BS 200 / 1 maggio 2020

Verso il futuro. Conclusioni

La saggezza per creare la pace e la felicità. Terza parte - Kosen-rufu e la pace mondiale, Brani scelti da testi di Daisaku Ikeda, selezione e adattamenti a cura della Sgi

Puntata conclusiva






Pubblicato sul mensile Daibyakurenge di dicembre 2017

 










Questa è la puntata conclusiva della serie La saggezza per creare la pace e la felicità. Seguono due puntate supplementari, uscite sui numeri di gennaio e febbraio 2018 di Daibyakurenge, sul Gruppo futuro e sullo studio del Buddismo di Nichiren Daishonin, che sono pubblicate solo nella versione online di questo numero della rivista, accessibile a tutti gli abbonati.








 

Una nuova serie di Sette campane verso il 2050


 







Nel 2001 la Soka Gakkai lanciò la seconda serie di Sette campane1, che riguarda sette fasi di sviluppo del movimento di kosen-rufu fino al 2050. In questo messaggio del 2001 per celebrare il 3 maggio, Giorno della Soka Gakkai, il presidente Ikeda parla del significato delle Sette campane e ribadisce il suo impegno a espandere la rete di cittadini globali della Soka Gakkai e a gettare fondamenta incrollabili per la pace mondiale in questi cinque decenni.




 

Siamo ripartiti con energia verso il 2030, in cui cadrà il centenario della Soka Gakkai, e ci siamo incamminati verso una nuova serie di Sette campane. Continuiamo la nostra energica avanzata facendo sì che ognuna di queste sette campane e ogni decennio diventi una grande pietra miliare di vittoria e di speranza. Prima di tutto miriamo a celebrare con successo le tappe da qui al 2030.

- 3 maggio 2008, fine della prima campana.

- 3 maggio 2010, ottantesimo anniversario della Soka Gakkai.

- 3 maggio 2015, fine della seconda campana.

- 3 maggio 2020, novantesimo anniversario della Soka Gakkai.

- 3 maggio 2022, fine della terza campana.

- 3 maggio 2029 fine della quarta campana.

- 3 maggio 2030, centesimo anniversario della Soka Gakkai.

Il 2050 sarà una doppia pietra miliare in quanto celebreremo sia il 120° anniversario della Soka Gakkai, sia la fine della seconda serie di Sette campane. A quel tempo i membri della prima classe della Soka University d’America [inaugurata nel maggio 2001] e gli attuali membri dei Gruppi studenti e futuro avranno circa l’età che ho io adesso. Far crescere i giovani significa creare un futuro nuovo. Attendo con impazienza di vedere i vivaci contributi che i giovani uomini e le giovani donne forniranno in ogni campo della società.
In Ripagare i debiti di gratitudine il Daishonin scrive: «Se la compassione di Nichiren è veramente grande e omnicomprensiva, Nam-myoho-renge-kyo si diffonderà per diecimila anni e più, per tutta l’eternità» (RSND, 1, 658). Tutti avete la nobile missione di essere la fonte dalla quale kosen-rufu scorrerà fino al lontano futuro.
Nichiren Daishonin apparve nel mondo circa settecento anni dopo l’arrivo del Buddismo in Giappone dalla Corea, ed erano passati anche settecento anni dall’epoca del Gran Maestro T’ien-t’ai in Cina. Scrive: «Adesso, più di settecento anni dopo che il Buddismo è stato introdotto in Giappone, […] la grande Legge mai udita nelle ere precedenti si sta propagando in questo paese e tutte le persone, anche quelle dell’India, della Cina e dell’intero paese di Jambudvipa, potranno conseguire la Buddità! È meraviglioso!» (L’insegnamento, la pratica, la prova, RSND, 1, 429).
La Soka Gakkai fu fondata circa settecento anni dopo l’inizio della lotta intrapresa dal Daishonin per propagare la Legge mistica e adesso sta realizzando concretamente la sua profezia di kosen-rufu mondiale. Se non fosse stato per la Soka Gakkai, il Sutra del Loto e gli scritti di Nichiren Daishonin si sarebbero rivelati falsi.
L’inizio di ogni periodo di settecento anni è sempre stato un momento in cui proteggere la linfa vitale dell’insegnamento corretto del Buddismo, un compito che si può realizzare solo con una battaglia di fede colossale.
Il Daishonin cita un passo del Sutra del Nirvana nel quale si afferma che settecento anni dopo la morte di Shakyamuni il Re demone assumerà la forma di un sant’uomo o di un Budda e cercherà di distruggere gli insegnamenti buddisti corretti.2
Per lo stesso principio, settecento anni dopo la morte del Daishonin i preti corrotti con i loro complotti hanno svolto la funzione del Re demone per distruggere l’insegnamento corretto del Buddismo. Ma la Soka Gakkai si è battuta contro di loro e ha vinto.
Con un’unità di intenti ancora più forte, che tutti considerano un modello, ora all’inizio del XXI secolo suoniamo con fiducia una nuova serie di Sette campane.
La Soka Gakkai ha concluso con grande successo la prima serie di Sette campane che ha avuto inizio con la fondazione dell’organizzazione nel 1930. E l’anno scorso, nel 2000, abbiamo celebrato il suo 70° anniversario. In tutta onestà possiamo dire che in questi settant’anni di lotte vittoriose si sono condensati settecento anni di storia.
Il Daimoku che i nostri membri hanno recitato in questi sette decenni, il numero di persone che hanno aiutato a formare un legame con il Buddismo di Nichiren e la fortuna che hanno accumulato sono veramente astronomici.
Oggi nella Soka Gakkai, colma di un’energia infinita, brillano tantissime persone capaci. Cominciamo adesso una nuova serie di Sette campane con lo sguardo puntato al 2050. Sarà un tempo in cui espandere ulteriormente il nostro movimento di cittadini globali e costruire fondamenta incrollabili per la pace in Asia e in tutto il mondo.
Quando ognuno e ognuna di noi si risveglierà profondamente a questa missione suoneranno le campane della pace. Se perseveriamo nella nostra sincera battaglia spirituale, le campane che proclamano la vittoria della giustizia faranno udire i loro rintocchi in lungo e in largo.
Da un messaggio a una conferenza nazionale dei responsabili di prefettura, Tokyo, 26 aprile 2001

