentire la nostra voce, a far sentire la voce di chi riflette, di chi non si lascia andare, di chi vuole contrapporsi con la pace e con il diritto degli uomini e delle donne a questo terribile movimento.

Con questo benvenuto, con queste poche parole che servono per dire quanto sentiamo il messaggio di pace che ci viene da una personalità importante come Daisaku Ikeda, dò inizio alla cerimonia.

Note
1) J. Rotblat e D. Ikeda, Dialoghi sulla pace, Sperling &amp; Kupfer, Milano, 2006, p. 139.

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Indirizzo di saluto

Laudatio

SUPPLEMENTO AL NUMERO 122

della professoressa Patrizia Lendinara
Preside della Facoltà
di Scienze della Formazione

della professoressa Patrizia Lendinara
Preside della Facoltà
di Scienze della Formazione

Daisaku Ikeda (nato a Tokyo nel 1928) è il presidente della Soka Gakkai Internazionale, un'associazione di laici (riconosciuta ONG presso l'ECOSOC nel 1983 e presso l'UNESCO nel 1989) basata sulla filosofia e gli ideali dell'insegnamento buddista di Nichiren Daishonin.
Ha patrocinato la normalizzazione delle relazioni tra Cina e Giappone ai tempi della guerra fredda, si è incontrato con i maggiori statisti del mondo (da Fidel Castro a Nelson Mandela, da Henry Kissinger a Zhou-Enlai) e ha al suo attivo un'intensa opera di oratore e saggista (spesso insieme a intellettuali di rilievo, come Arnold Toynbee, Johan Galtung, André Malraux, Linus Pauling). Attribuendo alle Nazioni Unite il ruolo di "congresso dell'umanità", Ikeda ogni anno indirizza all'ONU delle precise Proposte di pace e nel corso dei suoi viaggi se ne fa portavoce, allo scopo di creare un tessuto di scambi culturali ed educativi per realizzare una pace stabile e duratura.
La sua attività gli è valsa numerosi riconoscimenti internazionali, come quelli attribuitigli da parte dell'ONU, dell'Alto Commissariato per i Rifugiati, del Ministero della Cultura francese. Ha ricevuto lauree honoris causa dall'Università di Bologna, dall'Università di Glasgow, dall'Università di Stato di Mosca, dalle Università di Sofia, Buenos Aires, Ankara, Nairobi e da altre duecento istituzioni accademiche di tutto il mondo; nel 2006 il presidente Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito l'onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana.
La Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Palermo intende dare un riconoscimento a un uomo che ha indirizzato la sua ricerca spirituale e la sua azione nel campo dell'educazione alla pace e della promozione dell'amicizia e della fiducia tra i popoli.
Daisaku Ikeda ha definito il proprio compito «lavorare per la pace contro qualsiasi forma di violenza e contribuire al benessere dell'umanità attraverso la diffusione di una cultura e di una educazione umanistica»: queste parole la Facoltà accoglie e fa proprie nel proporre al Magnifico Rettore dell'Università di Palermo e al Ministero dell'università e della ricerca scientifica (MIUR) il conferimento a Daisaku Ikeda della laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione.

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Motivazione

SUPPLEMENTO AL NUMERO 122

di Daisaku Ikeda
(videoregistrazione)

di Daisaku Ikeda
(videoregistrazione)

Oggi mi sarà conferita la laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione dall'Università degli Studi di Palermo, uno dei più gloriosi templi del sapere accademico della Repubblica italiana. Non può esistere per me onore più grande.
Magnifico Rettore, illustri rappresentanti del Senato Accademico e del Corpo Docente, Signore e Signori, desidero innanzitutto esprimerVi la mia più profonda gratitudine per l'attribuzione di questo alto riconoscimento.
«La forza dell'amicizia riesce a unire insieme numerosi cuori». Questa frase esprime perfettamente il pensiero del grande filosofo Pitagora, che ho sempre amato sin dai tempi della gioventù.
La Sicilia, isola dove è nata l'Università di Palermo, è un magnifico palcoscenico solcato da numerosi e illustri maestri di saggezza, quali Pitagora e Platone, che vi hanno lasciato le loro tracce immortali. Sin dall'antichità più remota questa terra è stata al centro di grandi avvenimenti storici, che hanno prodotto l'incontro e la fusione di popoli e civiltà diverse.
Da grandi incontri nascono grandi creazioni. Anche Cicerone sottolineava che la diversità è fonte di gioia: «Varietas delectat». L'Università di Palermo ha ereditato questo spirito aperto, che si manifesta nell'importanza attribuita alla coesistenza di differenti culture e all'illimitato potere della creatività, e soprattutto nell'impegno affinché tale nuova coscienza prevalga nella società attuale.
Nel corso della sua gloriosa tradizione bicentenaria in questo ateneo sono nati grandi studiosi e scienziati, tra cui chimici e astronomi di fama mondiale, che risplendono come stelle nel firmamento della storia.
Colgo l'occasione per porgere l'espressione del mio più profondo rispetto a tutte queste personalità che hanno segnato delle tappe così importanti nel cammino dell'umanità.
Palermo è un'orgogliosa città internazionale, una città all'avanguardia, un simbolo del Mediterraneo. È altresì un centro vitale che ha influenzato, attraverso movimenti quali il Rinascimento del dodicesimo secolo, lo sviluppo della civiltà europea.
È cosa nota a tutti che Palermo fu anche fonte d'ispirazione per John Wolfgang Goethe, gigante della letteratura mondiale, che trovò in questa città la chiave che indirizzò il suo cammino verso nuove ricerche e che lo portò - infondendogli nuova speranza - a una svolta decisiva del suo percorso creativo.
L'Università di Palermo è uno splendido esempio di dedizione alla diffusione del sapere per la costruzione di un nuovo Rinascimento della civiltà globale e per uscire dal vicolo cieco in cui si trova attualmente il nostro mondo. Sotto la straordinaria guida del Magnifico Rettore l'Ateneo si è impegnato, in un mondo convulso come quello odierno, nella grande impresa di costruire una cultura di pace.
Da oggi ho l'onore di far parte del Corpo Docente del vostro prestigioso Ateneo.
Sono fermamente deciso, unendomi in questo sforzo a tutti i Docenti e avvalendomi di efficaci strumenti quali il dialogo aperto e la comunicazione, a costruire per i giovani cittadini del mondo che verranno dopo di noi un cammino ancora piú grande e profondo, dove possano incontrarsi la pace, la cultura e l'educazione.
Vorrei in questa sede ribadire il mio impegno a continuare a lottare fino in fondo, come voi dell'Università di Palermo, coraggiosi pionieri in questo cammino, per la vittoria dei diritti umani, per la vittoria della nonviolenza e per la vittoria della dignità della vita.
Vi ringrazio ancora dal profondo del cuore.

