La scelta del tempo/3

di febbraio

spiegazione di Daisaku Ikeda
terza parte

Terza parte
(brani scelti, testo integrale RSND, 1, 479)
Titolo originale: Senji Sho, GZ, 256
Scritto nel 1275, a 54 anni, da Minobu
Destinato a Yui Nishiyama

Risposta: Come ho spiegato nella mia precedente discussione, Ashvaghosha, Nagarjuna, Aryadeva e Vasubandhu propagarono una grande Legge che non era stata diffusa da Mahakashyapa o da Ananda, e il Gran Maestro T'ien-t'ai propagò una grande verità che Nagarjuna, Vasubandhu e altri non diffusero ampiamente. Inoltre, il Gran Maestro Dengyo istituì il palco di ordinazione1 per il conferimento dei grandi precetti della perfetta e immediata Illuminazione,2 precetti che il Gran Maestro T'ien-t'ai Chih-che non aveva divulgato ampiamente.
E, per quanto incredibile possa sembrare, nel testo del Sutra del Loto appare chiaramente la più profonda e segreta Legge corretta3 che, sebbene esposta compiutamente dal Budda, dalla sua morte fino a ora non è mai stata propagata da Mahakashyapa, Ananda, Ashvaghosha, Nagarjuna, Asanga o Vasubandhu e nemmeno da T'ien-t'ai o Dengyo. La questione più difficile e problematica è se questa profonda Legge possa o no essere rivelata e propagata in tutto il continente di Jambudvipa, all'inizio dell'Ultimo giorno della Legge, il quinto dei cinque periodi di cinquecento anni che seguono la morte del Budda [...] (RSND, 1, 500).
Questa Legge è rivelata nel testo del Sutra del Loto, perciò per me è facile spiegartela. Ma anzitutto, prima di chiarire questa Legge, ci sono tre importanti argomenti4 da trattare. Si dice che il grande mare, per quanto vasto sia, non ospiterà mai il corpo di una persona morta5 e che per quanto spessa sia la crosta terrestre, essa non sosterrà chi manca di pietà filiale.6 Secondo l'insegnamento buddista, tuttavia, anche coloro che commettono i cinque peccati capitali7 possono essere salvati e persino coloro che mancano di pietà filiale possono raggiungere la salvezza. Solamente gli icchantika, o persone di incorreggibile miscredenza, coloro che offendono la Legge e coloro che si considerano superiori a tutti gli altri per la loro osservanza dei precetti, non possono essere perdonati.
Causa delle tre difficoltà citate sopra sono le scuole Nembutsu, Zen e della Vera parola (RSND, 1, 501).
[...] Eppure esiste un male molto peggiore di questi tre insegnamenti, tanto che è cento, mille, diecimila, un milione di volte più difficile da credere. Sebbene il Gran Maestro Jikaku fosse il terzo discepolo del Gran Maestro Dengyo, tutti, dal sovrano alla gente comune, lo ritenevano superiore allo stesso Dengyo. Egli aveva studiato a fondo gli insegnamenti della scuola della Vera parola e della scuola del Loto, ma scrisse che gli insegnamenti della Vera parola sono superiori a quelli del Sutra del Loto. Come risultato, la comunità dei tremila preti del Monte Hiei, nonché gli studiosi buddisti in ogni provincia del Giappone, accettarono la sua opinione (RSND, 1, 510).
[...] Io, Nichiren, definirei i fondatori delle scuole della Vera parola, Zen e della Pura terra come i tre tipi di vermi, e Jikaku, Annen e Eshin della scuola Tendai come i tre vermi che divorarono il corpo del leone del Sutra del Loto e del Gran Maestro Dengyo!
Fino a quando Nichiren, che sta denunciando la radice di queste grandi offese contro l'insegnamento corretto, verrà trattato con ostilità, le divinità celesti occulteranno la loro luce, gli dèi della terra saranno in collera, e appariranno un gran numero di strani fenomeni e calamità. Sappi che, poiché io parlo della più importante questione dell'intero continente di Jambudvipa, accadono prodigi della massima grandezza. Quanto è tragico e deplorevole che tutta la gente del Giappone debba cadere nella grande fortezza dell'inferno della sofferenza incessante! Ma che fortuna e che gioia pensare che, con questo corpo indegno, io ho ricevuto nel mio cuore il seme della Buddità! (RSND, 1, 519).


Note

1) Palco di ordinazione, detto anche santuario. Un luogo dove si conduce la cerimonia per il conferimento dei precetti buddisti. In Giappone il primo palco di ordinazione fu costruito nel 754. Da allora i preti furono normalmente ordinati secondo i precetti hinayana. Nell'819 Dengyo, il fondatore della scuola Tendai, chiese l'approvazione imperiale per edificare un palco per l'ordinazione mahayana presso l'Enryaku-ji, il tempio principale della scuola Tendai, ma si scontrò con l'opposizione delle sei scuole di Nara. Gli fu concesso il permesso nell'822, sette giorni dopo la sua morte, e il primo palco di ordinazione mahayana fu terminato nell'827 dal suo discepolo e successore Gishin.
2) Precetti dell'Illuminazione perfetta e immediata, detti anche precetti perfetti. Uno dei tre tipi di apprendimento, basato sull'insegnamento per conseguire l'Illuminazione immediata e perfetta, o Sutra del Loto. Gli altri due sono la meditazione perfetta e la saggezza perfetta. Dengyo adottò i precetti mahayana e li interpretò nella prospettiva del Sutra del Loto, considerato da T'ien-t'ai l'insegnamento perfetto. In tal modo stabilì le fondamenta teoriche per la creazione di un palco di ordinazione e per il conferimento dei precetti dell'Illuminazione perfetta e immediata.
3) Ciò significa che le tre grandi Leggi segrete sono manifeste nel testo del Sutra del Loto quando viene letto alla luce della sua verità essenziale.
4) Tre importanti argomenti: la confutazione delle dottrine nembutsu, zen e della Vera parola, spiegate successivamente.
5) Una delle otto qualità meravigliose del grande mare, menzionate nel Sutra del Nirvana. Il "corpo di una persona morta" rappresenta: gli icchantika, persone di incorreggibile miscredenza; i monaci che commettono le quattro imperdonabili colpe di uccidere, rubare, avere rapporti sessuali e mentire; le persone che commettono i cinque peccati capitali; coloro che offendono gli insegnamenti mahayana.
6) Riferimento a un passo del Sutra della ghirlanda di fiori, nel quale il dio della terra rifiuta di proteggere tre tipi di persone: coloro che congiurano per provocare la morte del loro re, coloro che non hanno un buon comportamento filiale verso i genitori, coloro che negano la legge di causa ed effetto oppure offendono i tre tesori del Buddismo.
7) Le cinque offese più grandi nel Buddismo. Sono: uccidere il proprio padre, uccidere la propria madre, uccidere un arhat, ferire un Budda ed essere causa di disgregazione nell'ordine buddista.

