Quando sono entrata nella stanza mi ha colpita la finestra di fronte, ormai in pieno giorno, spalancata e inondata di sole. Poi la luce accesa e il letto vuoto. Solo avanzando di qualche passo ho potuto vederlo sul divano, la testa reclinata sulla spalla sinistra, una palpebra leggermente dischiusa. Il suo cuore gentile mi aspettava, credo, dalla sera prima.
Curiosamente la chiave non era come sempre all'interno della toppa, e proprio questo mi ha permesso di entrare. Mentre urlavo ho pensato che non dovevo farlo, per non turbare il suo passaggio. Comunque lui a quell'ora doveva essere già lontano.
L'intreccio misterioso delle cause e delle condizioni ci ha condotti di nuovo fino a qui, dopo quattro anni, ma questa volta non ti ho potuto salvare. Nel frattempo, però, sono potute cambiare tante cose. La vita è perfetta nella sua insondabile compassione.
Proprio oggi si compie il primo mese della mia nuova vita senza Leonardo.
Quattro giorni prima di andarsene è passato dagli uffici del Kaikan e si è fermato a parlare con ognuno, "come se volesse salutare" - ci siamo detti poi. Per me ha raccolto una margherita, che ora conservo in un libretto di Gongyo. La mattina dopo doveva venire a recitare da me, ma gli è venuta l'influenza...
Myo-ho. Un sogno dentro un sogno.
Come la luna riflessa nell'acqua viene nascosta dalle nuvole, come la rugiada sull'erba, come i fiori spazzati via dal vento, la nostra vita può svanire in ogni momento. Eppure, persino quando la tigre dell'impermanenza si avvicina e ruggisce, noi non la sentiamo e non ne siamo turbati...
Josei Toda diceva: «Qualunque cosa accada, dovreste trasformarla in preghiera». Qualunque cosa accada, per quanto inaccettabile per la mia mente mortale, ho questa meravigliosa possibilità di cui sarò grata per sempre, ancora una volta, a Leonardo. «Il mezzo meraviglioso per porre veramente fine agli ostacoli fisici e spirituali di tutti gli esseri viventi non è altro che Nam-myoho-renge-kyo» (Il meraviglioso mezzo per superare gli ostacoli, RSND, 1, 747).
Daimoku dopo Daimoku, ancorata al Gohonzon, cercando disperatamente di credere che dentro questo inferno c'è la Buddità. È come attraversare un grande buio con gli occhi aperti, scavando fino in fondo nel dolore.
«Solamente la nave di Myoho-renge-kyo ci permette di attraversare il grande mare di nascita e morte» (Una nave per attraversare il mare della sofferenza, RSND, 1, 30).
Myo significa morte. Ho vita. La Legge mistica le abbraccia entrambe. Vita e morte sono semplicemente le due fasi di Myoho-renge-kyo. Tutto l'universo segue questo grande ritmo di nascita e morte come un'immensa pulsazione. Non c'è perdita, né estinzione. Non esiste separazione.
Il buio è luce, la morte è vita, la sofferenza è Illuminazione. Quando siamo illusi è come se sognassimo, quando ci illuminiamo è come se ci fossimo svegliati.
Al termine della prima giornata di Daimoku Leo saluta i suoi shakubuku con un meraviglioso arcobaleno. Il suo cuore generoso non è stato mai così vicino, lo si sente ovunque, leggero, luminoso. Percepisco la sua vita in uno stato di gioia assoluta e libertà, come una presenza di profonda compassione. In quelle ore accadono cose, cambiano cose che non erano mai cambiate. Mio fratello, ad esempio, per la prima volta apre il suo cuore...
«Se dovesse salire adesso al Picco dell'aquila si sentirebbe felice come se fosse sorto il sole illuminando le dieci direzioni e si chiederebbe come una morte prematura possa essere così gioiosa» (La buona medicina per tutti i mali, RSND, 1, 834).
Dunque è vero, si è Budda sia nella vita che nella morte. Chi si dedica fino in fondo alla Legge mistica attraversa il ciclo di nascita e morte nel mondo di Buddità. La gioia nella vita conduce alla gioia nella morte. La vittoria nella vita porta alla vittoria nella morte. Voglio morire così. Voglio vivere fino in fondo, utilizzare ogni istante della mia vita per cercare la Buddità e diventare felice.