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Ringraziamento

Lectio Magistralis

SUPPLEMENTO AL NUMERO 122

Firenze, 24-25 marzo 2007

Firenze, 24-25 marzo 2007

Firenze, il 24 e il 25 marzo, è stata testimone di come il lavoro per la pace e la dignità di tutti gli esseri umani non conosca confini di spazio e di tempo.
Due avvenimenti hanno testimoniato la relazione duratura che esiste tra la società civile e il presidente Ikeda.
Il primo evento, la cerimonia di consegna della laurea honoris causa della Soka University agli ex Capitani reggenti della Repubblica di San Marino Fabio Berardi, «per la sua guida politica e l'impegno dimostrato verso i cittadini», e Luigi Lonfernini, «per il suo impegno e la sua guida politica che hanno contribuito allo sviluppo e alla realizzazione di una pace duratura», si inserisce in un rapporto tra la Soka Gakkai e la Repubblica di San Marino che dura da molti anni. Un rapporto iniziato sei anni fa, quando l'8 settembre 2001 Berardi e Lonfernini, allora Capitani reggenti, conferirono a Daisaku Ikeda il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre di Sant'Agata per la sua attività a favore della pace e dei diritti umani. «Abbiamo ancora ben presente la calda accoglienza che ci è stata riservata durante la nostra visita in Giappone quali rappresentanti di un piccolo paese che ha saputo gelosamente custodire nel tempo una propria identità, superando ogni difficoltà. [...] Nel ricevere il diploma desideriamo nuovamente confermare la nostra amicizia, augurando al presidente Ikeda, ai suoi collaboratori, alle sue organizzazioni di poter continuare in quell'opera di penetrazione culturale che mira a esaltare l'essere umano e a valorizzarlo».
Il giorno successivo una folla entusiasta di migliaia di persone ha assistito al conferimento del Sigillo della pace della Repubblica fiorentina a Daisaku Ikeda, «per il suo inesauribile e incessante impegno civile e umanitario nella costruzione di una pace duratura e del dialogo tra i popoli della terra». Dopo quindici anni dalla consegna del Fiorino d'oro, il più importante riconoscimento civile della città, il rapporto tra Firenze e il presidente Ikeda continua a essere vivo e fecondo proprio attraverso l'impegno dei praticanti cittadini, di cui solo una piccola rappresentanza ha potuto seguire commossa la cerimonia nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.
È restata a tutti nel cuore l'immagine delle centinaia di ombrelli multicolori che riempivano piazza della Signoria, a riparare dalla pioggia tantissimi membri provenienti da tutta Italia, che pur sapendo di non poter entrare nella sala hanno partecipato con grandissimo entusiasmo alla manifestazione, seguendola attraverso un maxi schermo messo a disposizione dal Comune.

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Insieme nell'impegno per la pace

SUPPLEMENTO AL NUMERO 122

Conferimento della Laurea honoris causa della Soka University a Fabio Berardi e Luigi Lonfernini
Firenze, 24 marzo
Centro Culturale Italiano

Conferimento della Laurea honoris causa della Soka University a Fabio Berardi e Luigi Lonfernini