SPIEGAZIONE

TRASFORMARE IL KARMA DEL PAESE, DELL'EPOCA E DI TUTTA L'UMANITÀ

Il Buddismo di Nichiren Daishonin è la filosofia della rivoluzione umana, che ci permette di trasformare il karma individuale e che mira all'adozione dell'insegnamento corretto per la pace nel paese, sottolineando l'importanza di impegnarci nel luogo in cui ci troviamo adesso per trasformare il karma del paese e dell'epoca in cui viviamo. È anche una filosofia che aspira alla pace mondiale e i suoi praticanti pregano e agiscono assiduamente per trasformare radicalmente il karma di tutta l'umanità.
La chiave per trasformare il karma in ognuno di questi ambiti è la grande Legge di Nam-myoho-renge-kyo che ha il potere di risvegliare tutte le persone a un livello fondamentale. Così come il bel fiore di loto non viene macchiato dalle acque fangose in cui cresce, allo stesso modo quando ci basiamo sulla Legge mistica possiamo manifestare il luminoso splendore della nostra Buddità innata indipendentemente dalla profondità delle sofferenze karmiche che sperimentiamo nel corso della vita. E man mano che sempre più persone abbracciano la Legge mistica e vivono a ritmo con essa, anche un paese sull'orlo della rovina può subire un'enorme trasformazione e diventare una terra prospera e pacifica.
Nichiren Daishonin istituì il suo insegnamento buddista, dotato di un immenso potere di trasformazione, per la felicità di tutte le persone dell'Ultimo giorno della Legge. Lo fece come devoto del Sutra del Loto, incarnando personalmente la Legge mistica nella sua vita e adoperandosi altruisticamente per insegnarla agli altri. In ogni tempo e in ogni luogo, praticanti dotati di una tale dedizione sono essenziali per diffondere ampiamente la Legge e affermare l'insegnamento corretto.
In La scelta del tempo il Daishonin spiega che un devoto del Sutra del Loto ha le seguenti caratteristiche: è un saggio che manifesta la sapienza del Budda e pianta i semi della Buddità nella vita delle persone; è un santo capace di un'ampia visione, dotato di nobili virtù e abilità, in grado di guidare correttamente le persone dell'Ultimo giorno; è una grande persona che pur essendo di modesta condizione ha sviluppato un carattere esemplare che è un tutt'uno con la Legge.
Con una salda fede nella Legge mistica la nostra vita acquisisce tutte le qualità di un devoto del Sutra del Loto descritte in questo trattato, qualità che si manifestano grazie al coraggio di praticare in accordo con il tempo, proprio come insegna il Budda.
In questa e nella prossima lezione analizzeremo dettagliatamente le lotte altruistiche del Daishonin, che come devoto del Sutra del Loto combatté con coraggio per proclamare l'insegnamento corretto nell'Ultimo giorno, il tempo dell'ampia propagazione della Legge mistica.

«Risposta: Come ho spiegato nella mia precedente discussione, Ashvaghosha, Nagarjuna, Aryadeva e Vasubandhu propagarono una grande Legge che non era stata diffusa da Mahakashyapa o da Ananda, e il Gran Maestro T'ien-t'ai propagò una grande verità che Nagarjuna, Vasubandhu e altri non diffusero ampiamente. Inoltre, il Gran Maestro Dengyo istituì il palco di ordinazione per il conferimento dei grandi precetti della perfetta e immediata Illuminazione, precetti che il Gran Maestro T'ien-t'ai Chih-che non aveva divulgato ampiamente.
E, per quanto incredibile possa sembrare, nel testo del Sutra del Loto appare chiaramente la più profonda e segreta Legge corretta che, sebbene esposta compiutamente dal Budda, dalla sua morte fino a ora non è mai stata propagata da Mahakashyapa, Ananda, Ashvaghosha, Nagarjuna, Asanga o Vasubandhu e nemmeno da T'ien-t'ai o Dengyo. La questione più difficile e problematica è se questa profonda Legge possa o no essere rivelata e propagata in tutto il continente di Jambudvipa, all'inizio dell'Ultimo giorno della Legge, il quinto dei cinque periodi di cinquecento anni che seguono la morte del Budda».


La propagazione della più profonda e segreta Legge corretta

Come dicevo nella scorsa lezione, in La scelta del tempo il Daishonin delinea la storia della diffusione degli insegnamenti buddisti durante i periodi del Primo e del Medio giorno della Legge e dichiara che l'Ultimo giorno è l'epoca in cui la grande pura Legge del Sutra del Loto sarà ampiamente propagata in tutto Jambudvipa, cioè nel mondo intero.
Poi risponde a una domanda sul fatto che anche nel Primo e nel Medio giorno della Legge c'erano stati periodi in cui il Sutra del Loto aveva goduto di una certa diffusione. Si tratta di una domanda importante per chiarire quale degli insegnamenti del Budda dovrebbe essere propagato nell'Ultimo giorno.
Il Daishonin risponde approfondendo la sua analisi della storia della propagazione degli insegnamenti del Budda nei tre periodi del Primo, Medio e Ultimo giorno della Legge; concludendo tale spiegazione afferma anzitutto che nel Primo giorno della Legge gli eruditi buddisti indiani come Nagarjuna e Vasubandhu percepirono chiaramente nei loro cuori il vero significato del Sutra del Loto come insegnamento da propagare nell'Ultimo giorno, ma non lo rivelarono e invece predicarono esclusivamente gli insegnamenti mahayana provvisori.1 Poi fa notare che durante il Medio giorno della Legge il Gran Maestro T'ien-tai refutò le tre scuole del sud e le sette scuole del nord della Cina2 e il Gran Maestro Dengyo in seguito denunciò le sei scuole di Nara in Giappone.3 Mentre tutte queste scuole erano basate su insegnamenti provvisori, T'ien'tai e Dengyo proclamarono ampiamente la grandezza del Sutra del Loto, l'insegnamento che esprime il vero intento del Budda. In particolare il Daishonin osserva che T'ien-t'ai espose il principio teorico dei tremila regni in un singolo istante di vita e insegnò la perfetta meditazione e la perfetta saggezza.4 Poi spiega che Dengyo fece un ulteriore passo avanti esponendo i precetti perfetti, cioè i precetti della perfetta e immediata Illuminazione del Sutra del Loto che non erano stati diffusi da T'ien-t'ai. Precetti, meditazione e saggezza costituiscono i tre tipi di apprendimento5 o discipline che il praticante buddista cerca di padroneggiare. Inoltre grazie a Dengyo fu costruito uno specifico palco di ordinazione per amministrare quei precetti sul Monte Hiei [sede dell'Enryaku-ji, il tempio principale della scuola Tendai in Giappone, n.d.r.]. Così fu stabilito per la prima volta un metodo concreto di pratica basato sul Sutra del Loto che abbracciava precetti, meditazione e saggezza. Tuttavia questa non era ancora la «più profonda e segreta Legge corretta» rivelata nel Sutra del Loto.
In base a ciò il Daishonin dichiara che non si può affermare che durante il Primo e il Medio giorno della Legge abbia avuto luogo l'ampia propagazione del Sutra del Loto. E completa la sua risposta affermando che la cosa più importante è riuscire a propagare ampiamente la «più profonda e segreta Legge corretta» adesso, in tutto il mondo, nell'epoca dell'Ultimo giorno.
La domanda seguente inizia così: «Qual è questa Legge segreta? Per prima cosa voglio saperne il nome, e poi apprenderne il significato» (RSND, 1, 501).
Il Daishonin non rivela esplicitamente il nome e il significato di questa Legge in La scelta del tempo, ma studiando il trattato nel suo complesso è evidente che si tratta dei "cinque caratteri di Myoho-renge-kyo", o Legge mistica, affidati al Bodhisattva Pratiche Superiori dal Budda Shakyamuni nel Sutra del Loto come insegnamento da propagare nell'epoca malvagia dopo la sua morte.
In Ripagare i debiti di gratitudine, scritto l'anno seguente (1276), il Daishonin ribadisce che questa Legge non deve essere propagata nel Primo e nel Medio giorno. Prosegue spiegando l'insegnamento corretto per l'Ultimo giorno e rivelando che esso è costituto dalle tre grandi Leggi segrete, dall'oggetto di culto, dal Daimoku e dal santuario (o palco di ordinazione) dell'insegnamento originale. In altre parole chiarisce la "forma" delle tre grandi Leggi segrete.6