Ne L'eredità della Legge fondamentale della vita Nichiren scrive: «Sii fermamente deciso a risvegliare il grande potere della fede». «Sii fermamente deciso» implica una determinazione e un impegno consapevole. E aggiunge: «Recita Nam-myoho-renge-kyo con la preghiera che la tua fede continui a essere ferma e corretta anche nel momento della morte» (RSND, 1, 189).
Impegnarmi con coraggio per arrivare ad avere una mente "salda e corretta al momento della morte", praticare ogni giorno con lo spirito che "adesso è l'ultimo momento della mia vita", in modo tale da non avere rimpianti.
Mi diceva spesso che quando ci siamo incontrati la prima volta, venticinque anni fa, ha avuto la percezione netta di ritrovarmi. A quel tempo ero una persona completamente schiacciata dalla sofferenza. È stato lui a decidere con forza che io diventassi felice, malgrado la mia resistenza. Voglio diventare una persona capace di desiderare fino in fondo la felicità degli altri, come ha fatto lui con me.
Di questi anni restano tutto l'incoraggiamento reciproco, il Daimoku recitato insieme e gli shakubuku comuni. Nichiren scrive: «Recita Nam-myoho-renge-kyo con un'unica mente ed esorta gli altri a fare la stessa cosa; questo resterà il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano» (Domande e risposte riguardo all'abbracciare il Sutra del Loto, RSND, 1, 58).
Toda diceva che conseguire la Buddità significa raggiungere una condizione d'essere che ci permette di rinascere colmi di poderosa forza vitale, di adempiere la nostra missione con grande soddisfazione, di realizzare tutti i nostri scopi e di possedere una buona fortuna che niente e nessuno può distruggere.
I legami da vita a vita che abbiamo forgiato nell'esistenza presente non saranno recisi e non si estinguono con la morte, ne sono certa. Anche se sono invisibili come le onde radio, dureranno eternamente. Sono certa che ci ritroveremo a bordo della grande nave di Myoho-renge-kyo, attraversando il vasto mare di nascita e morte. Nel frattempo, mentre ti scegli liberamente il tempo e il luogo giusto per rinascere "in risposta alle tue cause e condizioni", continuerò a prendermi cura dei tuoi shakubuku...
Qualche sera fa, in un momento di grande tristezza, per la prima volta ho riaperto gli sms di Leonardo. Uno dei più recenti dice: «Devi alzarti grazie alla fede. Devi vivere con forza. Allora vedrai emergere una soluzione proprio là dove meno te lo saresti aspettato. Occorre che tu reciti Daimoku senza esitare fino a che il risultato non appare davanti a te. Con la fede possiamo trasformare al meglio ogni situazione, proprio come un veleno si trasforma in una medicina portentosa» (La rivoluzione umana, vol. 3, p. 137).
La notte in cui Leo se ne è andato ho sognato Sensei. Veniva deciso verso di me facendo segno di alzarmi. È stato così forte che mi sono svegliata.
Non so dire come il dolore stia già cambiando la mia vita. Certo il veleno è potente e la trasformazione non sarà da meno.
Toda citava spesso queste parole del Daishonin: «Quando accade un grande male, seguirà un grande bene» (Grande male e grande bene, RSND, 1, 992). E anche: «È arrivato il momento di conseguire grandi benefici centuplicando, grazie al potere della Legge mistica, la trasformazione del veleno in medicina!» e ancora: «Solo chi lotta con tutte le proprie forze alla fine assaporerà il trionfo».
Qualunque sia l'ostacolo, dice Sensei, l'importante è continuare a recitare Nam-myoho-renge-kyo per far emergere tutta la nostra saggezza e creatività, per attingere a tutte le nostre risorse e compiere ogni sforzo possibile con tenacia, serietà e sincerità.
«Perché incontriamo nel corso della pratica buddista circostanze che ci fanno soffrire? Perché ci danno modo di sperimentare lo stato vitale della Buddità e offrire agli amici che lottano in questo mondo di saha una luce di speranza e coraggio, raccontando loro le nostre esperienze, di quando non ci siamo arresi neanche di fronte a grandi ostacoli, di quando abbiamo perseverato nonostante tutto e abbiamo vinto. Affrontiamo quindi ogni situazione e accogliamo qualsiasi sfida senza lasciarci impaurire, senza esitare, offrendo agli altri le nostre vittorie conquistate con fiducia e padronanza di noi stessi» (NR, 536, 5).