Fabio Berardi, nato a Borgo Maggiore il 26 maggio 1959, è un politico sammarinese.
Dal 27 luglio 2006 è Segretario di stato alla sanità e sicurezza sociale, previdenza e pari opportunità.
È membro del Consiglio grande e generale, al quale è stato eletto con preferenze nelle liste del Partito dei socialisti e dei democratici.
È stato Capitano reggente per il periodo aprile-ottobre 2001, Segretario di stato per il territorio, l'ambiente e l'agricoltura da ottobre 2001 a dicembre 2003 e Segretario di stato per gli affari esteri e politici, alla programmazione economica e alla giustizia da dicembre 2003 a giugno 2006.
È impegnato in politica sin dalla fine degli anni '70 nelle file del Partito socialista sammarinese. Da giugno 1984 a giugno 1989, da novembre 1995 a dicembre 1998 è stato eletto nella Giunta di Castello di Borgo Maggiore. È stato eletto al Consiglio grande e generale nel 1998 e rieletto nel 2001 e nel 2006.
È laureato con lode in Scienze geologiche all'Università degli studi di Bologna. Dal 1984 al 1995 ha svolto la professione di geologo. Dal 1995 al 1998 è stato coordinatore del Dipartimento territorio, ambiente e agricoltura. Dal 1998 al 2001 è stato direttore dell'Azienda autonoma di stato di produzione.
È sposato e padre di due figli.

Professor Ikeda, cari amici.
Sono certo di interpretare anche i sentimenti del collega Luigi Lonfernini e delle nostre famiglie nel rivolgere innanzitutto i più sentiti ringraziamenti per la considerazione e l'ospitalità odierna, e anche per l'ospitalità e tutti gli onori che abbiamo ricevuto nel 2001, quando ci siamo recati in visita a Tokyo, soggiorno di cui abbiamo ancora un ricordo vivissimo per la grande emozione e tutte le suggestioni che in quell'occasione abbiamo potuto vivere. E sono oltremodo onorato e commosso per l'odierna rinnovata attenzione e per questo importante conferimento della laurea honoris causa da parte della prestigiosa Soka University.
Come è noto, la Soka University fu fondata nel 1971 dal presidente Daisaku Ikeda. È una delle più rinomate e prestigiose università giapponesi, comprende facoltà di Diritto, Economia, Giurisprudenza, Lettere, Scienze dell'educazione, Amministrazione aziendale, Ingegneria, suddivise in quindici dipartimenti di studi per offrire a tutti la possibilità di raggiungere un'istruzione di livello superiore seguendo il solco e gli ideali tracciati da Tsunesaburo Makiguchi, pedagogo, il primo presidente della Soka Gakkai.
Sin dai primi momenti, verso la fine degli anni '90, l'incontro con la Soka Gakkai ha stimolato in me un'attenzione particolare e un grande interesse, suscitato soprattutto dalle affinità che caratterizzano le nostre realtà e che legano la nostra esperienza agli insegnamenti e all'azione del presidente Ikeda. Il nostro piccolo stato vanta oggi 1706 anni di storia, che è la storia di una piccola comunità costituitasi nel 301 d.C. attorno alla figura di Marino, in un momento in cui non erano ben tollerate le confessioni religiose. Successivamente, sino ai giorni nostri, la comunità sammarinese si è ispirata e ha improntato la propria esistenza agli ideali di pace, tolleranza, democrazia e rispetto dei diritti umani. Attualmente siamo membri e parte attiva dei maggiori e più prestigiosi organismi internazionali, presso i quali non ci stanchiamo mai di ribadire tali ideali e valori per i quali ci battiamo, esercitando con dignità il nostro ruolo di piccolo stato al pari delle grandi nazioni, visto che il nostro voto pesa come quello delle grandi nazioni e che, proprio per la nostra natura, siamo liberi da condizionamenti geo-politici o da interessi economici. Molto spesso in quelle sedi riusciamo a portare il nostro contributo in situazioni di confronto spesso difficili, di grandi tensioni che vedono i grandi paesi spesso bloccati su posizioni fortemente polarizzate che non aiutano la conciliazione e la mediazione. Un esempio attuale: alle Nazioni Unite è nato un dibattito sulla riforma del Consiglio di sicurezza, so che anche il Giappone ha presentato la propria candidatura, ma sono anni che non si riesce a trovare una soluzione per gli equilibri globali nell'ambito di quell'importante organismo. Così pure non manchiamo di favorire il dialogo fra le culture e le religioni, richiamandone il valore fondamentale. Culture e religioni diverse possono incontrarsi solo attraverso il dialogo, come unica soluzione universale dei conflitti. Proprio l'anno scorso a San Marino abbiamo tenuto un'importante Conferenza di pace per il Medioriente, ospitando esponenti israeliani e palestinesi. Sappiamo che gli insegnamenti e l'incessante impegno del presidente Ikeda vanno tutti in questa direzione.
Il presidente Ikeda, in virtù delle sue attività a favore della pace e della cultura, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, che sarebbe lungo elencare. Tra i più prestigiosi ricordiamo il Premio per la pace delle Nazioni Unite e il premio umanitario dell'Alto Commissariato per i rifugiati. Recentemente, nel gennaio del 2006, anche la Repubblica Italiana gli ha conferito per opera dell'ex presidente Carlo Azeglio Ciampi una propria onorificenza. In questo vasto panorama di encomi, è con motivo di orgoglio che, pur nella nostra umile condizione di persone ben consapevoli della dimensione del nostro stato, io e il collega Lonfernini ci siamo compiaciuti di attribuire nel 2001 al presidente Ikeda la più alta onorificenza sammarinese di Cavaliere di Gran Croce. Anticipando di anni il gesto che ha poi compiuto la nostra vicina amica Repubblica Italiana.
E oggi siamo noi ad essere qui, infinitamente grati, oggetto di attenzione, in un sentimento di rinnovata amicizia e di reciproca considerazione. Questo prestigioso riconoscimento, che ci onora e ci commuove, accresce in me un nuovo slancio nell'impegno politico e sociale nell'interesse comune e di tutta la comunità, insieme a un accresciuto senso di responsabilità che da oggi mi lega alla Soka University, impegno che cercherò di attuare nel migliore dei modi con tutte le mie risorse e le mie possibilità. Ringrazio quindi di cuore il professor Hiromasa Ikeda, e mi sia anche consentito di ringraziare gli amici che sento sempre vicini Giovanni Littera, Mitsuhiro Kaneda, mio fratello Danilo, congiuntamente al signor Kengi e al signor Norito, che oggi abbiamo avuto l'onore di conoscere.
In conclusione, prego il professor Hiromasa Ikeda di portare al presidente Daisaku Ikeda i migliori saluti e rinnovati sentimenti di stima e di considerazione sia miei personali sia di tutto il popolo sammarinese. Grazie di cuore.