«Questa Legge è rivelata nel testo del Sutra del Loto, perciò per me è facile spiegartela. Ma anzitutto, prima di chiarire questa Legge, ci sono tre importanti argomenti da trattare. Si dice che il grande mare, per quanto vasto sia, non ospiterà mai il corpo di una persona morta e che per quanto spessa sia la crosta terrestre, essa non sosterrà chi manca di pietà filiale. Secondo l'insegnamento buddista, tuttavia, anche coloro che commettono i cinque peccati capitali possono essere salvati e persino coloro che mancano di pietà filiale possono raggiungere la salvezza. Solamente gli icchantika, o persone di incorreggibile miscredenza, coloro che offendono la Legge e coloro che si considerano superiori a tutti gli altri per la loro osservanza dei precetti non possono essere perdonati. Causa delle tre difficoltà citate sopra sono le scuole Nembutsu, Zen e della Vera parola».

La refutazione delle scuole Nembutsu, Zen e della Vera parola

Rivelare la «più profonda e segreta Legge corretta» implica chiarire la verità e confutare gli errori. In La scelta del tempo il Daishonin prima inizia con la confutazione delle dottrine errate. È facile per lui, dice, spiegare agli altri il nome e il significato dell'insegnamento corretto, perché sono rivelati nel testo del Sutra del Loto; ma egli desidera anzitutto evidenziare e denunciare l'offesa commessa da coloro che hanno nascosto e oscurato la supremazia del Sutra del Loto, una verità che stabilirono con chiarezza T'ien-t'ai e Dengyo. Poi continua descrivendo lo spirito e la pratica del devoto del Sutra del Loto che refuta tale offesa e propaga i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo che costituiscono la «più profonda e segreta Legge corretta».
Diamo ora uno sguardo a ciò che il Daishonin dice in questa parte e studiamo lo spirito di refutare l'erroneo e rivelare il vero.
Qui la sua refutazione si concentra sulle "difficoltà" rappresentate dalle scuole Nembutsu, Zen e della Vera parola, i cui insegnamenti erano i più seguiti nel Giappone dei suoi tempi. Gli insegnamenti Nembutsu o della Pura terra erano così diffusi da far parte della vita quotidiana della gente, come indica la frase del Daishonin «il Nembutsu [l'invocazione del nome del Budda Amida] è sulle labbra delle quattro categorie di buddisti [monaci, monache, laici e laiche]» (RSND, 1, 501). La scuola Zen aveva generato preti che pur essendo palesemente arroganti erano considerati «guide illuminate dell'intero mondo» (RSND, 1, 502), preti esemplari che riscuotevano ampio rispetto da un gran numero di fedeli. E la scuola della Vera parola, a causa della minaccia di invasione da parte dei Mongoli, godeva del sostegno di eminenti preti delle più antiche scuole buddiste tradizionali che avevano inserito le sue pratiche nei loro rituali per sconfiggere i nemici del paese.

Un paese pervaso dell'offesa alla Legge

Come mai l'offesa alla Legge perpetrata da queste tre scuole, Nembutsu, Zen e della Vera parola, si era così diffusa in Giappone alla fine del Medio giorno nonostante il Gran Maestro Dengyo avesse chiaramente stabilito la supremazia del Sutra del Loto?
Come spiega dettagliatamente il Daishonin in Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese, gli insegnamenti del prete Honen, che insegnava la pratica esclusiva del Nembutsu, erano «l'unico male» (RSND, 1, 16) che aveva trasformato il Giappone in un paese che offendeva la Legge. Nella sua critica il Daishonin evidenzia che Honen, che in origine era un prete della scuola Tendai sul Monte Hiei, non solo si era basato sugli insegnamenti errati di T'an-luan,7 Tao-ch'o8 e Shan-tao,9 i primi tre patriarchi della scuola cinese della Pura terra (Ching-t'u), ma li aveva anche ulteriormente distorti. Honen esortava a scartare tutti gli insegnamenti del Budda a parte il Nembutsu della scuola della Pura terra, offendendo così anche il Sutra del Loto, cioè proprio l'insegnamento sul quale si basava originariamente la scuola Tendai (vedi RSND, 1, 13-14).
Una delle ragioni dell'errore di Honen era il clima di diffuso rispetto per l'insegnamento Nembutsu già presente in Giappone. Per dare maggiore credibilità e autorità ai suoi stessi insegnamenti, Honen fece leva sul fatto che Eshin,10 eminente prete della scuola Tendai, aveva scritto Fondamenti della rinascita nella Pura terra, un'opera che dava credito all'insegnamento Nembutsu, e Yokan,11 prete della scuola dei Tre trattati,12 aveva esposto dottrine che lodavano il Nembutsu. Di conseguenza persino Kenshin,13 capo dei preti della scuola Tendai ai tempi di Honen, si era dedicato alla pratica esclusiva del Nembutsu. In verità tutto il popolo del Giappone, influenzato dagli insegnamenti errati di Honen, aveva abbandonato il Sutra del Loto, ignorava le parole di Shakyamuni e cercava invece la salvezza attraverso la grazia concessa da Amida, un Budda di un altro mondo. Così l'intero paese si era riempito di persone che offendevano gravemente la Legge.
Come osserva il Daishonin in La scelta del tempo, in Adottare l'insegnamento corretto per la pace nel paese e in altri scritti, ciò determinò un clima in cui i membri della fazione al potere e i preti eminenti che appoggiavano gli insegnamenti offensivi del Nembutsu cedettero facilmente all'opera delle funzioni demoniache fomentando lotte intestine, commettendo una serie di azioni malvagie e in genere perseguendo un corso di azioni che infine avrebbe condotto alla loro stessa rovina.
Poi il Daishonin tratta della scuola Zen i cui preti, dichiarando che i loro insegnamenti costituivano una trasmissione separata al di fuori dei sutra,14 tendevano a rifiutare e disprezzare i sutra in cui era trascritta la predicazione del Budda. Per questo il Daishonin li definisce "preti arroganti", perché il massimo dell'arroganza e dell'assurdità consiste nel lodare la trasmissione orale tramandata dai vari maestri, che sono soltanto "rami e foglie", invece di apprezzare i testi dei sutra in cui è documentato chiaramente l'insegnamento del Budda e che costituiscono la radice, ovvero la fonte originale.
Ma a quel tempo lo Zen era ancora un insegnamento relativamente nuovo trasmesso da Eisai15 e da altri che avevano studiato in Cina. Godeva inoltre di rispetto perché, in mezzo alla decadenza e al lassismo delle scuole buddiste tradizionali, sottolineava l'importanza dei precetti e della disciplina, fornendo precise indicazioni per la vita quotidiana. Inoltre era assai diffuso perché incoraggiava anche i laici a svolgere la pratica zen del digiuno16 elogiandone i benefici.
Probabilmente la scuola Zen, pur negando la base fondamentale degli insegnamenti di Shakyamuni, riuscì a ottenere sostegno in quei tempi travagliati e pieni di confusione perché sembrava che i suoi preti osservassero i precetti ed emanassero un'aura di dignità e virtù. Il Daishonin dichiara senza mezzi termini che gli insegnamenti zen attirano «le persone abbandonate dai genitori per la loro mancanza di devozione filiale, o allontanate dai loro signori a causa della loro condotta immorale, i giovani preti troppo indolenti per applicarsi agli studi» (RSND, 1, 504). Egli riteneva che gli insegnamenti e i precetti dello Zen sviassero le persone causando loro malessere spirituale, e perciò affermava che i suoi seguaci «non sono altro che locuste che divorano la popolazione del paese» (Ibidem).
Infine il Daishonin concentra la sua attenzione sulla scuola della Vera parola, che è «incomparabilmente peggiore delle due scuole precedenti e costituisce una forma più grave di errore» (Ibidem).
A quel tempo persino le scuole buddiste tradizionali prendevano parte ai rituali basati sugli insegnamenti della Vera parola. In particolare venivano officiate preghiere per la protezione della corte imperiale e del paese da parte di preti d'alto rango appartenenti a templi famosi come l'Enryaku-ji, il tempio principale della scuola Tendai sul Monte Hiei, il To-ji, il tempio principale della scuola della Vera parola, i sette maggiori templi di Nara e l'Onjo-ji, un altro importante tempio Tendai. Di conseguenza tali alti prelati godevano di immenso potere e illimitata influenza. Quando poi, con l'instaurazione del dominio militare (1185), la sede del governo fu trasferita da Kyoto a Kamakura, i preti della Vera parola si trasferirono nella nuova capitale e nelle zone circostanti e, di nuovo, le autorità governative si servirono di loro per offrire preghiere per la protezione del paese. Così ovunque si svolgevano rituali della Vera parola.
Come mai la scuola della Vera parola si era guadagnata un seguito così vasto? Il Daishonin spiega che gli insegnamenti della Vera parola erano giunti in Cina e in Giappone dopo che in quei paesi era già stata stabilita la supremazia del Sutra del Loto [rispettivamente da T'ien-tai e Dengyo]. Quando T'ien-t'ai aveva confutato le dottrine errate delle tre scuole del sud e delle sette scuole del nord, istituendo l'insegnamento corretto dell'unico veicolo del Sutra del Loto, la scuola della Vera parola non era ancora apparsa in Cina. E nemmeno Kobo17 aveva ancora portato gli insegnamenti della Vera parola dalla Cina al Giappone all'epoca in cui Dengyo refutò gli insegnamenti errati delle sei scuole di Nara. Di conseguenza la scuola della Vera parola evitò la confutazione da parte di T'ien-t'ai e di Dengyo, e purtroppo questo fece sì che in seguito i preti della scuola T'ien-t'ai in Cina e della scuola Tendai in Giappone venissero ingannati dalle asserzioni della scuola della Vera parola.
Il monaco indiano Shan-wu-wei,18 che apparve in Cina dopo la morte di T'ien-t'ai, e il prete della Vera parola Kobo, che apparve in Giappone dopo la nascita di Dengyo, erano entrambi consapevoli della superiorità delle scuole T'ien-t'ai e Tendai. Tuttavia cercarono di nascondere tale supremazia allo scopo di affermare la propria preminenza e la superiorità dei loro insegnamenti; così predicarono la dottrina errata secondo la quale la scuola della Vera parola era uguale a queste scuole dal punto di vista dottrinale, ma superiore nella pratica per via dei mudra (gesti magici con le mani) e dei mantra (formule magiche verbali).19