Grazie! ( A. F.)
Curiosamente la chiave non era come sempre all'interno della toppa, e proprio questo mi ha permesso di entrare. Mentre urlavo ho pensato che non dovevo farlo, per non turbare il suo passaggio. Comunque lui a quell'ora doveva essere già lontano.
L'intreccio misterioso delle cause e delle condizioni ci ha condotti di nuovo fino a qui, dopo quattro anni, ma questa volta non ti ho potuto salvare. Nel frattempo, però, sono potute cambiare tante cose. La vita è perfetta nella sua insondabile compassione.
Proprio oggi si compie il primo mese della mia nuova vita senza Leonardo.
Quattro giorni prima di andarsene è passato dagli uffici del Kaikan e si è fermato a parlare con ognuno, "come se volesse salutare" - ci siamo detti poi. Per me ha raccolto una margherita, che ora conservo in un libretto di Gongyo. La mattina dopo doveva venire a recitare da me, ma gli è venuta l'influenza...
Myo-ho. Un sogno dentro un sogno.
Come la luna riflessa nell'acqua viene nascosta dalle nuvole, come la rugiada sull'erba, come i fiori spazzati via dal vento, la nostra vita può svanire in ogni momento. Eppure, persino quando la tigre dell'impermanenza si avvicina e ruggisce, noi non la sentiamo e non ne siamo turbati...
Josei Toda diceva: «Qualunque cosa accada, dovreste trasformarla in preghiera». Qualunque cosa accada, per quanto inaccettabile per la mia mente mortale, ho questa meravigliosa possibilità di cui sarò grata per sempre, ancora una volta, a Leonardo. «Il mezzo meraviglioso per porre veramente fine agli ostacoli fisici e spirituali di tutti gli esseri viventi non è altro che Nam-myoho-renge-kyo» (Il meraviglioso mezzo per superare gli ostacoli, RSND, 1, 747).
Daimoku dopo Daimoku, ancorata al Gohonzon, cercando disperatamente di credere che dentro questo inferno c'è la Buddità. È come attraversare un grande buio con gli occhi aperti, scavando fino in fondo nel dolore.
«Solamente la nave di Myoho-renge-kyo ci permette di attraversare il grande mare di nascita e morte» (Una nave per attraversare il mare della sofferenza, RSND, 1, 30).
Myo significa morte. Ho vita. La Legge mistica le abbraccia entrambe. Vita e morte sono semplicemente le due fasi di Myoho-renge-kyo. Tutto l'universo segue questo grande ritmo di nascita e morte come un'immensa pulsazione. Non c'è perdita, né estinzione. Non esiste separazione.
Il buio è luce, la morte è vita, la sofferenza è Illuminazione. Quando siamo illusi è come se sognassimo, quando ci illuminiamo è come se ci fossimo svegliati.
Al termine della prima giornata di Daimoku Leo saluta i suoi shakubuku con un meraviglioso arcobaleno. Il suo cuore generoso non è stato mai così vicino, lo si sente ovunque, leggero, luminoso. Percepisco la sua vita in uno stato di gioia assoluta e libertà, come una presenza di profonda compassione. In quelle ore accadono cose, cambiano cose che non erano mai cambiate. Mio fratello, ad esempio, per la prima volta apre il suo cuore...
«Se dovesse salire adesso al Picco dell'aquila si sentirebbe felice come se fosse sorto il sole illuminando le dieci direzioni e si chiederebbe come una morte prematura possa essere così gioiosa» (La buona medicina per tutti i mali, RSND, 1, 834).
Dunque è vero, si è Budda sia nella vita che nella morte. Chi si dedica fino in fondo alla Legge mistica attraversa il ciclo di nascita e morte nel mondo di Buddità. La gioia nella vita conduce alla gioia nella morte. La vittoria nella vita porta alla vittoria nella morte. Voglio morire così. Voglio vivere fino in fondo, utilizzare ogni istante della mia vita per cercare la Buddità e diventare felice.