 

Fare del rispetto della dignità della vita la tendenza dominante del XXI secolo

Un mese dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, Ikeda sottolinea che il dialogo è l’unica strada sicura per far sì che il rispetto della dignità della vita si affermi come tendenza dominante del XXI secolo.

Il futuro dell’umanità è ancora in pericolo. L’unico e vero modo per aprire un varco nell’oscurità è che siano gli esseri umani stessi a cambiare. Con la nostra grandiosa visione del XXI secolo suoniamo con costanza e determinazione, una dopo l’altra, le campane della pace eterna e di kosen-rufu!
Un mondo pacifico in cui tutta l’umanità viva insieme in armonia è il sogno del XXI secolo. Il passo più certo verso la realizzazione di questo scopo è che gli esseri umani inizino a dialogare fra loro, al di là di ogni differenza.
Nel trattato del Daishonin Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese c’è una frase chiave: «Ora che voi siete qui possiamo […] discutere a fondo questi problemi» (RSND, 1, 7). Il padrone di casa sta invitando l’ospite a dialogare con lui. Il Daishonin ha sempre attribuito un immenso valore alla comunicazione diretta e il trattato stesso è strutturato sotto forma di dialogo fra il padrone di casa e il suo ospite.
Questo scritto è il punto di partenza per la pace. Si dice che il Buddismo di Nichiren inizi e finisca con quest’opera così importante, di cui il dialogo è la spina dorsale. È attraverso il dialogo da persona a persona che gli individui creano legami di autentica fiducia.
Nella forza militare o nella coercizione politica non si trova alcuna soluzione, mentre l’unione tra persone al di là dei pregiudizi e delle differenze nazionali ed etniche, come avviene nella Sgi, è davvero un esempio di un ideale del genere. Guardate anche solo la riunione internazionale che stiamo tenendo qui oggi, con così tanti amici e amiche di paesi diversi. Non dobbiamo fare altro che espandere questo processo promuovendo dialoghi per la pace in tutto il mondo, comunicando, come stiamo facendo, con persone di culture e tradizioni diverse.
Personalmente ho svolto più di 1.500 dialoghi con importanti studiosi di vari paesi del mondo, a partire da quello con lo storico britannico Arnold J. Toynbee. Inoltre, i miei dialoghi con circa 40 di queste persone sono stati già pubblicati o stanno per esserlo, con l’obiettivo di alimentare un’intesa a livello internazionale.
Il movimento per la pace della Soka Gakkai si sta impegnando per affermare, attraverso il dialogo, la filosofia del rispetto della dignità della vita come base spirituale del XXI secolo. I dialoghi che conduciamo ogni giorno sono importanti. Spero che continuiate a portarli avanti con orgoglio e la massima fiducia.
Da un discorso a una riunione dei responsabili di Centro della Soka Gakkai, Tokyo, 11 ottobre 2001