Fabio Berardi

Luigi Lonfernini nasce a Borgo Maggiore nel 1938, studia Giurisprudenza all'Università di Bologna, laureandosi nel 1962. Avvocato professionista, è stato presidente dell'Ordine degli avvocati e notai e della Consulta dei liberi professionisti di San Marino dal 1988 al 1996. È docente presso la Scuola di perfezionamento di studi giuridici sammarinesi e dal 1988 è presidente dell'Istituto giuridico sammarinese.
Fin da giovane ha svolto attività politica, sempre nelle file del Partito democratico cristiano sammarinese: è stato ininterrottamente membro del Consiglio grande e generale dal 1964 al 1983, e poi nuovamente dal 1998 al 2001. È stato inoltre membro del Congresso di stato dal 1964 al 1978. È attualmente presidente della Banca agricola commerciale di San Marino.

Il mio collega Fabio Berardi, Segretario di stato, e io abbiamo ancora ben presente la calda accoglienza che ci è stata riservata durante la nostra visita in Giappone quali rappresentanti di un piccolo paese che ha saputo gelosamente custodire nel tempo una propria identità, superando ogni difficoltà che la natura e gli uomini, non sempre di buona volontà, hanno posto lungo il suo millenario cammino. Per certi aspetti San Marino, pur con tutti i limiti dovuti alla sua peculiarità di piccolo stato, come la grande nazione nipponica ha saputo mantenere inalterate tradizioni e cultura, necessarie per identificare un popolo e caratterizzarlo nel consesso mondiale.
Nel nostro animo risuonano ancora le espressioni e i sentimenti che il presidente Ikeda ha voluto esprimere nei nostri confronti, e nei nostri occhi sono ancore vive le immagini di grande impatto che ci avete voluto trasmettere: dall'Università Soka, esempio di modernità sia sul piano urbanistico che su quello culturale, all'Associazione concertistica Min-On, al museo Fuji nonché alle altre strutture di importanza culturale che abbiamo avuto occasione di conoscere nel nostro breve ma significativo soggiorno in terra nipponica.
Sono trascorsi sei anni dalla nostra visita in Giappone.
Il terzo millennio da poco si era aperto, pieno di aspettative e di speranze per un mondo migliore, e in effetti sembrava che ci fossero tutte le premesse per costruire un mondo di pace, dove la giustizia riuscisse a trionfare e dove tutti gli sforzi delle nazioni privilegiate indirizzati a sradicare fame, miseria e malattie potessero finalmente trovare buon esito, in quanto la tecnologia era in grado di sottrarre il genere umano alla sua atavica condizione di sottosviluppo.
Siamo rientrati a San Marino alla vigilia dell'attentato alle torri gemelle. Da allora si ha l'impressione, e non solo l'impressione, che il mondo sia precipitato in uno stato di permanente insicurezza. Insicurezza che deriva non solo da un terrorismo internazionale che alimenta focolai di guerra ormai presenti in tutti i continenti, ma anche da un'economia incapace di dare continuità allo sviluppo delle singole nazioni.
La stessa economia mondiale, ormai globalizzata, nonostante il grande sviluppo della Cina e dell'India soffre di una grande precarietà che incide, psicologicamente ma non solo, anche nella vita di quei popoli che ormai si ritenevano sicuri di avere superato la soglia di un benessere senza limiti. È stato proprio in questi ultimi anni che le nazioni più ricche e più sviluppate si sono rese conto di non essere più in grado di mantenere lo stesso livello di sviluppo, avendo scoperto che le risorse di cui dispongono sono limitate. La corsa a produrre beni di consumo ha talmente impoverito il pianeta di quegli elementi naturali che si presumevano inesauribili e inalterabili quali l'aria, l'acqua e il sole da far ritenere possibile una crisi planetaria tale da compromettere la nostra stessa esistenza fisica.
Se da una parte esistono le condizioni per essere pessimisti, non dico catastrofici, dall'altra ci solleva l'idea che l'essere umano, nel tempo, ha sempre saputo riscattarsi e trovare le giuste soluzioni per reagire anche nelle situazioni più difficili. Il riscatto, nella storia dell'umanità, ha avuto sempre come protagoniste persone che hanno trainato, facendosi promotrici di iniziative culturali e umanitarie che in seguito hanno portato a ricadute positive sul mondo politico ed economico.
Ogni nazione, piccola o grande, ha subìto il fascino di personaggi che hanno dedicato la loro vita a sviluppare sentimenti di solidarietà che hanno permesso di superare crisi di varia natura.
Quando Fabio Berardi e io, nella nostra veste istituzionale, siamo stati coinvolti nell'avvio di uno scambio culturale con una organizzazione nata nell'Estremo Oriente ma ormai ben radicata nel mondo occidentale, è sorta in noi, spontaneamente, una curiosità che ci ha permesso di conoscere uno di questi personaggi. Di quelli che con le loro azioni riescono a far esprimere quella solidarietà tra i popoli che è il vero collante per imprimere sentimenti che uniscono e non dividono, e quindi trasmettere la speranza di vedere realizzato un mondo più coeso e meno ingiusto.
Mi riferisco al presidente Ikeda, che ha saputo sviluppare prima nel suo paese e poi nel mondo sentimenti di solidarietà, suscitando interessi culturali, accrescendo di conseguenza quel circolo che dovrebbe e deve coinvolgere le persone di buona volontà indipendentemente dalla razza, dal colore della pelle, dalla fede religiosa e dalla condizione economica.