«Eppure esiste un male molto peggiore di questi tre insegnamenti, tanto che è cento, mille, diecimila, un milione di volte più difficile da credere. Sebbene il Gran Maestro Jikaku fosse il terzo discepolo del Gran Maestro Dengyo, tutti, dal sovrano alla gente comune, lo ritenevano superiore allo stesso Dengyo. Egli aveva studiato a fondo gli insegnamenti della scuola della Vera parola e della scuola del Loto, ma scrisse che gli insegnamenti della Vera parola sono superiori a quelli del Sutra del Loto. Come risultato, la comunità dei tremila preti del Monte Hiei, nonché gli studiosi buddisti in ogni provincia del Giappone, accettarono la sua opinione».

Il tradimento degli insegnamenti del fondatore della scuola Tendai

Abbindolato dalle argomentazioni dei maestri della Vera parola, Jikaku,20 terzo capo dei preti dell'Enryaku-ji, il tempio principale della scuola Tendai sul Monte Hiei, finì con lo svilire la sua stessa scuola trasformandola in una scuola della Vera parola. Nel presente scritto il Daishonin, per la prima volta dalla fondazione del suo insegnamento, denuncia questa grande offesa.
Jikaku, discepolo diretto di Dengyo e capo della scuola Tendai basata sul Sutra del Loto, commise l'errore di conformarsi alle idee contenute negli insegnamenti della Vera parola, basati principalmente sul Sutra di Mahavairochana. Per questo motivo predicò la dottrina errata secondo la quale anche se il Sutra del Loto e quello di Mahavairochana sono uguali nella teoria, il secondo è superiore nella pratica. La sua visione della superiorità degli insegnamenti della Vera parola rispetto a quelli del Sutra del Loto costituì l'errore originario che condusse tutti i successivi aderenti alla scuola Tendai a imboccare il sentiero errato dell'offesa alla Legge.
Accettando come veritiere le dichiarazioni fallaci di Shan-wu-wei e Kobo, Jikaku elaborò la visione secondo la quale il Sutra del Loto e quello di Mahavairochana erano essenzialmente uguali dal punto di vista dottrinale perché entrambi insegnavano il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita, ma il Sutra di Mahavairochana era superiore perché spiegava la pratica dei mudra e dei mantra, assente nel Sutra del Loto. Anche se Jikaku stesso inizialmente nutriva qualche riserva su questa dottrina, alla fine concluse che la sua valutazione era corretta essenzialmente sulla base di un suo sogno nel quale scagliava una freccia contro il sole (Ripagare i debiti di gratitudine, RSND, 1, 644). Egli riferì le sue conclusioni all'imperatore e iniziò a usare i tre Sutra della Vera parola,21 fra cui quello di Mahavairochana, come insegnamenti per la pace e la protezione del paese, invece di usare il Sutra del Loto e gli altri due sutra22 che Dengyo aveva designato a questo scopo. Così, scrive il Daishonin, le preghiere della scuola della Vera parola diventarono la forma dominante di preghiera per la pace e la protezione del paese in Giappone nei periodi Heian (794-1185) e Kamakura (1185-1333).
Dopo di che il numero di templi della Vera parola iniziò a crescere costantemente e anche molti laici abbandonarono il Sutra del Loto e chiesero ai maestri della Vera parola di pregare per loro. Inoltre i rituali della Vera parola furono inseriti nelle cerimonie per l'apertura degli occhi delle statue di altre scuole buddiste, avviando l'intero Giappone sul sentiero di una sempre maggiore offesa alla Legge.
La critica del Daishonin al comportamento di Jikaku si basa su due punti.
Primo, la valutazione di Jikaku non era basata sui sutra, che contengono gli insegnamenti del Budda, né sui trattati scritti da Nagarjuna, né sui commentari di T'ien-t'ai e Dengyo, che costituivano le vere fondamenta originali della scuola Tendai, ma piuttosto sugli scritti erronei e le interpretazioni fuorvianti di maestri come Kobo e Shan-wu-wei. Per un buddista è essenziale leggere e interpretare le cose nei termini dei sutra, gli insegnamenti del Budda, e agire in accordo con essi. Ma Jikaku trascurò completamente questo punto e si contrappose agli insegnamenti del Budda e a quelli del suo stesso maestro Dengyo, compiendo un atto di grave tradimento come discepolo.
L'altro punto è che Jikaku considerò il suo sogno in cui scagliava una freccia contro il sole come la prova definitiva della correttezza della sua valutazione sulla superiorità degli insegnamenti della Vera parola rispetto al Sutra del Loto. Il Daishonin, in base all'idea che un sogno riflette lo stato mentale di una persona, critica il modo di pensare contorto e l'illusione profondamente radicata nella vita di Jikaku, che lo avevano condotto a sviluppare un'idea così assurda e a convincersi che fosse vera.
Qual era l'origine di questa illusione? Jikaku si era recato in Cina dove per dieci anni aveva studiato i rispettivi meriti degli insegnamenti buddisti essoterici ed esoterici.23 Era stato istruito da eminenti preti della scuola Tendai ma «in cuor suo credeva che la scuola della Vera parola fosse superiore» (RSND, 1, 511). Intimamente disprezzava il Gran Maestro Dengyo perché pensava che questi «non avesse esaminato a fondo la questione, che non fosse rimasto in Cina abbastanza a lungo e che quindi avesse acquisito una comprensione approssimativa delle dottrine della Vera parola» (Ibidem).
In realtà Dengyo aveva studiato esaurientemente i sutra in Giappone per quindici anni e con la sua penetrante saggezza e intelligenza era giunto a comprendere che il Sutra del Loto era il supremo fra gli insegnamenti del Budda. Il successivo periodo di studio in Cina non aveva fatto altro che confermargli la correttezza della sua valutazione. Era convinto che il Sutra del Loto fosse superiore agli insegnamenti della Vera parola (Ibidem).
Al contrario Jikaku, pur essendo un prete tendai, fondò una dottrina erronea in netta contraddizione con l'intento del Gran Maestro Dengyo. Ciò derivò dalla sua arroganza e dal senso di superiorità che provava per aver trascorso un maggior numero di anni a studiare all'estero e per aver frequentato più di Dengyo i principali centri del Buddismo cinese.