 

Determinazioni per il futuro fino al XXIII secolo

Il presidente Ikeda esprime le sue speranze e la sua visione riguardo allo sviluppo del movimento di kosen-rufu dal XXI secolo in poi, fino al XXII e al XXIII secolo. E spiega che non si tratta di “profezie” ma di determinazioni personali per la realizzazione di un mondo in cui prevalgano il rispetto per la dignità della vita e una pace duratura.

Il nostro sguardo è puntato sul XXI, XXII, XXIII secolo e sull’eterno futuro dell’Ultimo giorno della Legge. La prima metà del XXI secolo sarà caratterizzata dalla seconda serie di Sette campane. Immagino che sarà un tempo in cui consolidare le basi della pace in Asia e in tutto il mondo. Guardando oltre, alla seconda metà del XXI secolo, con lo scopo di farne un “secolo della vita”, confido che il rispetto per la dignità della vita diverrà lo spirito fondamentale dell’epoca e del mondo.
A questo punto, avendo un’idea abbastanza chiara di come kosen-rufu si svilupperà nel XXI secolo, vorrei rivolgere la mia attenzione al XXII. Durante la prima metà di questo secolo mi aspetto che vengano gettate fondamenta indistruttibili per una durevole pace mondiale. E su queste basi prevedo che nella seconda metà del secolo ci sarà una brillante fioritura di cultura umana.
Nella metà del XXIII secolo saranno trascorsi mille anni dalla fondazione del Buddismo di Nichiren (1253) e penso che inizierà una nuova brillante fase del nostro movimento.
Ovviamente queste non sono “profezie”, ma piuttosto determinazioni per il futuro che scaturiscono dalla mia sincera preghiera per la pace mondiale. Kosen-rufu è un’impresa a lungo termine che si spinge fino all’eterno futuro dell’Ultimo giorno della Legge; perciò la maniera corretta di procedere consiste nello sfidarsi per vincere nel presente, mantenendo nel contempo la visione lungimirante di ciò che sarà fra cinquanta o cento anni. Attualmente sto compiendo vari passi mirati al futuro lontano. Come sarà il futuro? Nessuno può saperlo. Ma ciò che sappiamo è che gli effetti che appariranno nel futuro sono contenuti nelle cause che poniamo nel presente. Perciò è importante alzarci in piedi con un nobile intento nel cuore e non farci sviare dalle circostanze immediate.
Impegnandoci per kosen-rufu con convinzione incrollabile in realtà noi tutti stiamo già costruendo il XXI, il XXII e il XXIII secolo. Stiamo incidendo nella nostra vita le cause che in quel tempo futuro ci permetteranno di unirci nuovamente alla lotta per kosen-rufu.
Da un discorso a una conferenza di rappresentanti del Kansai, Osaka, 17 maggio 1997

 

Stare sempre dalla parte della gente

Parlando della loro visione del futuro, il presidente Ikeda e lo storico britannico Arnold J. Toynbee concordano sul fatto che l’umanità dovrebbe seguire la strada della Via di Mezzo.