A conclusione di questo breve intervento intendiamo nuovamente esternare a tutti voi, e in particolar modo al presidente Ikeda, sentimenti di vera amicizia e l'augurio che egli possa continuare per molti anni ancora la sua grande opera di operatore di pace e diffondere attraverso la sua organizzazione la cultura dell'integrazione tra i popoli, estremamente necessaria per aumentare la consapevolezza dei benefici che possono derivare all'umanità in termini di sviluppo sociale ed economico.
San Marino ha assunto per la seconda volta la presidenza del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, succedendo al semestre presieduto dalla Federazione russa. Per il semestre di presidenza, il Segretario di stato dottor Fiorenzo Stolfi si è proposto di indirizzare il proprio programma su temi di grande attualità: la promozione del dialogo interculturale e interreligioso; la difesa e lo sviluppo dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare tramite una maggiore efficacia del sistema di controllo della Convenzione europea dei diritti dell'uomo; il rafforzamento della cooperazione con le altre organizzazioni internazionali.
Sono temi di sicuro interesse, che oltre a sensibilizzare l'opinione pubblica degli stati che formano il Consiglio d'Europa troveranno l'adesione di tutte quelle organizzazioni, pubbliche e private, che in ogni nazione cercano di fare radicare quei sentimenti di solidarietà, libertà, giustizia che dovrebbero essere patrimonio dell'intera umanità.
In definitiva sono gli stessi sentimenti a cui il presidente Ikeda ha dedicato la sua vita, nella consapevolezza che solo una appassionata partecipazione di tutte le persone di buona volontà potrà liberare gli esseri umani da tutte quelle forme di soggezione che da troppo tempo li costringono e li avviliscono.
Nel ricevere il diploma desideriamo nuovamente confermare la nostra amicizia, augurando al presidente Ikeda, ai suoi collaboratori, alle sue organizzazioni di poter continuare in quell'opera di penetrazione culturale che mira a esaltare l'essere umano e a valorizzarlo.

Luigi Lonfernini

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Ringraziamenti

SUPPLEMENTO AL NUMERO 122

del Sindaco di Firenze
Leonardo Domenici
Firenze, 25 marzo 2007
Palazzo vecchio
Salone dei Cinquecento

del Sindaco di Firenze
Leonardo Domenici

Buongiorno a tutti!
Benvenuti a Firenze nel Salone dei Cinquecento, il cuore della storia e della vita civile e istituzionale di questa nostra grande città che oggi è felice e orgogliosa di accogliere tante persone. In particolare un saluto affettuoso a Hiromasa Ikeda e a tutti i componenti della delegazione ufficiale della Soka Gakkai.
L'appuntamento di oggi mi riporta con la mente a sette anni fa al Palazzo dello sport, dove forse erano presenti molti di voi. Fu un appuntamento con più di duemila persone per un raduno di giovani, e fu anche l'occasione per ricordare il rapporto e il forte legame di questa nostra città con la Soka Gakkai e con Daisaku Ikeda. Voglio salutare il presidente della Soka Gakkai non solo attraverso Hiromasa ma anche attraverso tutti voi, ricordando quel 1992 quando qui a Firenze in Palazzo Vecchio l'allora sindaco Giorgio Morales gli consegnò il Fiorino d'oro, il più importante riconoscimento civile della nostra città.
Io credo che il rapporto con Daisaku Ikeda si fondi non soltanto sul conferimento di quell'onorificenza, ma sul pensiero che in quell'occasione Ikeda ci lasciò, e che poco fa con Hiromasa abbiamo riletto insieme. Ritengo che il rapporto di Firenze con Ikeda sia ancora più profondo e si basi sul comune riconoscimento della profondità dei valori dell'umanesimo, valori che ci ispirano in modo condiviso, ai quali siamo arrivati per strade diverse perché differenti sono le nostre storie, tradizioni e realtà - anche se oggigiorno il mondo si assomiglia sempre di più - ma che si fondano sulla comune esigenza di riconoscere la radice dell'umanesimo che deve ispirare le nostre azioni, le nostre iniziative, la nostra vita quotidiana.
L'incontro di oggi è quindi anche per me, e per Firenze, la riconferma di questo legame, di questo comune riconoscersi in valori condivisi. Mi auguro che questo lavoro possa e debba continuare non soltanto insieme, ma che ciascuno di noi possa portarlo avanti con determinazione e con dolcezza al tempo stesso.
Il mondo in cui viviamo ha sicuramente bisogno di questi valori. Ha sicuramente bisogno di lavorare per la pace, per un futuro diverso. Ha sicuramente bisogno di fare i conti giorno per giorno con le tante drammatiche contraddizioni e conflitti che si vivono in diverse parti della terra, quei conflitti che però abbiamo anche dentro di noi, nelle nostre città e nei paesi più ricchi e avanzati del mondo: con questo dobbiamo misurarci. Io mi auguro che l'incontro di oggi possa essere il segno del desiderio di voler continuare a fare un lavoro insieme. Con la consegna simbolica di quel Sigillo della pace della Repubblica fiorentina che noi riteniamo essere un riferimento spirituale, etico e morale di particolare importanza, mi auguro che Hiromasa Ikeda voglia accogliere il nostro saluto e lo possa trasmettere a Daisaku Ikeda. Intanto io lo trasmetto a tutti voi che siete qui e alla Soka Gakkai in tutte le parti della terra, a nome della città di Firenze.

