BS 262 / 1 novembre 2025

Quando la nostra vita ha un grande scopo

Daisaku Ikeda: L'età della saggezza

immagine di copertina

La prima edizione italiana di questa raccolta di dialoghi è del 1997 (In Italia pubblicata nel 2001) ed è di grandissima attualità, poiché considera temi che, nel corso di questi anni, sono diventati necessari da affrontare.
Che senso dare alla nostra vita quando la vediamo intaccata dalle sofferenze di invecchiamento, malattia e morte? A tale domanda, angosciante, rispondono le parole di questi dialoghi, la cui lettura è stata per me come un tuffo nell’acqua fresca del mare di mattina: ne sono uscita rinfrancata e incoraggiata.
Una vita illuminata dalla costanza della fede è una vita che non invecchia e si spegne, ma che giunge a maturazione, e questo concetto emerge nelle pagine dei dialoghi con vivida forza in più passaggi: il racconto di tante vite che hanno continuato – o cominciato – a fiorire in età grande (come Tsunesaburo Makiguchi, che fondò la Soka Kyoiku Gakkai a 59 anni, per fare un esempio) e che hanno illuminato con i raggi della loro fede chi è vissuto con e dopo di loro; la consapevolezza che lo scopo della vita è realizzare qualcosa di valore a qualunque età, come il signor Masanori Kitazume che a 78 anni si iscrisse a un programma di studi estivi.
Dare valore alla nostra vita significa darle uno scopo che sia adeguato a quel valore: il voto che compiamo ogni giorno davanti al Gohonzon lo illumina, come afferma il Sutra del Loto: «È nostro desiderio avvalerci nelle epoche future/ delle nostre lunghe vite per salvare gli esseri viventi» (SDLPE, 328). Se la nostra vita ha un grande scopo allora sì che potremo assaporarne la dolcezza di averla vissuta bene.
Sono meravigliosi i racconti di tante vite che hanno contribuito alla felicità di tante persone. Esistenze significative senza bisogno di grandi echi, condotte nella costanza di un intento umanistico. Vivere così, alimentando il grande io, è un modo di vivere longevo. Mi ha colpito molto conoscere la storia di donne che, in quella che chiamiamo con un certo sprezzo “la terza età”, avevano invece dato l’avvio, con una dedizione priva di ogni egoismo, ad attività i cui effetti si sono propagati anche dopo la loro morte.
Ci si sente vecchi quando si perde il senso della nostra vita e allora la fede da coltivare giorno per giorno è il primo beneficio a cui attingere. Dedicare la vita a kosen-rufu è, se guardiamo bene, vivere pienamente e vincere su quelle “tre forme di orgoglio” (della gioventù, della salute, della vita) che ci allontanano dal vero gusto e dal rispetto per la vita.
Questo libro racconta quanto può splendere una vita nel suo tramonto.
La signora Takahashi ha 103 anni, si è convertita al Buddismo quando ne aveva 60, e parla di sé in forma di poesia: «Mentre parlo/ai silenti fiori/conto i boccioli/della fioritura di domani». Leggere di lei ha riempito il mio cuore. (Giulietta Stirati)

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