Ho avuto varie occasioni di dialogare con il grande storico britannico Arnold Toynbee nella sua casa di Londra, tra il 1972 e il 1973. All’inizio della nostra conversazione il suo sguardo gentile si illuminò improvvisamente ed egli esclamò con entusiasmo: «Signor Ikeda, era tanto tempo che aspettavo questa occasione. Sono molto preoccupato, come lei, di ciò che accadrà molto tempo dopo che lei, e certamente io, non saremo più al mondo!». Quando ci incontrammo, Toynbee aveva 84 anni e io 45. Conducemmo un dialogo franco e sincero su come superare l’egocentrismo, i limiti del nazionalismo e molte altre questioni importanti che l’umanità deve affrontare.
Verso la fine del nostro dialogo, nel 1973, gli chiesi se avesse qualche consiglio da dare a me personalmente. Dopo aver premesso che sarebbe stato piuttosto “impertinente” da parte sua dare suggerimenti a me perché lui era un accademico e io un uomo d’azione, proseguì: «Penso che siamo d’accordo su ciò che un essere umano dovrebbe fare della vita. Come lei stesso ha affermato, la strada da seguire è la Via di mezzo».
La Via di mezzo è la via dell’umanesimo basato sul principio buddista del rispetto della dignità della vita. Significa assumere un approccio graduale andando sempre avanti con la gente e per la gente.
Toynbee continuò: «Sono certo che la Soka Gakkai sta guardando molto avanti. Ed è qualcosa che tutti dovremmo fare».
Adesso sono trascorsi più di dieci anni dall’inizio del XXI secolo e le sue parole rivestono un peso ancora maggiore. Più i tempi si fanno confusi, più urgente è la necessità della Via di mezzo, in cui non si perde mai di vista ciò che è davvero fondamentale e importante.
Umanesimo buddista significa stare sempre dalla parte della gente. Questo è il vero cammino del Buddismo di Nichiren.
Adoperarsi per la felicità degli altri e dare sinceramente valore alla persona che abbiamo di fronte richiede una fede senza limiti nel supremo potenziale positivo che esiste in ogni individuo. Questa fede e questa convinzione sono le forze trainanti per costruire una rete di speranza e aprire la strada a un futuro più luminoso.
Da un discorso a una conferenza di rappresentanti del Kansai, Osaka, 17 maggio 1997

 

Per sempre uniti dal grande voto di kosen-rufu

In occasione del Giorno della fondazione della Soka Gakkai nel novembre 2013, il presidente Ikeda parla della natura di Budda e dell’eternità della vita, affermando che il legame maestro-discepolo durerà eternamente grazie al voto condiviso di kosen-rufu, che è anche la chiave fondamentale per il costante sviluppo della Soka Gakkai.

L’insegnamento originale del Sutra del Loto (ultimi 14 capitoli) rivela che la vita del Budda è eterna e imperitura, dal tempo senza inizio (cfr. SDLPE, 314). Il sedicesimo capitolo del sutra Durata della vita, che è il cuore dell’insegnamento originale, si conclude così: «Questo è il mio pensiero costante: come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla Via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo di Budda?» (SDLPE, 319).
In altre parole, un Budda si chiede costantemente come guidare tutti gli esseri viventi verso la Via suprema e permettere loro di ottenere rapidamente l’Illuminazione.
Lo stato vitale del Budda è caratterizzato da una mente, da una vita, animata unicamente dell’ardente desiderio della felicità delle persone e dall’incrollabile impegno a continuare a sforzarsi in questo mondo di saha pieno di sofferenza, per aiutare tutti a conseguire la Buddità. Poiché il Budda si dedica eternamente a questo voto, la sua vita è eterna. Nichiren Daishonin chiama questo pensiero costante che occupa la mente del Budda «il compassionevole voto del Budda» (Domande e risposte riguardo all’abbracciare il Sutra del Loto, RSND, 1, 55) senza il quale il Budda eterno non può esistere.
Durante la persecuzione di Atsuhara (vedi box a p. 17) il Daishonin scrisse al suo giovane discepolo Nanjo Tokimitsu: «Miei discepoli, formulate un grande voto!» (La Porta del Drago, RSND, 1, 891), assicurandogli che se si fosse impegnato a realizzare il voto di kosen-rufu fino all’ultimo istante avrebbe conseguito l’immenso stato vitale della Buddità, che è eterno e indistruttibile, e la sua vita si sarebbe fusa con quella dell’universo, come «una goccia di rugiada che si unisce di nuovo al grande mare, o come un granello di polvere che ritorna alla terra» (cfr. RSND, 1, Ibidem).
Noi della Soka Gakkai, uniti dal legame di maestro e discepolo, siamo un gruppo di Bodhisattva della Terra e, come fecero prima di noi i presidenti Makiguchi e Toda, abbiamo formulato il grande voto di realizzare kosen-rufu attraverso la compassionevole propagazione della Legge mistica, in completo accordo con il desiderio del Daishonin. Ci siamo adoperati instancabilmente per adempiere questo voto, respingendo gli assalti dei tre potenti nemici in quest’epoca corrotta e degenerata dell’Ultimo giorno della Legge.
I nostri membri tenaci hanno trionfato risolutamente su attacchi e calunnie, hanno superato le tempeste del loro karma personale e trasformato le quattro sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte nella gioia illimitata di una vita colma delle quattro nobili virtù di eternità, felicità, vero io e purezza.
Sulla base del principio buddista di non dualità di vita e morte sono fermamente convinto che tutti i membri della famiglia Soka che sono morti nel corso della nostra battaglia per kosen-rufu siano ancora presenti oggi a questa assemblea nel Palazzo del grande voto di kosen-rufu.
Noi abbiamo il Gohonzon, il sentiero di maestro e discepolo e i compagni di fede che si dedicano tutti alla realizzazione del grande voto di kosen-rufu. E siamo per sempre legati da questo grande voto, come maestro e discepolo.
Saldamente uniti nello spirito di “diversi corpi, stessa mente”, condividendo gioie e sofferenze, continuiamo questo vittorioso viaggio della vita colmo di soddisfazione con entusiasmo, armonia e buon umore.
Indossiamo “l’armatura della perseveranza” (SDLPE, 272), parliamo apertamente con coraggio e uniamo saggiamente i cuori delle persone di tutto il mondo per costruire su questo pianeta un regno di pace e felicità che incarni l’ideale del Daishonin di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”.
Da un messaggio a una cerimonia di Gongyo per celebrare il Giorno della Fondazione della Soka Gakkai, Tokyo, 18 novembre 2013