Ringrazio Hiromasa Ikeda per il suo intervento e per la lettura del messaggio di Ikeda, lo ringrazio per le parole che ha avuto per la nostra città, anche per le belle parole a me personalmente rivolte. Vorrei aggiungere soltanto che l'iniziativa di ciascuno di noi, individualmente e personalmente, non avrebbe senso se non venisse accompagnata da un grande impegno collettivo come quello che abbiamo sentito, respirato tutti insieme stamani nel Salone dei Cinquecento qui in Palazzo Vecchio, e mi esprimo anche per conto di quelle persone, tante, giovani, donne, uomini, bambini che si sono trovati in Piazza della Signoria, che non potevano essere qui con noi, e che sotto la pioggia ci hanno accompagnati comunque in questa bellissima manifestazione, una manifestazione che aveva un obiettivo: il Sigillo della pace. Nel nome della pace concludiamo questo nostro incontro. Vi ringrazio di aver dato oggi a Palazzo Vecchio e a Firenze questa splendida occasione di partecipazione e di impegno collettivo.

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Discorso inaugurale

SUPPLEMENTO AL NUMERO 122

di Sabina Guzzanti

di Sabina Guzzanti

Signor sindaco Domenici,
Signor Hiromasa Ikeda,
Signore e Signori,

È difficile dire cosa mi ha insegnato il presidente Ikeda. Io pratico il Buddismo da vent'anni e tutto quello che c'è di bello e di importante nella mia vita è legato al Buddismo. Da vent'anni leggo i discorsi del presidente Ikeda e mi domando se sto mettendo in pratica i suoi insegnamenti. Mi confronto con il suo pensiero, mi commuovo e mi rafforzo grazie al suo esempio e in cuor mio prometto di utilizzare tutto il mio talento, le mie capacità, la mia umanità, il mio tempo per realizzare la pace così come il Buddismo insegna.
È un grande onore per me potergli rendere pubblicamente omaggio in questa occasione, potere ricambiare in piccola parte il debito di gratitudine che ho nei suoi confronti, e una grande responsabilità dare voce a una parte dei pensieri così appassionati che tanti presenti a questa riunione condividono.
Il merito del presidente Ikeda è di avere spiegato il Buddismo nella lingua dei nostri tempi.
Il Buddismo nasce per liberare gli esseri umani dalla sofferenza.
Nasce per liberare gli esseri umani dalla paura e dall'ignoranza.
Per ricordarci che siamo nati per essere felici, che la felicità e la creatività si somigliano molto. Per dire che siamo tutti ugualmente degni di rispetto, che la nostra natura originaria è illuminata. Il Buddismo nasce per ricordarci chi siamo e da dove veniamo.
Daisaku ikeda in ogni suo discorso porta ad esempio uno scrittore, un sociologo, un filosofo, uno scienziato, un poeta. Non esiste un discorso di Ikeda che non abbia questa modalità del dialogo anche immaginario con qualcun altro.
Lo fa per creare legami con altre culture, altre figure, e per invitare chi lo segue a leggere, ad allargare i propri orizzonti continuamente senza fermarsi mai, ad aprirsi. Lo fa per ribadire che parlare serve a creare legami. Che la cultura e la parola devono essere utilizzate a questo scopo. Ci insegna a concentrarci sull'intenzione che c'è dietro le parole e che quella sola conta.
È un modo per ribadire che la cultura è fatta per essere utilizzata, messa in pratica. Non è un oggetto da ammirare, contemplare. Non è uno strumento di potere, non deve servire a sottomettere, intimorire. Non deve servire ad accrescere i propri privilegi.
La cultura e la religione che fa parte della cultura ha questo scopo. Scrive Daisaku Ikeda: «Ogni qual volta la religione rende le persone passive e impotenti merita l'infamante definizione di oppio dei popoli».1
Ultimamente ho scoperto Zygmunt Bauman, uno dei più emeriti sociologi e pensatori al mondo, così recita la quarta di copertina, mi sembra appropriatamente. La sua analisi della società contemporanea è lucidissima e angosciante.
Spiega Bauman2 che tutti noi soffriamo per problemi legati all'identità. Non era così fino a qualche decennio fa quando l'identità era legata all'appartenenza a qualcosa. Oggi i luoghi a cui era affidato il sentimento di appartenenza (famiglia, vicinato, lavoro) non sono più affidabili.