Jikaku diventò famoso in Giappone per aver esposto gli insegnamenti della Vera parola, ancora poco conosciuti, e «tutti, dal sovrano alla gente comune, lo ritenevano superiore allo stesso Dengyo». Invece di sostenere e propagare gli insegnamenti del suo maestro, Jikaku era principalmente interessato alla propria fama e alla propria ricchezza. Si comportò con un'arroganza e un'ingratitudine vergognose, senza pensare a ripagare il suo debito di gratitudine come discepolo. Il Daishonin dice che malgrado a parole Jikaku affermasse di essere discepolo del Gran Maestro Dengyo, in cuor suo non lo era affatto (cfr. Ripagare i debiti di gratitudine, RSND, 1, 633).
Per tutta la vita Dengyo aveva lavorato incessantemente alla creazione di una scuola basata sul Sutra del Loto, un insegnamento che apre la strada dell'Illuminazione per tutte le persone; infatti la scuola Tendai è conosciuta anche come scuola del Loto o scuola Tendai Loto. Fino alla fine dei suoi giorni Dengyo continuò a battersi contro le forze ostili al Sutra del Loto come il prete Tokuitsu24 [della scuola delle Caratteristiche dei dharma in Giappone], e il coronamento della sua vita fu l'istituzione di uno specifico palco di ordinazione per amministrare i precetti dell'Illuminazione perfetta e immediata del Sutra del Loto.
Jikaku, essendo un discepolo diretto di Dengyo e il terzo capo dei preti della scuola Tendai Loto, avrebbe dovuto a rigor di logica prendere fermamente posizione contro l'offesa al Sutra del Loto, facendo dello spirito del fondatore il proprio caposaldo e la propria guida. Possiamo solo concludere che Jikaku fu pronto a venire a patti con l'offesa al Sutra del Loto costituita dagli insegnamenti esoterici della Vera parola perché non nutriva abbastanza fede per avere a cuore e sostenere con rigore lo spirito di Dengyo.

Il Buddismo esiste per la felicità delle persone

Tutto ebbe inizio dal tradimento di Jikaku nei confronti del suo maestro Dengyo. La sua illusione fondamentale gli impedì di comprendere la supremazia del Sutra del Loto per la quale Dengyo si era battuto tutta la vita. Sviato da asserzioni come "il Sutra del Loto e il Sutra di Mahavairochana sono identici nei principi, ma il secondo è superiore nella pratica" egli incorporò nella scuola Tendai gli insegnamenti della Vera parola, dando origine a quello che è noto come l'esoterismo tendai.
Jikaku divise tutti gli insegnamenti di Shakyamuni in insegnamenti essoterici ed esoterici. Collocò il Sutra del Loto fra gli insegnamenti esoterici, ma lo classificò come "insegnamento esoterico in teoria" perché non insegnava la pratica dei mudra e dei mantra. Insistette sul fatto che il Sutra del Loto era inferiore ai tre sutra della Vera parola, che classificò come "insegnamenti esoterici sia in teoria sia in pratica", e perciò superiori.
Ma in termini di teoria o di principio il Sutra del Loto è superiore perché il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita che esso contiene è basato sul concetto del mutuo possesso dei dieci mondi, mentre nel caso dei Sutra della Vera parola non è così.
Anche altre due rivelazioni legate a questo concetto si trovano nel Sutra del Loto ma non nel Sutra di Mahavairochana: che Shakyamuni ottenne l'Illuminazione in un passato inconcepibilmente remoto e che anche le persone dei due veicoli (ascoltatori della voce e risvegliati all'origine dipendente) possono conseguire la Buddità. In entrambi i casi i nove mondi sono contenuti nel mondo di Buddità e il mondo di Buddità è contenuto in ciascuno dei nove mondi, e questo è un insegnamento esposto esclusivamente nel Sutra del Loto.
Perciò, dato che il Sutra di Mahavairochana non contiene nemmeno una struttura dottrinale per l'articolazione del principio dei tremila regni in un singolo istante di vita, non si può affermare che sia uguale al Sutra del Loto dal punto di vista teorico.
Per quanto riguarda poi la pratica, Jikaku sostiene che il Sutra di Mahavairochana è superiore a quello del Loto perché insegna la pratica dei cosiddetti mudra e mantra, gesti mistici con le mani e incantesimi che simboleggiano i voti dei Budda e dei bodhisattva. Ma in realtà si tratta solo di rituali superficiali, svolti nella convinzione che imitando i gesti o le parole di certi Budda o bodhisattva si possa acquisire il loro stesso stato vitale.
Il Budda Shakyamuni insegnò sin dall'inizio a ricercare e praticare la via del Budda impegnandosi totalmente nelle tre categorie di pensieri, parole e azioni. Per me questo significa far proprio il cuore del Budda e considerare le sue parole e il suo comportamento come guida per la propria vita. Significa continuare ad applicarsi nella pratica, ogni giorno e in ogni momento, con un'attenzione costante al dialogo con il Budda presente nel proprio cuore. I nostri incessanti sforzi individuali, compiuti congiuntamente a quelli di innumerevoli altre persone per contribuire alla costruzione di una società felice e pacifica, costituiscono "la pratica" nel vero senso della parola.
Il Buddismo esiste per la felicità delle persone. Il suo vero scopo è incoraggiare la gente a continuare a lottare con forza d'animo e perseveranza in mezzo alle sfide che l'esistenza quotidiana pone giornalmente, superando anche le prove più dure e aprendosi una strada sicura verso la felicità.
Ai tempi del Daishonin i preti delle varie scuole persero di vista questo punto e dimenticarono lo spirito fondamentale del Buddismo: lottare per la felicità e il benessere di tutte le persone. Cominciarono a preoccuparsi delle formalità e dei rituali, e ciò li condusse ad adottare i mudra e i mantra della Vera parola. Così facendo finirono per concentrarsi erroneamente sull'importanza degli incantesimi, dei gesti con le mani, e di altri riti occulti ed esoterici. In realtà qualsiasi filosofia o tradizione religiosa che perde lo spirito di impegnarsi costantemente per trasformare la realtà può cadere in breve tempo nel formalismo e nell'autoritarismo. Teniamolo sempre a mente.