 

Fate della vostra vita un faro

Nel messaggio inviato per un simposio in onore dell’eredità spirituale di Martin Luther King e di Gandhi presso il Morehouse College di Atlanta, una scuola riservata ai neri in cui King si laureò, il presidente Ikeda, riferendosi al famoso discorso di King «Io ho un sogno», affida il principio del rispetto della dignità della vita alle generazioni future.

Il primo e il secondo presidente della Soka Gakkai furono imprigionati per la loro opposizione al governo fascista durante la seconda guerra mondiale. Complici di tale azione repressiva furono i preti corrotti che tradirono lo spirito del Buddismo. A causa di questa persecuzione il nostro primo presidente morì in carcere; il secondo ne uscì dopo aver resistito per due anni e diede inizio a un movimento mirato a sviluppare la coscienza spirituale del popolo giapponese nel dopoguerra.
Oggi, 2 aprile, è l’anniversario della morte del mio maestro, il nostro secondo presidente. Il mio maestro aveva un sogno: liberare il mondo dall’infelicità. Per tutta la vita fu il più grande alleato dei poveri e dei malati. Durante la guerra fredda, caratterizzata da aspre divisioni, sostenne l’ideale della cittadinanza globale e dell’abolizione delle armi nucleari. Nei quarantadue anni dalla sua morte ho dedicato la mia vita a far sì che il suo sogno diventasse realtà.
La relazione umana fondamentale, e la più nobile, è quella che unisce i successori di una nobile tradizione spirituale. Anche gli animali hanno relazioni simili alle nostre fra genitori e figli, fratelli e sorelle, marito e moglie, alleati o amici. Ma la relazione fra maestro e discepolo, fra successori spirituali, esiste solo tra esseri umani.
È con questo in mente che vi chiedo di unirvi a me nel trasmettere un messaggio ai nostri successori, ai bambini e alle bambine: «Io ho un sogno! Se avete un sogno, un giorno lo realizzerete!».
Diciamo ai nostri bambini: «Superate ogni ostacolo e andate avanti! Voi avete l’energia e la missione per fare del mondo un posto migliore. Quando ve ne renderete conto tutte le vostre qualità sbocceranno completamente e sarete sorpresi di quanto siete diventati forti».
Diciamo loro: «Resistete e opponetevi al male. Dite no alle droghe, alla violenza e alle tentazioni distruttive. Solo quando rispettate e amate voi stessi otterrete il rispetto degli altri. Solo quando vi prendete cura di voi potete prendervi cura degli altri».
I bambini e le bambine sono gli inviati del futuro. Parlare con i bambini significa parlare con il futuro. I loro problemi saranno diversi da quelli della nostra generazione, forse non riusciamo nemmeno a immaginarceli. Perciò sosteniamoli e diamo loro una mano in modo che possano alzarsi in piedi e camminare con coraggio.
Diciamo loro: «Rimanere in silenzio davanti al male significa esserne complici. E non fare il bene produce lo stesso risultato che fare il male. Ogni volta che vedete il male e fate finta di niente permettete a un’altra erbaccia di mettere radici. Escludere gli altri è violenza. Anche essere indifferenti davanti alle ingiustizie è violenza».