Ne L'eredità della Legge fondamentale della vita Nichiren scrive: «Sii fermamente deciso a risvegliare il grande potere della fede». «Sii fermamente deciso» implica una determinazione e un impegno consapevole. E aggiunge: «Recita Nam-myoho-renge-kyo con la preghiera che la tua fede continui a essere ferma e corretta anche nel momento della morte» (RSND, 1, 189).
Impegnarmi con coraggio per arrivare ad avere una mente "salda e corretta al momento della morte", praticare ogni giorno con lo spirito che "adesso è l'ultimo momento della mia vita", in modo tale da non avere rimpianti.
Mi diceva spesso che quando ci siamo incontrati la prima volta, venticinque anni fa, ha avuto la percezione netta di ritrovarmi. A quel tempo ero una persona completamente schiacciata dalla sofferenza. È stato lui a decidere con forza che io diventassi felice, malgrado la mia resistenza. Voglio diventare una persona capace di desiderare fino in fondo la felicità degli altri, come ha fatto lui con me.
Di questi anni restano tutto l'incoraggiamento reciproco, il Daimoku recitato insieme e gli shakubuku comuni. Nichiren scrive: «Recita Nam-myoho-renge-kyo con un'unica mente ed esorta gli altri a fare la stessa cosa; questo resterà il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano» (Domande e risposte riguardo all'abbracciare il Sutra del Loto, RSND, 1, 58).
Toda diceva che conseguire la Buddità significa raggiungere una condizione d'essere che ci permette di rinascere colmi di poderosa forza vitale, di adempiere la nostra missione con grande soddisfazione, di realizzare tutti i nostri scopi e di possedere una buona fortuna che niente e nessuno può distruggere.
I legami da vita a vita che abbiamo forgiato nell'esistenza presente non saranno recisi e non si estinguono con la morte, ne sono certa. Anche se sono invisibili come le onde radio, dureranno eternamente. Sono certa che ci ritroveremo a bordo della grande nave di Myoho-renge-kyo, attraversando il vasto mare di nascita e morte. Nel frattempo, mentre ti scegli liberamente il tempo e il luogo giusto per rinascere "in risposta alle tue cause e condizioni", continuerò a prendermi cura dei tuoi shakubuku...
Qualche sera fa, in un momento di grande tristezza, per la prima volta ho riaperto gli sms di Leonardo. Uno dei più recenti dice: «Devi alzarti grazie alla fede. Devi vivere con forza. Allora vedrai emergere una soluzione proprio là dove meno te lo saresti aspettato. Occorre che tu reciti Daimoku senza esitare fino a che il risultato non appare davanti a te. Con la fede possiamo trasformare al meglio ogni situazione, proprio come un veleno si trasforma in una medicina portentosa» (La rivoluzione umana, vol. 3, p. 137).
La notte in cui Leo se ne è andato ho sognato Sensei. Veniva deciso verso di me facendo segno di alzarmi. È stato così forte che mi sono svegliata.
Non so dire come il dolore stia già cambiando la mia vita. Certo il veleno è potente e la trasformazione non sarà da meno.
Toda citava spesso queste parole del Daishonin: «Quando accade un grande male, seguirà un grande bene» (Grande male e grande bene, RSND, 1, 992). E anche: «È arrivato il momento di conseguire grandi benefici centuplicando, grazie al potere della Legge mistica, la trasformazione del veleno in medicina!» e ancora: «Solo chi lotta con tutte le proprie forze alla fine assaporerà il trionfo».
Qualunque sia l'ostacolo, dice Sensei, l'importante è continuare a recitare Nam-myoho-renge-kyo per far emergere tutta la nostra saggezza e creatività, per attingere a tutte le nostre risorse e compiere ogni sforzo possibile con tenacia, serietà e sincerità.
«Perché incontriamo nel corso della pratica buddista circostanze che ci fanno soffrire? Perché ci danno modo di sperimentare lo stato vitale della Buddità e offrire agli amici che lottano in questo mondo di saha una luce di speranza e coraggio, raccontando loro le nostre esperienze, di quando non ci siamo arresi neanche di fronte a grandi ostacoli, di quando abbiamo perseverato nonostante tutto e abbiamo vinto. Affrontiamo quindi ogni situazione e accogliamo qualsiasi sfida senza lasciarci impaurire, senza esitare, offrendo agli altri le nostre vittorie conquistate con fiducia e padronanza di noi stessi» (NR, 536, 5).
Grazie! ( A. F.)