«Io, Nichiren, definirei i fondatori delle scuole della Vera parola, Zen e della Pura terra come i tre tipi di vermi, e Jikaku, Annen e Eshin della scuola Tendai come i tre vermi che divorarono il corpo del leone del Sutra del Loto e del Gran Maestro Dengyo!
Fino a quando Nichiren, che sta denunciando la radice di queste grandi offese contro l'insegnamento corretto, verrà trattato con ostilità, le divinità celesti occulteranno la loro luce, gli dèi della terra saranno in collera, e appariranno un gran numero di strani fenomeni e calamità. Sappi che, poiché io parlo della più importante questione dell'intero continente di Jambudvipa, accadono prodigi della massima grandezza. Quanto è tragico e deplorevole che tutta la gente del Giappone debba cadere nella grande fortezza dell'inferno della sofferenza incessante! Ma che fortuna e che gioia pensare che, con questo corpo indegno, io ho ricevuto nel mio cuore il seme della Buddità!».


L'origine della rovina del paese

Con questo passo il Daishonin conclude la refutazione delle tre scuole - Vera parola, Zen e Nembutsu - e del prete tendai Jikaku.
Qui Nichiren paragona i fondatori delle tre scuole, i cui insegnamenti errati avevano portato tutto il paese a offendere la Legge, a "vermi" che distruggono gli insegnamenti del Budda. Descrive Jikaku, Annen25 ed Eshin come tre vermi che divorano il corpo del leone dall'interno perché, pur essendo preti eminenti della scuola Tendai, sostengono che gli insegnamenti della Vera parola, Zen e Nembutsu sono superiori al Sutra del Loto e quindi le dottrine da loro istituite costituiscono un'offesa alla Legge. Li paragona a vermi o parassiti perché minano e distruggono il Sutra del Loto dall'interno.
Di Jikaku ho già ampiamente discusso: era il colpevole originale che spalancò le porte della scuola Tendai all'offesa della Legge, collocando gli insegnamenti della Vera parola al di sopra del Sutra del Loto.
Il prete Annen era un discepolo diretto di Jikaku che svolse un ruolo chiave nella sistematizzazione degli insegnamenti dell'esoterismo tendai. In La scelta del tempo il Daishonin lo critica per aver classificato la scuola Zen come superiore alla scuola del Loto, accrescendone il prestigio e la preminenza.
Eshin, dal canto suo, pur essendo uno studioso tendai aveva scritto un'opera intitolata Fondamenti per la rinascita nella Pura terra, nella quale lodava il Nembutsu come insegnamento adatto alla capacità delle persone oscurate dell'epoca impura dell'Ultimo giorno della Legge. In tal modo aveva contribuito notevolmente alla successiva diffusione degli insegnamenti nembutsu di Honen.
Il flagello che causò il maggior danno all'insegnamento corretto del Budda non ebbe origine dalle altre scuole bensì all'interno della scuola Tendai Loto stessa, quella che avrebbe dovuto diffondere proprio quell'insegnamento. Il Daishonin riconobbe chiaramente la natura perniciosa di quei preti tendai e continuò a denunciarli.
In particolare Jikaku era riverito per le sue grandi virtù e la sua erudizione. Aveva ricevuto il titolo di Gran Maestro nello stesso anno in cui il suo maestro Dengyo lo aveva ricevuto postumo, il primo caso del genere in Giappone. Il suo tradimento nei confronti dell'assunto fondamentale della scuola Tendai, cioè la superiorità del Sutra del Loto rispetto a tutti gli altri insegnamenti del Budda, preparò il terreno nel quale si formarono le filosofie di Annen, Eshin e dei preti tendai delle generazioni successive. In tal senso si può affermare che gli insegnamenti di Jikaku furono la causa profonda per la quale il Giappone, ai tempi del Daishonin, si era trovato sull'orlo della rovina.
La ragione principale del declino della pura Legge nell'Ultimo giorno non risiede nella malvagità delle persone né nella loro inadeguata capacità di comprendere l'insegnamento del Budda, bensì nel fatto che proprio quelli che dovrebbero difendere l'insegnamento corretto in realtà non lo fanno.
In La scelta del tempo il Daishonin si descrive come «Nichiren, che sta denunciando la radice di queste grandi offese contro l'insegnamento corretto». In questo scritto, più che in ogni altro, egli denuncia coraggiosamente, citando ampie prove documentarie, che la causa fondamentale del declino e della catastrofe che stanno minacciando il Giappone è l'offesa alla Legge commessa da Jikaku. E lo fa soltanto per fermare la tendenza del paese alla rovina e per impedire all'intera popolazione di cadere in una condizione di sofferenza infernale. Niente era più importante che chiarire la causa fondamentale dell'atroce situazione del paese e del suo popolo. Perciò egli dice che è «la più importante questione dell'intero continente di Jambudvipa».
Dichiara inoltre che gli sciagurati eventi di cui era teatro il Giappone, come l'invasione mongola o l'ondata di devastanti calamità naturali, costituivano tutti presagi che emergevano in risposta alle continue persecuzioni nei suoi confronti per aver osato parlare di queste cose. Erano tutti «prodigi della massima grandezza» per risvegliare le autorità di governo, che lo avevano attaccato perché non avevano capito le sue intenzioni.
Indipendentemente dalla malvagità dell'epoca o dal numero di persone malvagie che vivono nel paese nell'Ultimo giorno, se i praticanti del Sutra del Loto - che hanno il dovere di difendere e diffondere l'insegnamento corretto - cominciano davvero a farlo agendo con coraggio, arriverà sicuramente il tempo in cui fiorirà la grande e pura Legge. Secondo il sutra questa lotta nell'Ultimo giorno della Legge sarà guidata dal Bodhisattva Pratiche Superiori.
In Grande male e grande bene il Daishonin scrive: «Quando il Bodhisattva Pratiche Superiori emerse dalla terra, non lo fece forse danzando?» (RSND, 1, 992). Il leader dei Bodhisattva della Terra appare coraggiosamente sulla scena in un'epoca malvagia per compiere la grande impresa di propagare la Legge mistica. Il suo coraggio, il suo spirito combattivo e la sua energia dinamica sono il potente motore di questa avventura.
Nell'esprimere la sua condizione interiore di vero devoto del Sutra del Loto che conduce la battaglia del Bodhisattva Pratiche Superiori nell'Ultimo giorno della Legge, il Daishonin esclama: «Che fortuna e che gioia pensare che, con questo corpo indegno, io ho ricevuto nel mio cuore il seme della Buddità!». Queste parole comunicano l'immensa gioia che lo pervade, una gioia in cui pulsa l'energia dinamica di Myoho-renge-kyo, il seme o causa per il conseguimento della Buddità.
Questa energia vibrante è indispensabile per la trasmissione dei semi della Legge mistica agli altri.