Diciamo loro: «Non vi adagiate! Esprimete l’empatia e l’umanità di cui siete dotati. Agite! Liberatevi dalle catene della pigrizia e della vigliaccheria e intraprendete qualcosa di nuovo. Solo nell’azione c’è crescita spirituale. Solo nella crescita spirituale si trova la felicità. La felicità non si può comprare».Diciamo loro: «Non dovete mai dimenticare! Non dimenticate mai le persone che vi hanno preceduto, che hanno tenuto alta la fiaccola della speranza durante la notte più buia e sono cadute lungo la strada. Non dimenticate che le generazioni precedenti hanno lottato a beneficio di coloro che hanno sofferto prima di loro e anche per il vostro bene, per i loro figli, nipoti e per tutti quelli che sarebbero venuti nel futuro».
Diciamo ai nostri bambini: «Ciò che renderebbe maggiormente felici i vostri predecessori è che voi portiate avanti la loro battaglia, lottando per la felicità delle generazioni future come hanno fatto loro, prendendovi cura e agendo per coloro che stanno soffrendo. Quando farete ciò capirete perché i vostri predecessori sono riusciti comunque a vivere con fierezza anche in mezzo a crudeltà e menzogne. Capirete perché non hanno mai rinunciato ai loro sogni, nonostante siano stati traditi. Inizierete a capire perché sono rimasti in piedi e hanno proseguito la loro marcia incuranti delle pietre e delle fucilate. Era per potervi offrire un futuro meraviglioso!».
E infine diciamo ai nostri bambini: «Amate la gente! Abbiate una vita splendida! Fate della vostra vita un faro che illumini l’oscurità davanti a voi. Siate una guida che indica la strada alle generazioni future. Lavorate insieme per creare il mondo del XXI secolo, un mondo senza omicidi e stragi, una società in cui nessuno venga trascurato o lasciato indietro. Costruite un monumento di realizzazione che risplenda della luce della fratellanza umana».
Da un messaggio per la “Domenica del millennio: un incontro di consapevolezza spirituale”, presso la Cappella internazionale Martin Luther King Jr., Morehouse College, Atlanta, Georgia, 2 aprile 2000

(Traduzione di Marialuisa Cellerino) [/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][/et_pb_section]
NOTE
  1. 1. Sette campane: la prima serie di Sette campane indica sette periodi consecutivi, di sette anni ciascuno, di sviluppo della Soka Gakkai, dal 1930 al 1979. Il 3 maggio 1958, poco dopo la morte del presidente Toda (2 aprile), il presidente Ikeda, allora responsabile di staff del Gruppo giovani, introdusse questo concetto e annunciò gli obiettivi per i successivi periodi di sette anni. Il 3 maggio 1966 il presidente Ikeda parlò di una nuova serie di Sette campane che prevedeva si sarebbe svolta nel XXI secolo. Poi, nel 1978, poco prima della fine della prima serie di Sette campane, parlò ulteriormente di questa seconda serie affermando che avrebbe avuto inizio il 3 maggio 2001 e sarebbe proseguita fino al 2050. Annunciò anche quattro scopi quinquennali per lo sviluppo dell’organizzazione nei vent’anni dal 1980 al 2000.
  2. 2. In Ripagare i debiti di gratitudine il Daishonin cita un passo del Sutra del Nirvana: «Il Budda annunciò a Kashyapa: “Dopo che sarò entrato nel nirvana […] questo re demone […] cercherà col tempo di distruggere il mio corretto insegnamento […]. Egli assumerà l’aspetto di un arhat o di un Budda. Il Re demone, sebbene sia ancora soggetto all’illusione, assumerà le sembianze di un uomo che si è liberato dall’illusione e cercherà di distruggere il mio corretto insegnamento”» (RSND, 1, 649).

buddismoesocieta.org