Lo stato ha divorziato dalla società, non è più in grado di garantire i diritti economici, politici e sociali che devono sottostare al pensiero unico del neo liberismo.
Ogni aspetto della nostra esistenza è soggiogato alle regole del consumo, tutto ha una data di scadenza e nasce per essere rimpiazzato. In questa condizione le identità non negoziabili diventano inadatte, la coerenza un intralcio. Chi si lega a un'idea sa che verrà presto gettato via con quella. Non c'è tempo perché il malcontento diffuso si condensi nella richiesta di un mondo migliore.
I privilegiati possono comporre la loro identità scegliendo fra le vaste offerte del mercato. I non privilegiati hanno un'identità, un'etichetta imposta dall'esterno che non si può cambiare. Questa identità è sempre offensiva, umiliante e disumanizzante. Ma anche i pochi "fortunati" rischiano continuamente di non stare al passo, così la gioia di scegliere una nuova identità è guastata dalla paura di fallire e precipitare nell'inferno dei declassati.
Gli intellettuali non sentono più nessun obbligo nei confronti dei più deboli e diventano auto impegnati. Si preoccupano della loro immagine, non mettono bocca nelle questioni politiche se non viene loro espressamente chiesto da chi è al potere.
Si nega che esistano gruppi maggiori della somma delle loro parti e quindi cause più importanti della soddisfazione individuale. Martiri ed eroi battono in ritirata e vengono sostituiti da vittime e celebrità, cioè persone note per la loro notorietà.
Leggevo questi pensieri e riflettevo sulla fortuna di avere incontrato il Buddismo.
Ho cominciato a lavorare nella seconda metà degli anni ottanta all'apice della celebrazione dell'apparenza. Quando cercare un senso in quello che si faceva, pensare a una società migliore era semplicemente ridicolo.
Ho lavorato tanto, ho combattuto faticato, sono caduta e mi sono rialzata tante volte. Sono riuscita a operare nella cultura senza spendere un grammo delle mie energie per problemi di immagine, per discorsi sul marketing, per domandarmi come vendermi. Vedo tante persone intorno a me che hanno la stessa determinazione e mi sembra un miracolo.
Riesco a rinnovarmi a inventare sempre cose nuove grazie all'energia della pratica buddista, senza calcoli strumentali e senza calcoli in generale.
Non soffro dei tormenti degli artisti, del timore che la vena creativa si esaurisca, del timore di invecchiare e di essere superata. Al contrario ho paura solo di non fare in tempo a realizzare tutto quello che desidererei.
C'è un nesso profondo fra etica e creatività e fra etica ed estetica, questo per me è l'insegnamento più prezioso di Daisaku Ikeda.
Non basta essere buoni bisogna anche denunciare il male. È un'illusione pensare di poter resistere, è impossibile conservare la purezza senza battersi contro l'ingiustizia, la menzogna. Quelle che comunemente si considerano scelte comode sono in realtà scomodissime. È una gran fatica vivere a testa bassa, è faticosissimo mentire a se stessi, costruirsi identità finte, mantenerle, convincere gli altri a vederci come vorremmo apparire, cercare di guidare le emozioni con la chimica non ne parliamo.
La poesia Il secondo avvento di Yeats, descrivendo uno scenario apocalittico, dice così:

...la torbida marea del sangue dilaga e ogni dove
annega il rito dell'innocenza.
I migliori hanno perso ogni fede, i peggiori
si gonfiano di ardore appassionato.3

La Soka Gakkai, l'organizzazione laica costruita da Makiguchi, Toda e Ikeda, si propone di motivare le persone oneste, di coltivare la parte onesta che tutte le persone hanno. Permette di fare pratica di relazioni umane sane, basate sull'umanità, non sul calcolo e la sopraffazione. Insegna ai buoni a organizzarsi, a restare uniti, a proporre modelli di convivenza e a non nascondersi.
Fa bene il sindaco di Firenze a incoraggiare questo movimento, c'è più gusto credo a fare il sindaco di cittadini pieni di dignità.

 Note

1) Daisaku Ikeda, Per il bene della pace, Esperia, p. 81.
2) cfr. Zygmunt Bauman, Intervista sull'identità,Vita liquida, Modernità liquida, Laterza.
3) W. B. Yeats, Poesie, Oscar Mondadori.