Portare avanti la rivoluzione religiosa del Daishonin

Quella del Daishonin era una rivoluzione religiosa, la stessa che noi della Soka Gakkai stiamo portando avanti in tutto il mondo, sfidandoci con impegno per conseguire la Buddità in questa vita e per realizzare una società prospera e pacifica attraverso la diffusione dei principi umanistici e degli ideali del Buddismo di Nichiren Daishonin.
Il presidente fondatore Tsunesaburo Makiguchi era convinto che non fosse difficile realizzare una riforma religiosa. Nell'argomentare tale convinzione sottolineava che «seguire ideologie di dubbia origine non sostenute dalla prova concreta e sacrificare così la propria preziosa vita e quelle degli altri, altrettanto preziose, è qualcosa che va rifiutato con fermezza». E aggiungeva: «In ultima analisi non sarà mai possibile porre rimedio al caos che affligge l'umanità» se non si trasforma radicalmente lo spirito umano con una rivoluzione religiosa.
Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, dichiarò: «Solo attraverso la rivoluzione umana e la rivoluzione religiosa si può raggiungere la vera felicità e costruire una società pacifica».
Quando ero giovane annotai in un quaderno i miei sentimenti e le mie determinazioni dopo aver seguito una serie di lezioni di Gosho tenute da Toda: «Il presidente Toda è il maestro dell'umanità [... ] La rivoluzione religiosa è la rivoluzione umana, che a sua volta conduce a una rivoluzione educativa e a una rivoluzione economica e che diventerà anche una vera rivoluzione politica [...] La Soka Gakkai ha una missione enorme. [...]
Gioventù, avanza con una compassione sconfinata! Gioventù, avanza determinata, custodendo nel cuore questa grande filosofia! A vent'anni ho trovato il percorso per vivere la mia gioventù nel modo più nobile e degno di onore».
Oggi i miei sentimenti non sono affatto cambiati, semmai si sono rafforzati.
La missione della Soka Gakkai è avanzare lungo il nobile cammino per l'adozione dell'insegnamento corretto per la pace nel paese, diffondendo i principi umanistici del Buddismo per creare una società in cui regnino pace e stabilità.
Pieni di gioia e orgogliosi di seguire le orme di Nichiren Daishonin, il supremo devoto del Sutra del Loto in tutto il mondo, continuiamo a procedere con coraggio, facendo sentire la nostra voce a difesa della giustizia, vincendo nella battaglia per refutare l'errato e rivelare il vero, per la felicità di tutte le persone.

(Traduzione di Marialuisa Cellerino)

