Tsunesaburo Makiguchi, di cui questo mese ricorre l’anniversario della nascita, affermava che grazie alla fede possiamo far risplendere appieno la nostra vita e far emergere uno spirito invincibile, trasformando ogni avversità in forza trainante verso grandi vittorie. Questo concetto, al centro dell’Editoriale, ritorna come filo conduttore dei ritratti di grandi personaggi delineati dal presidente Ikeda che presentiamo nello Speciale: un intreccio tra la grande storia e la storia individuale dove, attraverso gli occhi di Sensei, emerge la fiducia assoluta nelle potenzialità rivoluzionarie dell’agire individuale.
Nella rubrica Chiavi di (s)volta Sensei ci incoraggia a non temere il fallimento ma a usarlo come carburante senza smettere di sfidarci, ricordando che «il successo o il fallimento nella vita si decide nell’ultimo capitolo, non alla prima pagina». Comportamento di cui il Daishonin è per noi il più potente esempio: «Stava aspettando di compiere la traversata che l’avrebbe condotto a Sado, dove avrebbe scontato la sua condanna all’esilio – si racconta nelle pagine dedicate alla Serie “La vita di Nichiren” –. Nonostante le circostanze, il suo impegno indomito per refutare l’errore e rivelare la verità ardeva più intenso che mai».
E infine nello Studio del mese dedicato al Gosho La buona medicina per tutti i mali Ikeda scrive: «Attraverso la fede nel Buddismo del Daishonin possiamo apprendere il significato più profondo di tutte le sofferenze della vita, compresa la malattia. È questo il modo di vivere nel quale trasformiamo il karma in missione. Non si tratta semplicemente di sopportare stoicamente il karma e nemmeno di sfuggirlo o rassegnarvisi in maniera passiva, bensì di lottare per costruire un sé invincibile, trasformando le nostre vite al livello più profondo e sviluppando la forza interiore necessaria ad affrontare la malattia e qualsiasi altra avversità senza essere sconfitti».