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Saluto

SUPPLEMENTO AL NUMERO 122

di Daisaku Ikeda
letto da Hiromasa Ikeda

di Daisaku Ikeda
letto da Hiromasa Ikeda

Illustre Sindaco,
Gentili ospiti e Autorità intervenute,
Cari cittadini di Firenze,
Signore e Signori,

sono molto grato e commosso di ricevere dalla città di Firenze, la capitale del Rinascimento ammirata in tutto il mondo, questo prestigioso Sigillo della pace. Non esiste per me onore più grande di quello di essere insignito di un titolo così ricco di significato, testimonianza del nobile spirito del popolo fiorentino che non ha mai smesso di agire con animo indomito per la difesa della pace e della libertà, vincendo sulle grandi difficoltà sorte nel corso della sua storia.
Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine al sindaco Domenici per aver gentilmente concesso che questo importante riconoscimento sia consegnato a un mio delegato. Da quando nel 1992, sempre qui a Palazzo Vecchio, mi è stato conferito il Fiorino d'oro, riconoscente alla città di Firenze per avermi accolto come suo concittadino ho sempre agito con il massimo orgoglio e la più grande gioia per la costruzione di una cultura della pace, una cultura che da sempre è tenuta in massima considerazione in questa città.
In particolare sono estremamente felice che tra Firenze e il Giappone si sia creato un profondo legame d'amicizia, illuminato da quella sublime espressione dello spirito umano che è l'arte. Nel 1994 fu inaugurata a Palazzo Medici Riccardi la mostra Il mondo dei samurai, promossa dal Museo Fuji di Tokyo di cui sono fondatore, e nel 1996 fu realizzata, grazie al Museo Fuji e alla preziosa collaborazione della Casa Buonarroti, una grande mostra dedicata a Michelangelo: Invito in Casa Buonarroti. Michelangelo e il suo mito, che ha portato in tre città giapponesi numerosissime opere di estremo valore di questo genio immortale. L'esposizione ha saputo trasmettere nella nostra epoca tutta l'energia e il fascino della cultura del Rinascimento italiano, e ha commosso ed entusiasmato un vasto pubblico.
Anche qui nel Salone dei Cinquecento possiamo ammirare un capolavoro di Michelangelo, il Genio della Vittoria. Tempo fa, mentre parlavo con alcuni giovani giapponesi dei bei ricordi della mia visita a Palazzo Vecchio, mi soffermai proprio sul significato di questo gruppo marmoreo: la vita, espressa dalla figura del giovane, trionfa sulla fugacità del tempo e sulla morte, simboleggiati dalla figura del vecchio. Incoraggiai allora quei giovani a sfidarsi costantemente e a vincere nella vita, seguendo l'esempio di Michelangelo che si dedicò ininterrottamente alla sua opera creativa sino all'ultimo momento della sua esistenza.
Il Rinascimento ha rappresentato la scoperta dell'universo interiore dell'essere umano e ha consentito allo spirito umano di librarsi in un volo continuo. Non è inoltre esagerato dire che il Rinascimento ha reso manifesto un "potere morbido" che ha sviluppato nuove capacità dell'umanità.
Francesco Petrarca affermò: «Niente è degno d'ammirazione fuorché l'anima, per la quale nulla è troppo grande». Questo concetto coincide profondamente con il pensiero buddista, quintessenza della saggezza orientale, secondo il quale nella vita di un essere umano esistono infinite potenzialità. Ora il problema cruciale è come manifestare tali potenzialità, come sviluppare tutti gli aspetti positivi dell'essere umano e come lottare contro la negatività che provoca la sofferenza nelle persone. Credo che in questa ricerca si possa trovare la chiave per risolvere i problemi più gravi che affliggono l'umanità. I giganti del Rinascimento ci insegnano che la manifestazione delle infinite capacità di un singolo individuo e la sua auto-riforma influenzano tutto l'ambiente sociale e possono trasformare il futuro dell'umanità.
Anche nei dialoghi con Aurelio Peccei, fondatore del Club di Roma, pubblicati con il titolo Campanello d'allarme per il XXI secolo, giungemmo alla conclusione che senza sfidarsi in questa "rivoluzione umana" non si potrà edificare una società pacifica. La Soka Gakkai Internazionale, diffondendo in centonovanta paesi del mondo il suo movimento per la pace, la cultura e l'educazione, promuove tale riforma interiore che consente la manifestazione della natura più nobile dell'essere umano.
Oggi, grazie alla straordinaria guida del sindaco Domenici, Firenze sta compiendo nuovi progressi nel diventare una città modello per la nascita di un'epoca in cui risplenda il rinascimento dell'umanità. So che il sindaco Domenici, vice presidente italiano dei sindaci per la pace, ha trasmesso al mondo intero forti messaggi di speranza per la realizzazione di obiettivi quali l'abolizione totale delle armi nucleari, lo sradicamento della povertà e la risoluzione del problema ambientale.
Anche tutti noi della SGI siamo decisi a impegnarci insieme al sindaco e a tutti i cittadini di Firenze per fare un nuovo passo in avanti verso la creazione di questo rinascimento umano.
Imprimendo nel cuore il significato di questo prestigioso Sigillo della pace da oggi mi impegno fermamente, rinnovando la mia determinazione, a contribuire allo sviluppo di Firenze e alla pace mondiale.
Per concludere auguro a questa città dei fiori, dalla bellezza eterna, tesoro supremo dell'umanità, un futuro glorioso e costellato di vittorie.

Grazie ancora a tutti!

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Daisaku Ikeda uomo di pace

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