Note

1) Insegnamenti mahayana provvisori: insegnamenti mahayana esposti come mezzo per condurre le persone al vero insegnamento mahayana, cioè il Sutra del Loto che rivela completamente l'Illuminazione del Budda Shakyamuni. Gli insegnamenti mahayana provvisori rivelano solo aspetti parziali della verità alla quale il Budda si era risvegliato. Nella sua classificazione in cinque periodi degli insegnamenti di Shakyamuni, T'ien-t'ai definì insegnamenti mahayana provvisori quelli dei periodi della Ghirlanda di fiori, Corretto ed equo e della Saggezza, e vero Mahayana gli insegnamenti del periodo del Loto e del Nirvana.
2) Sebbene ci si riferisca a essi definendoli "scuole", si tratta dei dieci sistemi di classificazione dei sutra buddisti formulati dai vari maestri buddisti cinesi nel periodo 439-589.
3) Sei scuole di Buddismo che fiorirono a Nara, la capitale del Giappone nel periodo 710-794. Sono: Tesoro dell'Abhidharma (Kusha), Affermazione della verità (Jujitsu), Tre trattati (Sanron), Precetti (Ritsu), Caratteristiche dei dharma (Hosso), Ghirlanda di fiori (Kegon).
4) Perfetta meditazione e perfetta saggezza: si riferiscono a due dei tre tipi di apprendimento (vedi nota 5) basati sul Sutra del Loto, l'insegnamento dell'Illuminazione immediata e perfetta. T'ien-tai continuò a utilizzare i precetti hinayana sebbene si fosse dedicato alla perfetta meditazione e alla perfetta saggezza basate sul Sutra del Loto.
5) Tre tipi di apprendimento: precetti, meditazione e saggezza. Si dice che abbraccino ogni aspetto della dottrina e della pratica buddista. I precetti sono regole mirate a prevenire l'errore e porre fine ai cattivi pensieri, parole o azioni. La meditazione è la pratica mirata a concentrare e calmare la mente. La saggezza permette di liberarsi dalle proprie illusioni e comprendere la verità. Nichiren Daishonin associa i tre tipi di apprendimento con le tre grandi Leggi segrete. L'oggetto di culto corrisponde alla meditazione, il santuario ai precetti e il Daimoku alla saggezza.
6) In Ripagare i debiti di gratitudine è scritto: «Domanda: Esiste un insegnamento corretto che non è stato propagato nemmeno da T'ien-t'ai o Dengyo? Risposta: Sì, esiste. Domanda: Di che insegnamento si tratta? Risposta: È composto da tre cose e fu lasciato dal Budda per la salvezza di coloro che vivono nell'Ultimo giorno della Legge. È il corretto insegnamento mai propagato da Mahakashyapa, Ananda, Ashvaghosha o Nagarjuna, T'ien-t'ai e Dengyo. Domanda: Quali forme assume? Risposta: Primo, il Giappone e tutti gli altri paesi di Jambudvipa devono avere come oggetto di culto il Budda Shakyamuni dell'insegnamento originale. [...] Secondo, c'è il santuario dell'insegnamento originale. Terzo, in Giappone, in Cina, in India e in tutti gli altri paesi di Jambudvipa, chiunque, sapiente o ignorante, deve mettere da parte le altre pratiche e unirsi alla recitazione di Nam-myoho-renge-kyo. Questo insegnamento non è mai stato propagato prima. In tutto il conti-nente di Jambudvipa, durante i 2.225 anni dalla morte del Budda, non una sola persona lo ha mai recitato. Soltanto Nichiren, senza risparmiare la sua voce, ora recita Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 1, 658).
7) T'an-luan (476-542): fondatore e primo patriarca della scuola cinese della Pura terra. Sosteneva che la pratica degli insegnamenti della Pura terra era la "via facile da praticare" che permette alle persone di ottenere la rinascita nella Pura terra del Budda Amida e rifiutava tutte le altre pratiche definendole la "via difficile da praticare".
8) Tao-ch'o (562-645): secondo patriarca della scuola cinese della Pura terra. In origine era un maestro del Sutra del Nirvana che in seguito si convertì agli insegnamenti della Pura terra. Classificò gli insegnamenti buddisti in due categorie: insegnamenti della Pura terra e insegnamenti della Sacra via. Asseriva che gli insegnamenti della Sacra via, che predicavano l'ottenimento dell'Illuminazione attraverso il proprio potere individuale, erano troppo difficili per la gente comune dell'ultima epoca, e che solo gli insegnamenti della Pura terra, che predicano la rinascita nella Pura terra del Budda Amida facendo affidamento unicamente sul potere di Amida, erano in grado di offrire la salvezza.
9) Shan-tao (613-681): terzo patriarca della scuola cinese della Pura terra. Abbracciò gli insegna-menti della Pura terra e diffuse la pratica di recitare il nome del Budda Amida. Shan-tao classificò le pratiche buddiste in pratiche corrette e pratiche diverse. Le pratiche corrette erano quelle rivolte al Budda Amida e tutte le altre erano pratiche diverse. In seguito Honen studiò il suo Commentario al Sutra sulla meditazione sul Budda Vita Infinita e fondò la scuola della Pura terra in Giappone.
10) Eshin (942-1017): detto anche Genshin. Prete della scuola giapponese Tendai che, ponendo par-ticolare accento sulla meditazione, aveva fondato il ramo Eshin della scuola Tendai. Praticava anche il Nembutsu, cioè la meditazione e la recitazione del nome del Budda Amida, insieme alla lettura e alla recitazione di vari sutra fra i quali il Sutra del Loto, quello di Amida e i sutra della Saggezza. Nel 985 scrisse Fondamenti per la rinascita nella Pura terra, un'opera che contribuì notevolmente all'affermazione della scuola della Pura terra in Giappone.
11) Yokan (1033-1111): prete della scuola dei Tre trattati e precursore della scuola della Pura terra in Giappone. Praticò e diffuse ampiamente il Nembutsu. Scrisse Le dieci condizioni per la rinascita nella Pura terra e I rituali dell'assemblea per la rinascita nella Pura terra.
12) Scuola dei Tre trattati: scuola basata sul Trattato sulla Via di mezzo e sul Trattato sulle dodici porte di Nagarjuna e sul Trattato in cento strofe di Aryadeva, tradotti in cinese da Kumarajiva all'inizio del quinto secolo. Le loro dottrine furono trasmesse successivamente da Tao-sheng (discepolo di Kumarajiva) e altri e infine vennero sistematizzate da Chi-tsang (549-623), considerato spesso il primo patriarca della scuola cinese dei Tre trattati o Sanlun. Le dottrine di questa scuola giunsero in Giappone fra il settimo secolo e l'inizio dell'ottavo.
13) Kenshin (1130-1192), sessantunesimo capo dei preti dell'Enryaku-ji, tempio principale della scuola Tendai, che prima di assumere tale incarico si era ritirato dalla vita ecclesiastica e aveva trascorso alcuni anni in ritiro. In quel periodo aveva invitato Honen a visitarlo per interrogarlo sugli insegnamenti della Pura terra. Da allora in poi si era dedicato esclusivamente alla pratica del Nembutsu. Nel 1190, contro il suo volere, Kenshin fu nominato capo dei preti dell'Enryaku-ji e poi aiuto amministratore dei preti.
14) Trasmissione separata al di fuori dei sutra: dottrina della scuola Zen secondo la quale l'Illuminazione del Budda e il suo vero insegnamento non erano stati trasmessi nei sutra, ma da mente a mente.
15) Eisai (1141-1215), fondatore della scuola Zen Rinzai in Giappone. Fu ordinato prete della scuola Tendai sul Monte Hiei, poi si recò per due volte in Cina, riportando in patria gli insegnamenti della scuola Zen Lin-chi (Rinzai). Non potendo propagare facilmente i suoi insegnamenti a Kyoto per via dell'opposizione dei preti Tendai del Monte Hiei, si recò a Kamakura. In seguito fondò numerosi templi zen. Pur non essendo stato il primo a introdurre le idee zen in Giappone, Eisai è ritenuto quello che fondò lo Zen come scuola indipendente.
16) Era la pratica di digiunare nel pomeriggio per sei o dieci giorni nel corso di un mese. 17) Kobo (774-835): fondatore della scuola della Vera parola in Giappone. Nell'804 Kobo si recò in Cina e studiò il Buddismo esoterico a Chang-an sotto il maestro Hui-kuo che lo autorizzò a tra-smettere le dottrine segrete. Al suo ritorno in Giappone nell'806 Kobo portò con sé copie dei due mandala del Buddismo esoterico, insieme a vari testi e rituali, e si dedicò alla diffusione degli insegnamenti esoterici.
18) Shan-wu-wei (sans. Shubhakarasimha) (637-735): monaco indiano che introdusse per la prima volta il Buddismo esoterico in Cina. Tradusse numerosi sutra esoterici in cinese, fra cui il Sutra di Mahavairochana. Nella sua esegesi di questo sutra creò la dottrina errata secondo la quale il Sutra di Mahavairochana, che contiene mudra e mantra, è superiore al Sutra del Loto che non li contiene.
19) I mudra sono segni o gesti fatti con le mani e le dita per simboleggiare l'Illuminazione e i voti dei Budda e dei bodhisattva. I mantra sono formule composte da parole segrete o sillabe che si ri-tiene abbiano poteri misteriosi. Mantra è stato reso in cinese con l'espressione "vera parola". I mudra e i mantra sono comunemente utilizzati nella pratica e nel rituale del Buddismo esoterico, e vengono considerati strumenti per raggiungere l'unione con il Budda Mahavairochana.
20) Jikaku (794-864): terzo capo dei preti dell'Enryaku-ji. Teneva in grande considerazione gli insegnamenti del Buddismo esoterico, asserendo che erano allo stesso livello dell'insegnamento perfetto del Sutra del Loto, e fece sì che la scuola Tendai li incorporasse nelle sue dottrine originali. Questo fu chiamato esoterismo tendai.
21) Sutra di Mahavairochana, Sutra della corona di diamanti e Sutra Susiddhikara.
22) Sutra dei Re benevolenti e Sutra della Luce dorata.
23) Gli insegnamenti esoterici sono quelli trasmessi segretamente o implicitamente e vanno al di là delle capacità di comprensione delle persone comuni. Gli insegnamenti essoterici sono quelli rivelati esplicitamente e accessibili a tutti.
24) Tokuitsu: detto anche Tokuichi. Prete della scuola delle Caratteristiche dei dharma in Giappone vissuto tra la fine dell'ottavo e l'inizio del nono secolo. È famoso per la disputa con Den-gyo, fondatore della scuola giapponese Tendai. Sosteneva che l'insegnamento dell'unico veicolo del Sutra del Loto è una dottrina provvisoria e che quello dei tre veicoli è il vero insegnamento del Budda. Dengyo invece affermava che l'unico veicolo del Sutra del Loto è il vero insegnamento e che quelli dei tre veicoli sono solo espedienti per istruire le persone e condurle all'unico veicolo.
25) Annen (n. 841): prete della scuola Tendai in Giappone che contribuì all'affermazione della dottrina e della pratica dell'esoterismo tendai. Si diceva che fosse un parente di Dengyo. Studiò gli insegnamenti essoterici ed esoterici sotto Jikaku, dal quale ricevette i precetti di bodhisattva. Scrisse più di cento opere sugli insegnamenti essoterici ed esoterici fra cui: Domande e risposte sull'insegnamento e il tempo e Trattato sul significato della mente che aspira all'Illuminazione, considerate fra le opere più importanti dell'esoterismo tendai.

 

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